I buoni film
giallo-thriller non devono essere per forza marcati USA, o al
limite britannici o francesi, possono anche essere girati e prodotti
in altri paesi. Ci sono buoni, anzi ottimi esempi dalla Corea del
sud, qualche prova notevole francese, spagnola ed anche italiana.
Qualche
sera fa, per esempio, ho visto un più che dignitoso film thriller
polacco, che ha, tra gli altri, il merito di non volere per forza
imitare quelli a budget più ricco.
“I
Flagelli di Breslavia”, presente nel catalogo Netflix,
intrattiene e presenta caratteri e colpi di scena degni di essere
goduti. La trama è semplice quanto basta, ma niente affatto esile,
avvincente e tesa al punto giusto, tanto da meritarsi un suo sviluppo
e una dose di colpi di scena, orchestrati con mestiere e
intelligenza.
Ovviamente
in un buon thriller non può mancare un serial killer, che dia
del filo da torcere alla polizia ed al detective incaricato di
catturarlo. La cosa piacevole, almeno per me, è che entrambi in
questo caso sono ben caratterizzati ed interpretati senza eccedere in
descrizioni o dialoghi che spieghino ciò che invece può essere
mostrato, il che aggiunge specificità alla storia e alla già
originale ambientazione, ovvero la città di Breslavia, Wrocław in
polacco.
Buon
ritmo, poche soste, ma non velocità sincopata e poco idonea alla
comprensione dei personaggi e della sceneggiatura come spesso accade
dalle parti di Hollywood, bensì qualche momento più lento, utile ad
assaporare gli eventi e lo sviluppo di una storia. Storia in cui
vengono evidenziati i due profili più importanti fra i personaggi, i
veri protagonisti.
"I
Flagelli di Breslavia", quindi, pur non essendo un capolavoro
è una pellicola che si avvantaggia di una buona scrittura, che
valorizza in ogni istante il
“cattivo”,
il
serial killer da mettere in primo
piano, per ciò che fa e come lo fa e successivamente per le
motivazioni per cui agisce. Vincente risulta la scelta di non
perdersi in digressioni o sottotrame incentrate su personaggi di
contorno. La regia è curata, lucida e, sebbene non esente da qualche
autoindulgenza, adotta un suo stile, in cui una serie di lunghe
riprese evita un montaggio troppo serrato o di mero effimero effetto
ritmico, tipico per esempio di alcune serie televisive di moda.
Tutto questo si risolve in un approccio
che funziona sul piano dei tempi
narrativi, non banalmente dilatati
giusto per inserire parentesi drammatiche o di effetto passeggero. Il
film invece raggiunge il suo scopo, intrattenere, divertire e
raccontare, non lesinando sangue e violenza, ma funzionali ed
intelligentemente inseriti per un prodotto che merita attenzione.
Nessun commento:
Posta un commento