sabato 9 febbraio 2013

Campagna elettorale e Luoghi comuni


by Sergio Staino

Siamo in campagna elettorale, lo so, anche se quel “siamo” un po’ mi disturba, poiché direttamente e propriamente sono in campagna elettorale i politici, non quelli che, come me, ne subiscono le nefaste ed irritanti conseguenze.

I candidati quindi fanno a gara a chi le spara più grosse (promesse, previsioni, bugie, immani stupidaggini?), perciò nessun politico che voglia recitare al meglio la sua parte può esimersi da dichiarazioni atte a “creare movimento”, a “smuovere le acque”, nessun aspirante deputato o senatore può evitare di pronunciare qualche frase a beneficio della platea, qualche volta lanciandosi in comunicazioni shock, “ad effetto”. In qualche perverso modo, fa parte del gioco che questi signori e queste signore giocano, e che viene alimentato anche da chi, in buona fede, crede ancora nel valore della politica, riconosce la superiorità dei principi costituzionali, sostiene il valore dell’impegno in prima persona.

Ebbene hanno un loro valore, ed evidentemente un’intrinseca utilità, anche i più beceri e ritriti luoghi comuni. Tra questi, uno che ancora grida vendetta al cospetto di divinità e genti di ogni luogo, c’è quello per cui “il fascismo ha fatto anche tante cose buone”. Ma come è possibile che ancora non si ridicolizzi e smentisca chiunque pronunci tale stucchevole luogo comune, peraltro non supportato da dati ed elementi validi?

È oltraggioso, quantomeno un insulto all’intelligenza ed alla Storia!

Sono consapevole che sul fascismo i luoghi comuni abbondano, soprattutto in versioni e sfumature consolatorie e riduzioniste, quasi giustificatorie se non, orrore!, negazioniste. Pertanto Lui “non uccideva gli oppositori, bensì li mandava in vacanza”, le leggi razziali sono state promulgate ma non ci credeva nessuno (ma epurati e deportati ci sono stati!) e tutto finisce al canto di “italiani brava gente”.

E allora vai col valzer di “si stava meglio quando si stava peggio”, “i treni arrivavano in orario”, “si poteva dormire con le porte aperte” (ricordiamo il romanzo di Leonardo Sciascia), “non c’era disoccupazione” e così via. Non contano i fatti, i dati, le analisi, i rendiconti, le testimonianze. Si procede così, fra stupidità, messaggi all’ultradestra, qualunquismo, nostalgia ed evidente e conclamata apologia di fascismo (peraltro un reato previsto nelle “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale”, comma primo, della Costituzione Italiana).

Michaela Biancofiore
Tra gli ultimi casi, come apprendo da sentierinterrotti.wordpress.com, una candidata del PDL, Michaela Biancofiore che, evidentemente galvanizzata dalle recenti esternazioni in tema del proprio leader e mentore, cita tra le cose buone fatte dal fascismo, i gabinetti domestici e addirittura le autostrade. Sì, persino le autostrade, a dispetto del fatto che la prima autostrada italiana, quella “del Sole”, sia stata realizzata tra il 1956 e il 1964, mentre quella che le dovrebbe essere più familiare, ovvero quella del Brennero (lei è di Bolzano, ma eletta in Campania),  risale ai primi anni Settanta, ovvero quando la stessa Biancofiore era una bambina.

Varrebbe ora qualcosa questa “anagrafe” delle autostrade? Qualcuno risponderebbe con una pernacchia alla citata esternazione della poco informata candidata del sedicente centrodestra? Non si tratta solo di spudorate menzogne, giacché da quelle parti ne sparano a raffica, ma rifletto sul fatto che i luoghi comuni, specie in tema di fascismo, prosciugano anche una parte di verità, in particolare se estratta dal proprio contesto. Nel caso specifico delle affermazioni della Biancofiore abbiamo così a che fare con menzogne credute vere da tanti, in modo talmente tenace da resistere a qualsiasi tentativo di confutazione! Servirebbe a poco, insomma, cimentarsi in una puntuale opera di correzione, magari per sentirsi confinare nel ruolo di insopportabili e pedanti secchioni, pronti a precisare e puntualizzare. Ciò che però non può, nuovamente, passare è che sprofondiamo nella melma e qualcuno si diverte a farci sguazzare gli italiani.

Falsità, menzogne, luoghi comuni e spiritosaggini varie che, con rivoltante retorica e disprezzo della Storia, vogliono relativizzare o misconoscere una tragica stagione di barbarie politica e distruzione dei principi democratici e civili.

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