giovedì 8 marzo 2018

Modello n°1: Giuditta!


Giuditta I
Autore: Gustav Klimt – 1901

Vienna, Österreichische Galerie

Giuditta è una delle eroine bibliche, non necessariamente la mia preferita ma una di quelle che maggiormente ha stimolato pittori, scrittori ed artisti in genere, nonché la fantasia di molti.
Gustav Klimt evidentemente non fu insensibile al suo fascino, dato che la ritrasse in due occasioni, in questo caso con il suo stile tipico. Opera in cui c'è molto di decorativo, che fa largo utilizzo di elementi dorati, che qui vediamo sia nello sfondo, ricco di elementi vegetali, che nella veste di Giuditta, oltre che nel suo ricco collare pieno di pietre preziose.
Giuditta, giusto per ripassare un po' di storia biblica, al fine di salvare il popolo ebraico, sedusse il generale assiro Oloferne per poi ubriacarlo e ucciderlo tagliandogli la testa. Ragione per cui nel dipinto, in modo teatrale e un po' truce, la vediamo mentre tiene in mano la testa dell'avversario.

Come in diverse opere di Klimt, anche qui non manca una certa dose di sensualità, esaltata dalla veste che si apre sul seno della donna, scoprendolo e mostrandolo all'osservatore. Tale sensualità ai nostri occhi assume una doppia valenza, come se l'osservatore fosse messo in guardia ed invitato a diffidare delle donne audaci e provocanti.
Una femme fatale di inizio novecento ispirata alla biblica Giuditta? Effettivamente il tema della femme fatale ispirò molti artisti ed il '900 si sarebbe prestato molto bene a ciò. Se quindi nel Rinascimento Giuditta era simbolo di eroismo, coraggio, forza di volontà e amore per la patria, nel dipinto di Klimt diventa quasi simbolo di un erotismo pericoloso e crudele. Ne sono prova anche lo sguardo beffardo della donna, che si rivolge a chi la osserva per indicargli la fine che potrebbe fare, e il gesto della mano destra, che invece pare accarezzare ironicamente i capelli di Oloferne.

Franz Lehár - Valzer di Giuditta 


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