sabato 24 marzo 2018

La mia Vita da Zucchina (2016)



Capita, a volte, che il caso, le circostanze, qualche motivazione indipendente da noi, ci porti ad esperienze ed eventi che non avremmo immaginato possibili. Accade quindi che dopo un po', a volte durante le vicende stesse vissute, si faccia un bilancio, magari parziale, che ci porti a ringraziare o maledire la sorte.

Molto più banalmente può succedere che in visita dai nonni, i miei bambini ed io vediamo un bel film d'animazione che ci eravamo persi alla sua uscita nei cinema.
La mia Vita da Zucchina”, per la regia di Claude Barras e distribuito da Teodora Film, è veramente un film prezioso. Originale per la capacità di liberarsi delle ormai imperanti logiche dell'animazione commerciale, senza però perdere il necessario e fondamentale equilibrio tra narrazione e scelte tecnico-artistiche, personale visione del lavoro di produzione e regia e ragioni di opportuna visibilità e fruizione da parte del pubblico. Poco più di un'ora di essenziale e pregevole lavoro artistico e narrativo, con al centro idee forti e chiare, per una sceneggiatura semplice e diretta, con poco intreccio drammaturgico, ma tanto diretto da farsi godere in tutto e per tutto.
Volutamente la storia è lineare, in qualche passaggio fin troppo semplice, con una dose di didascalico che non disturba perché inserita in una visione del prodotto che fa della semplicità e della purezza delle intenzioni il suo punto forte.

Basta poco per delineare caratteri ed ambienti, affetti e pulsioni, personaggi positivi e negativi, scenari e pensieri. Chiare sono le linee dell'animazione a passo uno che riportano alle emozioni del giovane Tim Burton, chiare sono le storie dei bambini protagonisti, cristallini i sentimenti e le azioni rappresentate, per una lucida essenzialità che arricchisce la visione ed il cuore di chi ferma a seguire le vicende di Zucchina e degli altri ospiti della comunità per minori in cui viene inserito.

È comunque presente qualche eccellenza e mirabile preziosismo, dato dai dialoghi e dall’accuratezza dei tessuti, dei vestiti, dai netti cromatismi e da una immediatezza estetica che piace ai bambini e agli adulti che sappiano spogliarsi di sovrastrutture estetizzanti e tecno inganni così di moda.

Zucchina non è un vegetale, è un ragazzino molto coraggioso. Quando perde la madre, pensa di essere rimasto solo al mondo, ma non ha fatto i conti con tutte le persone che incontrerà nella sua nuova vita nella casa dei bambini… Simon, Ahmed, Jujube, Alice e Béatrice: hanno tutti delle storie particolari e anche i più duri hanno in realtà un cuore d’oro. E poi c’è quella ragazzina, Camille. A dieci anni si può avere un gruppo di amici, ci si può innamorare, ci sono tantissime cose da scoprire e imparare. E si può essere felici.

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