Il
romanzo ed il personaggio letterario di Peter Pan, creato
dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie, continua
a prestarsi a riflessioni, rivisitazioni ed intriganti
interpretazioni.
La
Sergio Bonelli all'interno della collana Le Storie
non si lascia sfuggire l'occasione e nel mese di giugno manda in
edicola “Polvere di fata”,
albo che conduce il lettore tra le nebbie della Londra di inizio
Novecento, grazie al soggetto e sceneggiatura di Giovanni
Di Gregorio e alle tavole di
Alessia Fattore e
Maurizio Di Vincenzo.
Fin
dalla introduzione si pone la questione dei personaggi e della loro
caratterizzazione, non solo mescolando le carte per quanto riguarda
Peter, Wendy e Hook/Capitan Uncino,
ma addirittura mettendo in campo un non proprio indolore
rovesciamento del classico confronto buoni/cattivi-eroe/antagonista.
Proprio
questo elemento dona pepe e stimola alla lettura, poiché personaggio
chiave diviene quello che per tutti quelli che hanno visto la
versione Disney è il cattivo per eccellenza. Il pirata senza una
mano ricopre un ruolo intrigante e quasi fascinoso, guadagnandosi
spazio, spessore e personalità a dispetto di Peter che qui è tutto
fuorché un eroe senza macchia e senza paura. Al suo fianco non ha
Trilly ed il suo gruppo di bambini perduti è composto da reietti e
delinquenti, che spacciano polvere di fata, neanche lontanamente
avvicinabile a quella dei cartoni animati.
Qui
si opera un ulteriore ribaltamento, poiché la polvere che ti fa
volare verso un altro mondo diventa, in modo crudele ma molto più
realisticamente, la droga, illusoria evasione verso un
"altrove", la famosa Isola che non c'è.
Un
racconto
cupo, drammatico,
dove non c'è spazio per redenzione o riscatto di sorta, che
utilizza elementi fisici e metafisici per stimolare a riflessioni e
porsi domande difficili. Lo fa anche grazie ad un originale,
importante per quanto dimesso carattere, il
fotografo Arthur,
a cui viene affidato il compito di fungere da collegamento e
catalizzatore fra i vari personaggi, attraverso monologhi e
interazioni che in qualche passaggio riescono anche a mitigare
l'angoscia e la grigia prospettiva di cui l'albo è intriso.
Londra, fine Ottocento. La metropoli è attraversata da una nota
d’inquietudine, sparizioni e morti misteriose colpiscono la popolazione
senza riguardo per nessuno: ricchi, poveri, donne e uomini, giovani e
vecchi sono travolti in egual modo. Si sussurra che un galeone fantasma
scivoli silenzioso sulle acque del Tamigi, portando con sé chiunque
incontra... (da sergiobonelli.it)
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