Il Peccato (Die Suende) 1893 - Berlino, Nationalgalerie |
"Il Peccato" è il titolo di un romanzo di Josephine Hart che lessi molti anni fa. La Hart è l'autrice, tra gli altri, de "Il Danno" da cui fu tratto l'omonimo film con Jeremy Irons e Juliette Binoche. Entrambe letture consigliabili, ma traggo spunto dal concetto, dall'idea di peccato per spendere qualche parola su un'opera che ha il medesimo titolo.
Si tratta dell'intrigante ed al medesimo tempo inquietante dipinto che il tedesco Franz von Stuck presentò nel 1893.
Considerato uno dei massimi esempi del Simbolismo, in questa raffigurazione ammiriamo un'ammaliante donna nuda il cui corpo bianco emerge da un fondo tenebroso. Al pari di quanto sembra fare il seno del soggetto, chi guarda si sente minacciosamente osservato da un
terrificante serpente, uno dei principali simboli legati al tema del peccato. Uno spiraglio di luce, sulla destra, offre la firma dell'artista.
Von Stuck fu particolarmente abile nel trattare l'argomento. Vi sono vari riferimenti e rimandi, sia religiosi che profani, a partire dalla personificazione in forma di donna del peccato stesso. Così il serpente che la avvolge è incarnazione del
male, in modo che risulti pressoché inevitabile pensare all'episodio della tentazione nella
Genesi, quasi come se il pittore avesse ritratto Eva stessa, la prima donna. Il suo sguardo seducente simboleggierebbe così il
fascino che il peccato esercita sull'uomo. Il risultato, a conti fatti, non suscita orrore, bensì attrazione, così come il peccato
giunge ad affascinare e ad attirare l'uomo.
L'evidente erotismo presente nel dipinto, la
rappresentazione in termini così voluttuosi del peccato, causarono qualche problema all'autore, così come reazioni
sdegnose da parte degli osservatori dell'epoca.
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