sabato 1 luglio 2017

Le Storie #57 - Polvere di fata


Il romanzo ed il personaggio letterario di Peter Pan, creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie, continua a prestarsi a riflessioni, rivisitazioni ed intriganti interpretazioni.
La Sergio Bonelli all'interno della collana Le Storie non si lascia sfuggire l'occasione e nel mese di giugno manda in edicola “Polvere di fata”, albo che conduce il lettore tra le nebbie della Londra di inizio Novecento, grazie al soggetto e sceneggiatura di Giovanni Di Gregorio e alle tavole di Alessia Fattore e Maurizio Di Vincenzo

 
Fin dalla introduzione si pone la questione dei personaggi e della loro caratterizzazione, non solo mescolando le carte per quanto riguarda Peter, Wendy e Hook/Capitan Uncino, ma addirittura mettendo in campo un non proprio indolore rovesciamento del classico confronto buoni/cattivi-eroe/antagonista.

Proprio questo elemento dona pepe e stimola alla lettura, poiché personaggio chiave diviene quello che per tutti quelli che hanno visto la versione Disney è il cattivo per eccellenza. Il pirata senza una mano ricopre un ruolo intrigante e quasi fascinoso, guadagnandosi spazio, spessore e personalità a dispetto di Peter che qui è tutto fuorché un eroe senza macchia e senza paura. Al suo fianco non ha Trilly ed il suo gruppo di bambini perduti è composto da reietti e delinquenti, che spacciano polvere di fata, neanche lontanamente avvicinabile a quella dei cartoni animati.
Qui si opera un ulteriore ribaltamento, poiché la polvere che ti fa volare verso un altro mondo diventa, in modo crudele ma molto più realisticamente, la droga, illusoria evasione verso un "altrove", la famosa Isola che non c'è. 

 
Un racconto cupo, drammatico, dove non c'è spazio per redenzione o riscatto di sorta, che utilizza elementi fisici e metafisici per stimolare a riflessioni e porsi domande difficili. Lo fa anche grazie ad un originale, importante per quanto dimesso carattere, il fotografo Arthur, a cui viene affidato il compito di fungere da collegamento e catalizzatore fra i vari personaggi, attraverso monologhi e interazioni che in qualche passaggio riescono anche a mitigare l'angoscia e la grigia prospettiva di cui l'albo è intriso.

Londra, fine Ottocento. La metropoli è attraversata da una nota d’inquietudine, sparizioni e morti misteriose colpiscono la popolazione senza riguardo per nessuno: ricchi, poveri, donne e uomini, giovani e vecchi sono travolti in egual modo. Si sussurra che un galeone fantasma scivoli silenzioso sulle acque del Tamigi, portando con sé chiunque incontra... (da sergiobonelli.it)

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