25 Aprile: Festa della Liberazione.
Non dimentichiamo.
L’anagrafe
mi ha permesso di ascoltare chi era giovane in quegli anni, chi fece una scelta
e la portò avanti con forza e convinzione. Ho letto, chiesto ed ascoltato.
Purtroppo ancora oggi sento dichiarazioni sconfortanti su ciò che è accaduto in
Italia dal 1943 alla primavera del 1945. Non solo politici, che l’ignoranza e la malafede sono per loro strumenti
utili per raccogliere attenzioni e consensi, bensì anche da educatori,
insegnanti, colleghi, rappresentanti del clero, delle istituzioni, del mondo
del lavoro e persone “comuni” che incontro.
No,
non sono vittime di disinformazione
e campagne di mistificazione, sono
semplicemente superficiali, distanti, disoneste e qualunquiste. Questa è una
colpa! Partigiani e Repubblichini non erano uguali, non
possono essere equiparati! Chi ha appoggiato e sostenuto quel che rimaneva del regime fascista non è come chi si
opponeva alle camicie nere ed al
loro padrone dalla croce uncinata. Non
si trattava di un scontro fra eserciti, comunque deprecabile. Non era una
rivalità fra tifoserie, ma una scelta
decisiva e netta. I partigiani,
uomini e donne, socialisti, comunisti, cattolici, laici e repubblicani
lottavano, insieme per un ideale e
per uno scopo comune, per una fede politica e sociale. I fascisti si schierarono dalla parte
opposta, in antitesi a tutto ciò, in antitesi a qualsiasi fede politica o
ideale, perché il fascismo è
un’aberrazione, è il contrario di tutto questo, perché opprime le fedi e
gli ideali altrui.
C’era una parte giusta ed una sbagliata!
La
parte di chi voleva cambiare ed ha liberato il nostro paese donandogli libertà e democrazia non può essere equiparata a quella di chi serviva un regime odioso e responsabile di immani
tragedie! Civiltà e diritto non sono accostabili alla barbarie ed alla sopraffazione.
La
parte di chi combatteva per la dignità e
la libertà di una nazione e del suo
popolo era quella giusta. Chi difendeva la tirannide
e voleva perpetuarla era la parte sbagliata.
Ricordiamolo! Ricordiamo la Storia e
rendiamo onore a chi è morto e si è sacrificato per la libertà, per la
democrazia ed il nostro futuro!
Nessuna pacificazione è possibile, non esiste una memoria che possa essere
condivisa. I martiri chiedono vendetta. E le storie non sono altro che “asce di guerra da disseppellire” come
hanno scritto i Wu Ming.
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