venerdì 8 febbraio 2019

Mister No Revolution


La Sergio Bonelli Editore si sta dando molto da fare per rinnovare e diversificare la sua offerta, persino le serie storiche sono oggetto di un ripensamento e di qualche “aggiustamento”, sia dal punto di vista tecnico-grafico che di contenuti e proposizione di temi e storie.

Non si sottraggono a questa operazione anche i western, da Tex fino alle nuove collane brevi, come anche i “personaggi totem”. Tra questi vorrei spendere qualche parola su Mister No. Non è cosa comune, tanto meno da prendere alla leggera mettere mano alla creatura figlia del grande Sergio, che lo ha creato e curato fino alla fine della serie e della sua vita terrena. Ma la casa editrice milanese, con coraggio ma anche estrema professionalità e cura, da qualche mese ci sta proponendo una versione alternativa di Jerry Drake, alias Mister No.

Non un “semplice” reboot, ma qualcosa di molto vicino ad un “what if” che solo idealmente richiama quelli di casa Marvel. Quindi nella recente miniserie della collana Audace, che appunto si prefigge di reinventare il personaggio, uno dei primi antieroi del fumetto popolare italiano, la domanda da cui tutto origina è: cosa sarebbe successo se Jerry Drake fosse nato 25 anni dopo rispetto alla sua biografia ufficiale?

Mister No Revolution, come si chiama la serie, è per ora giunta al terzo numero, per cui ancora parecchio ci rimane da leggere e gustare, ma giunti a circa la metà della sua vita editoriale è lecito comporre qualche riflessione. Gli albi viaggiano su due linee temporali parallele, quasi due fronti di battaglia, nei primi due guerra in Vietnam ed i mesi newyorkesi precedenti alla partenza di Jerry, nel terzo il ritorno del protagonista e i suoi anni adolescenziali, in fuga da una famiglia violenta e disfunzionale (come la definiremmo oggi).
Quindi questo Mister No quanto assomiglia a quello delle storie della serie classica? La domanda è suggestiva ed intrigante, ma probabilmente solo per vecchi lettori e qualche giovane con passioni filologiche e di interpretazione. Quello che invece mi piace sottolineare è come in questa serie il (molto) buono della storia bonelliana si incontri con le novità, di scrittura e di tratto e colorazione dei nuovi autori e disegnatori, che si accompagnano a quelli maggiormente esperti.


Il gioco di rimandi e contrapposizioni fra reduce della Seconda Guerra Mondiale (serie classica) e reduce della Guerra in Vietnam (attuale mini serie) mi piace, per quanto risulti essere in gran parte solo nella testa del lettore, poiché quello che attrae è per lo più il modo di raccontarne la vita e le gesta, senza risparmiare crudezze e scene forti, con un linguaggio ed una rappresentazione anche grafica che ne marca lo stile e giunge forte a chi legge.



Affascinante è perciò la scrittura come anche il comparto visivo, con disegnatori e coloristi di grande talento e persino coraggio. Da segnalare le citazioni visive (musicali e letterarie soprattutto), utili sia per contestualizzare e creare un clima, così che il lettore possa “vivere al meglio” l'ambiente ed uno spirito, che per veicolare la narrazione ed il vissuto dei protagonisti, senza necessariamente affidarsi al testo scritto. Sottolineato quanto sia di grande qualità la parte grafica, a partire dalle splendide copertine, ritengo non sia fuori luogo definire Mister No Revolution uno degli attuali migliori prodotti della Bonelli, una proposta editoriale da non perdere e che possiede le carte giuste per farsi apprezzare anche da lettori esigenti e magari un po' prevenuti nei confronti della casa editrice meneghina.





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