Sembra che il cinema francese
abbia inaugurato, negli ultimi anni, un piccolo filone: l’incontro ed i
rapporti fra personaggi agli opposti. Dopo gli apprezzabili ed anche divertenti
“Giù al Nord!” e “Quasi Amici”, ho visto “Il mio
migliore incubo!”, di Anne
Fontaine.
Mentre i primi due sviluppano il tema in chiave sociale, “Il mio migliore incubo!” torna alla già
collaudata coppia uomo/donna. Benoît
Poelvoorde ed Isabelle Huppert
interpretano i loro personaggi, tanto rozzo ed ignorante lui quanto algida e
sofisticata lei, esasperandone le caratteristiche fino al limite della farsa.
Fino al limite perché in realtà ne risulta una commedia a tratti brillante e
con una certa dose di intelligenza e sarcasmo, che poggia sulla bravura dei
protagonisti e sulle situazioni che si vanno a creare.
La trama e relativa sceneggiatura
non sono, giocoforza, prettamente originali, per quanto non sia un problema,
giacché nelle commedie ciò che serve è anche un po’ di prevedibilità, ma è
presente un capace gioco sul contesto e le vicende, che si sviluppano senza
cadere nella trivialità od in stucchevoli banalità, come in altri prodotti
invece accade sovente.
Isabelle Huppert e André Dussolier |
La Huppert simpatica e capace di prendersi un po’ in giro è, almeno
per me, una novità, dopo averla vista per anni interpretare donne carogne,
disturbate, nevrotiche o anche solo antipatiche. Poelvoorde è efficace e riesce anche solo con la propria fisicità e
le espressioni facciali a caratterizzare personaggio e situazioni. Inoltre è
presente, e gli rendiamo grazie, André Dussollier (Parole, Parole, Parole; Un cuore in inverno; Tre uomini e una culla,
tra gli altri) misurato nella propria interpretazione e capace di
mettersi al servizio dei due protagonisti con una certa, non comune, eleganza.
Isabelle Huppert e Benoît Poelvoorde |
La seconda parte del film rischia
di perdere la spinta iniziale, ma poi riesce a riprendersi con oneste trovate
ed evitare la noia, quali la discussione sull’arte, elegante ed originale, la cena
con autentico artista concettuale giapponese e giusta dose di sarcasmo, la Huppert nell’autolavaggio belga.
Voto: 7+
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