sabato 28 luglio 2018

Il Drago Invisibile (2016)


Solo apparentemente e ad una superficiale analisi “Il Drago Invisibile” (Pete's Dragon) del 2016 risulta essere un semplice remake di “Elliott il Drago Invisibile” del 1977. Sebbene il punto di partenza sia lo stesso, il rapporto di affetto ed amicizia fra un ragazzino ed un drago che può rendersi invisibile, e la casa di produzione sia sempre la Disney, pur con le modifiche e le mutazioni dovute a 40 anni di vita e strategie commerciali ed artistiche, il film di David Lowery è molto più di un libero adattamento, con risultati e tecniche visive e narrative originali ed efficaci.


Un film che ha emozionato e appassionato sia i miei bambini che me e la loro mamma, riuscendo nel non facile risultato di unire tutta la famiglia in un divertimento soddisfacente e pieno, senza che i più grandi finiscano per annoiarsi oppure i più piccoli si perdano nello sviluppo della storia. Cosa che invece a volte capita, quando l'opera è esclusivamente fruibile per i bambini oppure si cade nel deprecabile tentativo di ammiccare agli adulti senza rispettare i vari tipi di pubblico.

Siamo qui di fronte ad un felice e riuscito equilibrio fra tradizione e novità, fra classicità ed innovazione, con il film di Lowery che rimane fedele alla peculiare e storica sostanza del discorso originale di tipo disneyano mostrando, allo stesso tempo, capacità di ripensarne l’immaginario, per un film gustosamente moderno nel suo porsi nel solco dei classici, di cui rispetta gli elementi di base aggiornandone l'espressione.


Non c'è solo un richiamo al non troppo fortunato predecessore, che pagava oltremodo il suo clima à la Mary Poppins, ma vi si vede il Mowgli de Il Libro della Giungla, il ragazzo selvaggio di Truffat ed un'attenzione matura alla Natura ed ai temi ecologici. Via ogni manicheismo di sorta pur nell'imprescindibile confronto/scontro fra buoni e meno buoni, fra Natura e Civiltà, fra vecchio e nuovo. Il passaggio dall'infanzia alla fanciullezza, l'incontro fra natura e civilizzazione, il maturarsi dei sentimenti e la modifica della propria posizione di fronte all'immaginario ed al fantastico vengono presentati attraverso una narrazione ed una dialettica, fra i vari elementi e caratteri, adulta nel senso più buono e funzionale possibile. Le emozioni non mancano e la scelta degli attori, tra cui il buon Robert Redford (molto più di un vecchio “nonno” contastorie nel suo importante ruolo di collegamento con funzione catalizzante), aiutano molto lo sviluppo del tutto. Il film forse avrebbe meritato qualche minuto aggiuntivo per meglio rappresentare alcune dinamiche di gruppo, che vengono un po' frettolosamente date per sviluppate, ma questo avrebbe reso l'opera potenzialmente troppo lunga per il pubblico più piccolo, che deve essere comunque rispettato in quanto ufficialmente target primario.


Dal punto di vista “aridamente” tecnico, Il Drago Invisibile è un'opera che si distingue per cura della fotografia, design del drago (il cui pelo muta sfumature di colore in base alle luci diurne/notturne/naturali/artificiali per un risultato estremamente coinvolgente), musiche country/folk che fanno ambiente e dettano una chiave di lettura, uso essenziale e ragionato degli effetti, equilibrio tecnico/narrativo e recitativo, prospettiva di racconto e occhio registico e della camera.
Una gran bella serata ed una bellissima scoperta. Un Drago fa sempre la sua figura!



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