mercoledì 6 febbraio 2013

Occhi Felici


“…
Certamente Miranda non amerebbe meno Josef se fosse costretta a vedere i suoi denti ingialliti ogni volta che ride. Lei li conosce per averli visti da vicino, quei denti, ma pensa con disagio alla possibilità di un “vedere continuo”. E anche non le importerebbe nulla, certi giorni, quando lui è stanco, rimaner colpita dalle zampe di gallina che gli circondano gli occhi. Tuttavia preferisce che questa vista precisa le sia risparmiata, così che il suo sentimento non ne venga pregiudicato o indebolito. Tanto si accorge subito lo stesso – perché avverte il segnale su altre onde – se Josef è stanco e perché: se ride per spavalderia o per tormento. Lei non ha nessun bisogno di vederlo come gli altri coi contorni tanto netti: lei non squadra nessuno, non fotografa la gente con uno sguardo occhialuto, ma se la dipinge in un modo tutto suo, frutto d’altre impressioni; e Josef, in fondo, le è perfettamente riuscito, sin dal primo momento. Si è innamorata di lui a prima vista, anche se tutti gli oculisti del mondo, su questa prima vista, scuoterebbero il capo, perché i primi sguardi di Miranda non potrebbero che produrre errori catastrofici. Ma lei su quella prima vista insiste, e di tutti gli uomini Josef è l’unico del quale tanto i primi schizzi quanto i più perfezionati abbozzi che sono seguiti, in luce, in penombra, e in tutte le situazioni immaginabili, le appaiono perfettamente soddisfacenti.
…”

(Occhi Felici, in Tre Sentieri per il lagoIngeborg Bachmann, trad. Ippolito Pizzetti)

Ingeborg Bachmann

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