Sogni, di Vittorio Corcos, 1896 - Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea |
Dipinto di grande modernità, poiché seppur datato 1896 restituiva alla società e visione del tempo l'immagine di una donna consapevole di sé, diremmo oggi emancipata ed indipendente.
Ne sono testimonianza e prova la posa e l'atteggiamento molto inusuale, che testimonierebbero confidenza fra la modella ed il pittore. Vittorio Corcos infatti ritrae una ragazza reale, Elena Vecchi, in una situazione di grande naturalezza ed aderenza al vero.
L'osservatore è colpito dal fatto che la giovane lo guarda dritto negli occhi, con sicurezza, dando l'idea di un rapporto più che alla pari, anzi come se lo sfidasse. Ulteriore elemento da notare sono le gambe accavallate di Elena, una posizione all'epoca ritenuta non decorosa.
Ma ciò che sopra ogni cosa mi colpisce è lo sguardo di Elena Vecchi. Uno di quegli sguardi che, qualche volta nella vita, ho incontrato sul mio cammino e non sono riuscito a dimenticare, perché ti entrano dentro e al medesimo tempo ti turbano e ti conquistano. Come se ti attraversasse dentro, la giovane ragazza ti legge e ti invita, con sicurezza, a parlarle. Lei, con le labbra chiuse ma pronte ad aprirsi a te, se vincendo timori e il senso di spaesamento che ti travolgono, ti decidessi a rivolgerle la parola, o anche solo un saluto.
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