La Sergio
Bonelli Editore si sta dando molto da fare per rinnovare e
diversificare la sua offerta, persino le serie storiche sono oggetto
di un ripensamento e di qualche “aggiustamento”, sia dal punto di
vista tecnico-grafico che di contenuti e proposizione di temi e
storie.
Non si
sottraggono a questa operazione anche i western, da Tex fino alle
nuove collane brevi, come anche i “personaggi totem”. Tra questi
vorrei spendere qualche parola su Mister No. Non è cosa
comune, tanto meno da prendere alla leggera mettere mano alla
creatura figlia del grande Sergio, che lo ha creato e curato fino
alla fine della serie e della sua vita terrena. Ma la casa
editrice milanese, con coraggio ma anche estrema professionalità e
cura, da qualche mese ci sta proponendo una versione alternativa di
Jerry Drake, alias Mister No.
Non un
“semplice” reboot, ma qualcosa di molto vicino ad un “what
if” che solo idealmente richiama quelli di
casa Marvel. Quindi nella recente miniserie della collana Audace,
che appunto si prefigge di reinventare il personaggio, uno dei primi
antieroi del fumetto popolare italiano, la domanda da cui tutto
origina è: cosa sarebbe successo se Jerry
Drake fosse nato 25 anni dopo rispetto alla sua biografia ufficiale?
Mister No
Revolution, come si chiama la serie, è per
ora giunta al terzo numero, per cui ancora parecchio ci rimane da
leggere e gustare, ma giunti a circa la metà della sua vita
editoriale è lecito comporre qualche riflessione. Gli albi viaggiano
su due linee temporali parallele, quasi due fronti di battaglia, nei
primi due guerra in Vietnam ed i mesi newyorkesi precedenti alla
partenza di Jerry, nel terzo il ritorno del protagonista e i suoi
anni adolescenziali, in fuga da una famiglia violenta e disfunzionale
(come la definiremmo oggi).
Quindi
questo Mister No quanto assomiglia a quello delle storie della serie
classica? La domanda è suggestiva ed intrigante, ma probabilmente
solo per vecchi lettori e qualche giovane con passioni filologiche e
di interpretazione. Quello che invece mi piace sottolineare è come
in questa serie il (molto)
buono della storia bonelliana si incontri con le novità, di
scrittura e di tratto e colorazione dei nuovi autori e disegnatori,
che si accompagnano a quelli maggiormente esperti.
Il gioco di
rimandi e contrapposizioni fra reduce della Seconda Guerra Mondiale
(serie classica) e
reduce della Guerra in Vietnam (attuale mini
serie) mi piace, per quanto risulti essere in
gran parte solo nella testa del lettore, poiché quello che attrae è
per lo più il modo di raccontarne la vita e le gesta, senza
risparmiare crudezze e scene forti, con un linguaggio ed una
rappresentazione anche grafica che ne marca lo stile e giunge forte a
chi legge.
Affascinante
è perciò la scrittura come anche il comparto visivo, con
disegnatori e coloristi di grande talento e persino coraggio.
Da segnalare le citazioni visive (musicali e
letterarie soprattutto), utili sia per
contestualizzare e creare un clima, così che il lettore possa
“vivere al meglio” l'ambiente ed uno spirito, che per veicolare
la narrazione ed il vissuto dei protagonisti, senza necessariamente
affidarsi al testo scritto. Sottolineato quanto sia di grande qualità
la parte grafica, a partire dalle splendide copertine, ritengo non
sia fuori luogo definire Mister No Revolution uno degli attuali
migliori prodotti della Bonelli, una proposta editoriale da non
perdere e che possiede le carte giuste per farsi apprezzare anche da
lettori esigenti e magari un po' prevenuti nei confronti della casa
editrice meneghina.
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