venerdì 20 marzo 2020

Giallo, Noir & Thriller/75


Titolo: L'Angelo di Monaco
Autore: Fabiano Massimi
Editore: Bompiani - 2020


Qualche anno fa lessi “Storia del Terzo Reich” di William Shirer. Una lettura non proprio semplice, data la corposità e densità dell'opera (due volumi per un totale di circa 1700 pagine, bibliografia esclusa), ma comunque interessante e per certi versi illuminante.
Fra le varie cose che mi colpirono furono la descrizione del clima sociale e politico nella Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, la travagliata esperienza della Repubblica di Weimar ed il racconto degli anni immediatamente precedenti e successivi la nomina di Adolf Hitler a cancelliere. Mi risulta fin troppo evidente e spaventoso allo stesso tempo come quanto descritto nelle pagine a firma dell'autore statunitense richiamino gli ultimi anni in Europa ed in Italia in particolare.

Si potrebbe obiettare che il mio risulta un giudizio politico, parziale e viziato da simpatie personali. Non risponderei direttamente a questa affermazione, ma inviterei invece ad una lettura. Non del libro che ho citato, opera prettamente storica e per quanto ancora affrontabile forse troppo impegnativa (in particolare per chi, diversamente da me, apprezza i toni e lo stile di alcuni politici e giornalisti italiani), ma di un romanzo giallo-noir, genere che, genuinamente popolare, forse incarna e rispecchia meglio di altri le tensioni e le atmosfere di un periodo come quello che viviamo in questi anni.

Mi riferisco a “L'Angelo di Monaco”, edito da Longanesi e scritto da Fabiano Massimi. Quanto narrato nella sua opera si colloca, storicamente, nel 1931, quindi in piena agonia della Repubblica di Weimar, anno in cui si avvertono, il lettore riesce a “sentire”, tutti i presagi della tragedia nazista, risultando un romanzo con componenti investigative e spunti thriller, che convivono in un mirabile equilibrio tra realtà storica e avvincente finzione.

Tutto ha inizio dal ritrovamento del cadavere di una giovane donna, a Monaco nei giorni dell'OktoberFest. Sembra si tratti di un suicidio, o meglio questo è quanto gran parte dei coinvolti tende a pensare e si impegna a far credere alla polizia ed alla popolazione. Potrebbe essere una tragedia di poco conto, come tante altre accadono nella cittadina bavarese provata da una crisi che perdura da anni, ma la vittima ha una caratteristica che la distingue nettamente, ovvero è la nipote di Adolf Hitler, capo e fondatore del Partito Nazionalsocialista, quello che molti vedono come l'unico uomo in grado di risollevare le sorti della Germania e riportarla a passati splendori.

Da qui inizia il lavoro di indagine del commissario Sigfried Sauer e del fidato Mutti, personaggi così ben caratterizzati che risulta suggestivo immaginarli muoversi e parlare nel corso della narrazione. Ma anche gli altri protagonisti del romanzo, compresi i vari gerarchi nazisti (sembra non mancare nessuno), mi sembrano ben descritti, portati al lettore nella loro complessità e senza facili riduzioni. Così il lettore si trova a leggere di uomini e donne capaci di atti di coraggio, come di errori e bassezze, portatori di segreti e fragilità più o meno evidenti e testimoni del loro tempo e della loro umanità. Vicini a come potremmo essere noi, incerti su cosa stiamo vivendo o combattuti fra certezze e valori, desideri e timori.

Il romanzo ha un buon ritmo, mescola sapore e stile europeo e cadenze da noir statunitense (con le cadute tipiche del genere, come anche le virtù), gravitando attorno alla figura centrale della giovane morta in circostanze fin troppo misteriose. Il suo nome, Angela Raubal detta Geli, ci accompagna sempre, in ogni pagina, attraverso i ricordi, le testimonianze e le descrizioni di chi l'ha conosciuta. Da questi vengono fuori molte Geli, diverse tra loro, che mettono in difficoltà Sauer, che si trova a scoprire molto più di quanto si aspettasse, nel tentativo di rendere giustizia a quella che di fatto fu probabilmente una delle prime vittime del nascente Nazismo.

Seppur un romanzo storico con qualche lieve imprecisione, la cronologia degli eventi appassiona e travalica i confini della letteratura di genere, così che il lettore si trova a porsi domande sul proprio presente, specchiandosi nella Germania anni 30, mettendosi di fronte ad interrogativi personali, quasi come se vivesse situazioni analoghe.

Monaco, settembre 1931. Il commissario Sigfried Sauer è chiamato con urgenza in un appartamento signorile di Prinzregentenplatz, dove la ventiduenne Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio. Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l’appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale, non appartengono a un uomo qualunque: il suo tutore legale è «zio Alf», noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento, in parte anche proprio per quello strano rapporto con la nipote, fonte di indignazione e scandalo sia tra le fila dei suoi nemici, sia tra i collaboratori più stretti. (da illibraio.it)


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