giovedì 1 marzo 2018

Esther Stories



E' vero, la bellezza di Esther facilitava le cose a tutti, perché così nessuno doveva davvero guardarla. Creava una distanza di cui nessuno si accorgeva veramente fino a molto tempo dopo. Ma nella mia famiglia c'era anche un ragazzo che poi, crescendo, sarebbe diventato mio padre. Mentre tutti gli altri amavano la bellezza di Esther senza guardarla davvero negli occhi, mio padre vedeva tutta un'altra persona. La Esther che voleva essere vista da mio nonno da dietro quella macchina fotografica. E mio padre la odiava. […] Mio padre vedeva solo la Esther spaventata, inquieta, imperfetta. La Esther dei capricci. La Esther che si faceva venire certi attacchi fino a quando compì sedici anni. Che dava in escandescenze rotolandosi sul pavimento della cucina, urlando che le facevano schifo i suoi capelli e tirando le scarpe addosso a Olivia”.

(da Esther Stories, di Peter Orner, trad. Riccardo Duranti – Minimum Fax)



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