sabato 29 dicembre 2018

Dampyr #225 - Gli Orrori di Red Hook

Dopo la scorpacciata di colori dello scorso numero, con “Gli Orrori di Red Hook” si torna al bianco e nero. Paolo Raffaelli su soggetto e sceneggiatura di Mauro Boselli presenta un bel lavoro che punta sulle atmosfere e la resa dei passaggi più orrorifici, con un uso sapiente di neri densi e “pesanti”, che caratterizzano la scrittura. Un posto speciale lo rivestono i Grandi Antichi di Lovecraft, uno dei numi tutelari della testata che qui fa la sua apparizione in più di una tavola, mostrando più di un lato della sua personalità oltre che del suo lavoro.


La continuity della serie è rispettata e subisce una certa accelerazione, nonostante l'impianto essenzialmente classico, per Dampyr, dell'episodio. I nodi, o almeno qualcuno dei principali, si avvicinano sempre più al proverbiale pettine. Al lettore rimane il gusto di scoprire come i protagonisti della testata se la caveranno.

Brooklyn, durante il Proibizionismo. Mentre poliziotti e contrabbandieri d’alcool fanno una gran brutta fine inoltrandosi nei docks abbandonati di fronte alla baia di New York, John Angel, l’enigmatico proprietario dell’esclusivo “Club delle Nuvole”, situato al novantesimo piano del Chrysler Building, fa la conoscenza del paranoico scrittore H. P. Lovecraft e dei suoi vividi, orridi sogni, legati al quartiere dove vive poveramente, Red Hook. Anni dopo, Harlan e Kurjak scopriranno che Lovecraft aveva ragione, che innominabili culti si svolgevano davvero nelle viscere di Red Hook, e che, oggi, i seguaci di Kuen Yuin sono tornati! (da sergiobonelli.it)


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