domenica 28 giugno 2020

Samuel Stern #7 - L'Agenzia


Le prime tavole del settimo albo di Samuel Stern mi hanno dato la sensazione (niente affatto spiacevole) di “già visto”. Come non andare con la memoria, ed anche un po' con il cuore, ai battibecchi in trasferta di Dylan Dog e Groucho nel momento in cui Samuel e padre Duncan si dirigono verso un inquietante paese, in cui accadono cose molto strane e misteriose?

A parte questo, l'albo è molto convincente e coinvolgente, grazie ad una buona sceneggiatura che intreccia e soddisfa sia la trama verticale che quella orizzontale ed al comparto grafico, ottimo sia nella resa dei personaggi, mimica e posture in particolare, che nel rappresentare gli ambienti e le architetture. Gusto artistico e narrazione si uniscono per un ulteriore convincente episodio della serie, che spero continui e ci riservi ulteriori momenti. Anche perché si aggiungono temi e personaggi, ipotesi e dubbi si rincorrono nella creazione di un “mondo” tutto sommato coerente, in cui ci si può aspettare azione, ritmo e sorpresa, così come passaggi più lenti e “pause” esplicative. Certo, si potrebbe obiettare che si sta mettendo tanta (troppa?) carne al fuoco, ma ripongo fiducia per quanto letto e visto finora.


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