A
proposito del numero 65 della collana “Le Storie”
inevitabilmente il primo aggettivo che si utilizza ed ampiamente
viene divulgato è “lovecraftiano”, poiché i riferimenti
all'autore di Providence sono dichiarati ed evidenti, fin dalla bella
copertina di Aldo Di Gennaro. Ci sarebbe da ricordare anche Poe, ma
Lovecraft è senza dubbio presente e preponderante.
Messa
così si rischia la delusione e di allontanare dall'albo “Il
Terzo Giorno” ben più di un potenziale lettore. Infatti gli
omaggi del mondo del fumetto e dell'illustrazione all'autore
statunitense sono molteplici e spesso apprezzabili, per cui se ci si
ferma a definire il lavoro di Marco Nucci, Isaak Friedl e Stevan
Subic come un semplice omaggio e una storia ispirata ai racconti di
Lovecraft, molti di noi rimarrebbero un po' freddi di fronte ad un
“ennesimo” tributo al maestro del fantastico e dell'horror.
Fortunatamente
c'è altro e anche se a fine lettura il mio giudizio non è stato
entusiastico bisogna riconoscere che almeno per la prima parte la
lettura è appassionante. Gangster novel dai toni e dalle
inquadrature nettamente cinematografiche che si incontra con il
fantastico e l'horror di buona qualità, per una trama ben
studiata e che scivola bene. Discorso diverso per la seconda parte
della storia, quando sembra che gli autori abbiano messo in pista
troppi elementi e l'accelerazione del ritmo e dell'azione, a scapito
dei punti centrali della trama e della sceneggiatura, fa perdere un
po' il filo di tutto ed il lettore prova la sgradevole sensazione di
non ritrovarsi più.
Una
sorta di disorientamento che lo costringe a tornare a sfogliare le
pagine lette in precedenza per cercare di riannodare qualche filo e
riprendere qualche passaggio, nel tentativo, a mio modo di vedere
velleitario per quanto infruttuoso, di riprendersi. Tale sforzo per
fortuna viene ripagato dal poter rivedere ed apprezzare le splendide
tavole firmate da Stevan Subic. Il disegnatore serbo compie
un gran bel lavoro, con un suo tratto personale da cui si notano i
suoi gusti e preferenze per l'uso del chiaro e scuro, delle ombre e
del nero. Tocco personale che si fa apprezzare per la cura dei
dettagli e per l'abilità di rendere sulla carta un orrore
immaginifico e visionario, in grado di supplire ai passaggi narrativi
meno convincenti.
Tre
banditi in fuga in un giorno di pioggia. Gli ingredienti perfetti di
un gangster-movie, con tanto di sparatorie e inseguimenti. O forse
no? Lungo quelle strade coperte di fango, sulla costa di un mare
minaccioso, anche il criminale più spietato può incontrare qualcosa
di troppo duro per i suoi denti, qualcosa di antico e malvagio che
attende nella tenebra...
(da
sergiobonelli.it)
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