venerdì 15 giugno 2018

Le Storie #68 - Ucciderò Madiba


In Sudafrica nel 1990 fu liberato Nelson Mandela, nel 1991 smise di essere in vigore l'apartheid, la politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca, il 27 aprile 1994 si tennero le prime elezioni democratiche con suffragio esteso a tutte le etnie e successivamente il già citato Mandela venne eletto presidente.

Da questi brevi cenni di storia si può notare come la mia adolescenza fu attraversata anche da questi eventi di rilevanza mondiale, portandomi ad interessarmi al Sudafrica ben prima che vi si svolgessero i campionati mondiali di calcio.

Pertanto l'albo numero 68 de “Le Storie” “Ucciderò Madiba” mi ha coinvolto ed anche emozionato.
La vicenda si svolge nel pieno degli anni controversi della segregazione razziale, con protagonista un anziano signore nero che sembra non avere voglia di schierarsi, intento a vivere la sua vita di rassegnazione ed accettazione, segnata dal dolore per la perdita del figlio.


La sceneggiatrice Gabriella Contu riesce, in una prova eccellente di scrittura, che verte su tematiche che facilmente potrebbero far cadere in banalità e retorica, a presentare un albo che si distingue per intelligenza espositiva e impegno sociale unito ad un certo gusto per la narrazione e la ricostruzione ambientale e politica. Oltre al quadro storico e sociale del Sudafrica degli anni Sessanta si nota una notevole sensibilità nel ricostruire le dinamiche interpersonali all'epoca dell'apartheid, in una storia coinvolgente. Buoni i disegni di Giuseppe Baiguera, che in più tavole non hanno quasi bisogno di dialoghi o didascalie.


Ucciderò Madiba riesce molto bene in quello che è un segno distintivo della testata antologica Bonelli, ovvero presentare e raccontare, all’interno di fatti storici (anche solo verosimili) le vicende di persone comuni, spesso segnate in maniera evidente e duratura dagli eventi.


Sudafrica, 1963. Lo spregevole regime razzista dell’apartheid opprime la popolazione nativa, esclusa da ogni posizione di potere, ridotta in miseria, disprezzata e asservita dai bianchi… La lotta per la libertà è costata un figlio al vecchio Moses e lui ora dice di voler solo “vivere tranquillo” e che i combattenti non sono che “terroristi”. Cerca di nascondersi dalla realtà perché sconfitto dal dolore e dalla paura, ma presto dovrà fare una scelta, la più importante della sua vita: dovrà scegliere da che parte stare. (da sergiobonelli.it)

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