Durante gli
ultimi mesi il giornalismo, la politica ed il dibattito che ne
consegue fanno un notevole uso di termini quali populismo,
sovranismo ed antieuropeismo.
Populismo,
Sovranismo, Antieuropeismo. Non sono certo che ci sia accordo
e condivisione sul significato di queste parole, in particolare nel
momento storico attuale dove, in Italia ma non solo, sembra sia
imprescindibile farle andare a braccetto, accompagnandosi l'una
all'altra, quasi come unica espressione politica e culturale.
Ho
l'impressione che simpatizzanti e oppositori di determinate scelte
governative, ognuno per proprio conto, ricorrano a tali termini come
paravento, velo oltre il quale nascondere l'essenza più
autentica e vera di un modo di parlare, di fare politica, di vedere
ed interpretare la realtà, ovvero la natura più feroce e dura di
imporre e cavalcare una prospettiva sociale e culturale nel senso più fondamentale dell'espressione.
Forse è il
caso di dire che dietro Populismo è presente un gruppo di
improvvisati, arroganti e ignoranti che, come in ogni periodo storico
di crisi, sale alla ribalta con ricette facili, soluzioni pronte,
promesse di “rivoluzioni” semplici e garantite senza sforzo o
sacrificio. Una cricca di neofiti della politica che si fanno belli
garantendo risoluzioni semplici e lineari a problemi complessi e
compositi. Un manipolo di miracolati dal suicidio della Sinistra, che
campano cavalcando ogni illogicità, ogni rigurgito antiscientifico,
ogni egoismo “di pancia” purché squisitamente e genuinamente
antiqualcosa (casta, lobby varie, poteri forti, ecc.).
Forse è
necessario sottolineare come il Sovranismo da piazza virtuale
amplificato da tweet e condivisioni, in realtà assomigli fin troppo
al nero nazionalismo del secolo scorso, colorato da un socialismo
etnico bianco che spiana il percorso verso il pieno e completo
sdoganamento dei fascismi più gretti e pericolosi. Quelli che sono
contrari ad ogni diritto e tutela per chi non sia “geneticamente”
della parte giusta, quelli per cui il vero passo avanti consiste nel
tornare indietro di 80 anni. Quelli per cui sarà più difficile
abortire o divorziare, ma più facile possedere pistole e fucili,
quelli che permetteranno ad ogni evasore di arricchirsi ancora di
più.
Forse è
urgente informare che l'Antieuropeismo sventolato in ogni
occasione non comporta il ritorno di lira, marco, franco, fiorino o
sesterzi come moneta di scambio, bensì il riemergere di egoismi,
rivalità, muscolari quanto patetiche dimostrazioni di superiorità.
La cui conseguenza è logico individuare che consista nel far
crescere il bisogno di “pulizia” e “ordine”, “azione” e
“incisività”, maschia franchezza e militare disciplina, fino ad
auspicare una maggiore presenza di divise e gerarchie che sostengano
e legittimino una Rinascita totale e totalizzante, per il beneficio
di pochi a scapito dei più.
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