sabato 24 ottobre 2020

Giallo, Noir & Thriller/78



Titolo: Ninfa Dormiente

Autore: Ilaria Tuti

Editore: Longanesi 2019

Una compresenza di curiosità ed un pizzico di reticenza ha accompagnato la mia lettura di “Ninfa Dormiente”, opera “seconda” di Ilaria Tuti, dopo “Fiori sopra l'inferno”.

Mi ha fatto piacere conoscere meglio il commissario capo e profiler Teresa Battaglia, di cui vengono chiariti, se non proprio svelati, alcuni avvenimenti del suo passato, nonché entrare maggiormente dentro la malattia che la affligge e con cui sia lei che il lettore si trovano a fare i conti.

Di contro, un po' di fastidio, più che noia, l'ho vissuta leggendo del suo collaboratore, l'ispettore Marini, degli strascichi della sua infanzia non propriamente felice e dei turbamenti che vengono in più pagine spiattellati. In questo caso si attinge a qualcosa di già fin troppo raccontato, per quanto serio e doloroso, ed inoltre si aggiungono i problemi con la (ex) fidanzata, per lo più incinta con lui turbato ed in ambasce alla notizia.

Fortunatamente però si aggiungono in “Ninfa Dormiente” due protagonisti “speciali”, che rendono interessante l'indagine in corso, contribuendovi in modo sostanziale ed originale, donano ulteriore sapore alla narrazione ed a quanto raccontato. Spero che l'autrice ci faccia incontrare ancora con Bianca ed il suo amico a quattro zampe.


La scrittura alterna ritmo e dialoghi da respirare, momenti descrittivi non sempre apprezzabili e indagini dal sapore etnoculturale, queste da me maggiormente apprezzate, poiché presentate in modo garbato ed adatto al contesto narrativo. Se poi si ha avuto la possibilità di frequentare, anche solo da turista, i luoghi descritti, allora è difficile non farsi conquistare.

Da gustare, a mio parere, oltre all'attenzione per i luoghi, anche l'alternanza dei tempi narrati, l'odierno ed il passato, che si sostanzia negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale al confine fra Friuli e Jugoslavia, ora Slovenia. In questo caso rientra una riflessione ed una considerazione sul Tempo e sul tempo dei vari protagonisti, sulla Terra e la terra vissuta dagli abitanti della Val Resia.

Intrigante, ma richiede pazienza, dal momento che pur non mancando pathos e ritmica scansione, alcune pause appesantiscono la lettura e ci si gioca quel tanto di adrenalina che qualche lettore magari avrebbe preferito trovarvi in dosi maggiori.


Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa. (da Longanesi.it)

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