by Sergio Staino |
Siamo
in campagna elettorale, lo so, anche
se quel “siamo” un po’ mi disturba, poiché direttamente e propriamente sono in
campagna elettorale i politici, non quelli che, come me, ne subiscono le
nefaste ed irritanti conseguenze.
I candidati quindi fanno a gara a chi le
spara più grosse (promesse, previsioni, bugie, immani stupidaggini?), perciò
nessun politico che voglia recitare al meglio la sua parte può esimersi da
dichiarazioni atte a “creare movimento”, a “smuovere le acque”, nessun
aspirante deputato o senatore può evitare di pronunciare qualche frase a
beneficio della platea, qualche volta lanciandosi in comunicazioni shock, “ad
effetto”. In qualche perverso modo, fa parte del gioco che questi signori e
queste signore giocano, e che viene alimentato anche da chi, in buona fede,
crede ancora nel valore della politica,
riconosce la superiorità dei principi
costituzionali, sostiene il valore dell’impegno in prima persona.
Ebbene
hanno un loro valore, ed evidentemente un’intrinseca utilità, anche i più beceri
e ritriti luoghi comuni. Tra questi,
uno che ancora grida vendetta al cospetto di divinità e genti di ogni luogo, c’è
quello per cui “il fascismo ha fatto
anche tante cose buone”. Ma come è possibile che ancora non si ridicolizzi
e smentisca chiunque pronunci tale stucchevole luogo comune, peraltro non
supportato da dati ed elementi validi?
È
oltraggioso, quantomeno un insulto all’intelligenza ed alla Storia!
Sono
consapevole che sul fascismo i
luoghi comuni abbondano, soprattutto in versioni e sfumature consolatorie e
riduzioniste, quasi giustificatorie se non, orrore!, negazioniste. Pertanto Lui
“non uccideva gli oppositori, bensì li mandava in vacanza”, le leggi razziali
sono state promulgate ma non ci credeva nessuno (ma epurati e deportati ci sono
stati!) e tutto finisce al canto di “italiani brava gente”.
E
allora vai col valzer di “si stava meglio quando si stava peggio”, “i treni
arrivavano in orario”, “si poteva dormire con le porte aperte” (ricordiamo il
romanzo di Leonardo Sciascia), “non c’era disoccupazione” e così via. Non
contano i fatti, i dati, le analisi, i rendiconti, le testimonianze. Si
procede così, fra stupidità, messaggi all’ultradestra, qualunquismo, nostalgia
ed evidente e conclamata apologia di fascismo (peraltro un reato previsto nelle
“Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale”, comma primo,
della Costituzione Italiana).
Michaela Biancofiore |
Tra
gli ultimi casi, come apprendo da sentierinterrotti.wordpress.com, una candidata del PDL, Michaela
Biancofiore che, evidentemente galvanizzata dalle recenti esternazioni in
tema del proprio leader e mentore, cita tra le cose buone fatte dal fascismo, i
gabinetti domestici e addirittura le autostrade.
Sì, persino le autostrade, a dispetto del fatto che la prima autostrada
italiana, quella “del Sole”, sia stata realizzata tra il 1956 e il 1964, mentre
quella che le dovrebbe essere più familiare, ovvero quella del Brennero (lei è
di Bolzano, ma eletta in Campania), risale ai primi anni
Settanta, ovvero quando la stessa Biancofiore era una bambina.
Varrebbe
ora qualcosa questa “anagrafe” delle autostrade? Qualcuno risponderebbe con una
pernacchia alla citata esternazione della poco informata candidata del
sedicente centrodestra? Non si tratta solo di spudorate menzogne, giacché da quelle parti ne sparano a raffica, ma
rifletto sul fatto che i luoghi comuni, specie in tema di fascismo, prosciugano
anche una parte di verità, in particolare se estratta dal proprio contesto. Nel
caso specifico delle affermazioni della Biancofiore
abbiamo così a che fare con menzogne credute vere da tanti, in modo talmente
tenace da resistere a qualsiasi tentativo di confutazione! Servirebbe a poco,
insomma, cimentarsi in una puntuale opera di correzione, magari per sentirsi
confinare nel ruolo di insopportabili e pedanti secchioni, pronti a precisare e
puntualizzare. Ciò che però non può, nuovamente, passare è che sprofondiamo
nella melma e qualcuno si diverte a farci sguazzare gli italiani.
Falsità, menzogne, luoghi comuni e
spiritosaggini varie che, con rivoltante retorica e disprezzo della Storia,
vogliono relativizzare o misconoscere una tragica stagione di barbarie politica
e distruzione dei principi democratici e civili.
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