Titolo: Sotto la città
Autore: Indridason
Arnaldur
Traduttore: Cosimini Silvia
Editore: Guanda – 2005
Il commissario Erlendur,
solitario cinquantenne divorziato, alle prese con seri problemi familiari (i
figli sono dipendenti da alcol e droga), porta avanti un’indagine che si rivela
una vera e propria azione di scavo, alla ricerca di quello che si nasconde
sotto una città apparentemente tranquilla come la sua Reykjavík.
Atmosfera desolata e malinconica, resa con stile asciutto ed efficace. La leggera
patina di freddo distacco nordico, che avvolge fatti e personaggi, si incrina a
poco a poco, in una storia tutto sommato abbastanza semplice da seguire, ma da
cui emerge un turbine di emozioni. Emozioni che non travolgono il lettore ma
che lo tengono legato alle pagine, dove il passato influenza il presente e dove
le colpe di chi non c’è più ricadono sui vivi.
Questo romanzo, come gli altri di Indridason, ha il notevole merito di presentare l’Islanda e gli
Islandesi, la loro cultura e quotidianità, la loro storia più o meno recente ed
una società molto lontana e per questo soggetta a luoghi comuni e facili
schemi. Le storie con protagonista Erlendur
sono islandesi, hanno a che fare con Islandesi, si svolgono in Islanda e
trattano argomenti attuali nella società islandese. In fondo una delle cose che
più apprezzo nei romanzi è quando si rivelano essere dei veicoli culturali, una sorta di invito alla conoscenza di culture e
società che non è facile incontrare di persona. In questo romanzo il
plusvalore, oltre a quello del thriller
in sé, è dato dal fatto che si possono aprire sipari su un aspetto della
società descritta, o che fa da sfondo alla narrazione, su un periodo storico o
sulla contemporaneità.
Voto: 7,5
Reykjavik in inverno |
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