Capita, a
volte, che il caso, le circostanze, qualche motivazione indipendente
da noi, ci porti ad esperienze ed eventi che non avremmo immaginato
possibili. Accade quindi che dopo un po', a volte durante le vicende
stesse vissute, si faccia un bilancio, magari parziale, che ci porti
a ringraziare o maledire la sorte.
Molto più
banalmente può succedere che in visita dai nonni, i miei bambini ed
io vediamo un bel film d'animazione che ci eravamo persi alla sua
uscita nei cinema.
“La
mia Vita da Zucchina”, per la regia
di Claude Barras
e distribuito da Teodora Film, è veramente un film prezioso.
Originale per la capacità di liberarsi delle ormai imperanti logiche
dell'animazione commerciale, senza però perdere il necessario
e fondamentale equilibrio tra narrazione e scelte tecnico-artistiche,
personale visione del lavoro di produzione e regia e ragioni di
opportuna visibilità e fruizione da parte del pubblico. Poco più di
un'ora di essenziale e pregevole lavoro artistico e narrativo, con al
centro idee forti e chiare, per una sceneggiatura semplice e diretta,
con poco intreccio drammaturgico, ma tanto diretto da farsi godere in
tutto e per tutto.
Volutamente
la storia è lineare, in qualche passaggio fin troppo semplice, con
una dose di didascalico che non disturba perché inserita in una
visione del prodotto che fa della semplicità
e della purezza delle intenzioni il suo punto
forte.
Basta poco
per delineare caratteri ed ambienti, affetti e pulsioni, personaggi
positivi e negativi, scenari e pensieri. Chiare sono le
linee dell'animazione a passo uno che
riportano alle emozioni del giovane Tim Burton, chiare sono le storie
dei bambini protagonisti, cristallini i sentimenti e le azioni
rappresentate, per una lucida essenzialità che arricchisce la
visione ed il cuore di chi ferma a seguire le vicende di Zucchina e
degli altri ospiti della comunità per minori in cui viene inserito.
È comunque
presente qualche eccellenza e mirabile preziosismo, dato dai dialoghi
e dall’accuratezza dei tessuti, dei vestiti, dai netti
cromatismi e da una immediatezza estetica che
piace ai bambini e agli adulti che sappiano spogliarsi di
sovrastrutture estetizzanti e tecno inganni così di moda.
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