“…
Certamente Miranda non amerebbe meno Josef se
fosse costretta a vedere i suoi denti ingialliti ogni volta che ride. Lei li
conosce per averli visti da vicino, quei denti, ma pensa con disagio alla
possibilità di un “vedere continuo”. E anche non le importerebbe nulla, certi
giorni, quando lui è stanco, rimaner colpita dalle zampe di gallina che gli
circondano gli occhi. Tuttavia preferisce che questa vista precisa le sia
risparmiata, così che il suo sentimento non ne venga pregiudicato o indebolito.
Tanto si accorge subito lo stesso – perché avverte il segnale su altre onde –
se Josef è stanco e perché: se ride per spavalderia o per tormento. Lei non ha
nessun bisogno di vederlo come gli altri coi contorni tanto netti: lei non
squadra nessuno, non fotografa la gente con uno sguardo occhialuto, ma se la
dipinge in un modo tutto suo, frutto d’altre impressioni; e Josef, in fondo, le
è perfettamente riuscito, sin dal primo momento. Si è innamorata di lui a prima
vista, anche se tutti gli oculisti del mondo, su questa prima vista,
scuoterebbero il capo, perché i primi sguardi di Miranda non potrebbero che
produrre errori catastrofici. Ma lei su quella prima vista insiste, e di tutti
gli uomini Josef è l’unico del quale tanto i primi schizzi quanto i più perfezionati
abbozzi che sono seguiti, in luce, in penombra, e in tutte le situazioni
immaginabili, le appaiono perfettamente soddisfacenti.
…”
(Occhi Felici, in Tre Sentieri
per il lago – Ingeborg Bachmann, trad. Ippolito Pizzetti)
Ingeborg Bachmann |
Nessun commento:
Posta un commento