venerdì 14 dicembre 2018

Giallo, Noir & Thriller/61



Titolo: Il Predicatore
Autore: Camilla Läckberg
Traduttore: Laura Cangemi
Editore: Marsilio – 2010


Secondo capitolo per la coppia Erica Falck e Patrik Hedström che, dopo “La Principessa di Ghiaccio” (richiamato anche nella copertina fin troppo simile), si trovano alle prese con altri omicidi a interrompere la straordinariamente calda estate della cittadina di Fjallbäcka.

Il Predicatore” si presenta come un romanzo maggiormente complesso del precedente, con qualche immagine veramente d'impatto ed un potenziale giallo-thriller che fa ben sperare. La trama d'indagine e gli elementi drammatici sono ben presentati e stimolano la lettura, per cui la parte “gialla” è apprezzabile e di buon livello. Di contro lo spazio all'elemento “rosa”, ovvero la vita insieme di Erica incinta e Patrik, le loro disavventure con parenti e amici, appesantisce la lettura, si dilunga per troppe pagine ed alla fine risulta irritante.


Camilla Läckberg evidentemente sceglie di mescolare l'elemento thriller e l'indagine vera e propria con lunghi passaggi dedicati ai dettagli ed elementi della vita di tutti i giorni. Il successo che ha avuto sembrerebbe dargli ragione, ma mi pongo la domanda sul genere di lettori che veramente apprezzano tale impostazione. Probabilmente la scrittrice riesce così ad allargare ancora di più al pubblico femminile un genere che tendenzialmente sembrerebbe più maschile. Personalmente dopo questo romanzo ho interrotto la lettura della serie, che temevo non incontrasse più i miei gusti.

Mi piace quando si dedica attenzione alle psicologie dei personaggi, quando si fa crescere accanto all'indagine poliziesca vera e propria una vena di approfondimento sociale e finanche uno studio sul privato che diviene pubblico-politico, ma in questo romanzo sembra che ci si provi senza però riuscire a svilupparne gli elementi in profondità. Manca un certo respiro che ampli la vicenda dal “particolare” al “generale”, come in altri romanzi di altri autori ho potuto apprezzare. Inoltre se lo stile scelto finisce per poi risolversi in tanti, troppo particolari che poi non sempre vengono sviluppati, mi sento un po' deluso.

Ulteriori due elementi che mi hanno stimolato più perplessità che soddisfazione sono che la protagonista Erica Falck di fatto protagonista non lo è, ridotta a poco più che riempitivo di una storia in cui l'indagine viene condotta, peraltro senza brillare per competenza o astuzia, dal compagno di vita, e l'espediente narrativo (trucco?) di interrompere i capitoli o singole scene appena emerge un dettaglio od un’informazione importante. Questa strategia, figlia degenere di quanto si trovava nei feuilleton/romanzi d'appendice ottocenteschi, magari usata in alcuni momenti chiave crea suspense, ma alla lunga irrita il lettore che sono e rischia di appesantire il racconto, allungando ed annacquando il tutto. 


Da più di vent'anni una dolorosa faida lacera la famiglia Hult: Ephraim, il predicatore che infiammava le folle promettendo guarigione e salvezza, ha lasciato ai suoi discendenti un'eredità molto controversa. Il peso del sospetto continua a gravare su un ramo del clan, coinvolto suo malgrado nella sparizione di due ragazze risalente a molti anni prima. Una vicenda che nel delizioso paesino di Fjallbacka, sulla costa occidentale della Svezia invasa dai turisti per la bella stagione, torna a essere sulla bocca di tutti dopo l'omicidio di una giovane donna, quando in una splendida gola naturale, sotto quel corpo martoriato, la polizia scopre anche i resti di due scheletri. (da ibs.it)

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