È in
edicola il terzo albo della serie Dampierre, edita dalla Editoriale Cosmo.
“Dampierre”,
creato dal belga Yves Swolfs, è un
fumetto storico ben costruito e sceneggiato, che si avvale di disegni molto curati e precise ricostruzioni degli eventi
narrati.
Swolfs, tra
le altre cose già apprezzato creatore di “Durango”
(serie western da avere!) si cimenta
negli eventi seguiti alla Rivoluzione
Francese, in particolare ci ripropone l’epopea
vandeana, uno dei più controversi e sanguinosi episodi del processo rivoluzionario
(colpevolmente trascurato nelle nostre scuole).
Protagonista della storia è il giovane palafreniere Julien Dampierre, che, ambizioso
e un po’ incosciente, si fa coinvolgere nell’insurrezione controrivoluzionaria
della Vandea e prende parte alla
guerra civile tra i “blu”,
sostenitori del governo repubblicano, e i “bianchi”,
fedeli alla Monarchia e alla Chiesa (odioso
binomio ancora oggi! ). Grazie a influenti “amicizie” e una buona dose di furbizia ed egoismo, fattosi passare
per un nobile, Julien fa carriera
nell’esercito vandeano, attirandosi sia le attenzioni di una bellissima,
sensuale e perciò pericolosa nobildonna, che l’odio furente dei nemici repubblicani
e dei cospiratori presenti tra i sostenitori monarchici.
Ben curato nei
disegni, nella
sceneggiatura e nei dialoghi, il punto di forza dell’opera
risiede in una attenta
ricostruzione dei fatti storici tra il 1793 e il 1796, che videro i contadini del Nord Ovest francese,
abilmente strumentalizzati da clero, nobili e monarchici, insorgere contro gli
obblighi imposti dal nuovo governo
rivoluzionario, in procinto di giungere al famoso periodo del Terrore giacobino.
Sono ben delineate
le situazioni storico-sociali, tra
cui l’insofferenza e l’ostilità dei contadini vandeani, ma non solo, nei confronti
della coscrizione obbligatoria e dell’aumento delle tasse, decisi dal governo
in carica a Parigi.
L’autore evita
comunque un gretto revisionismo e si tiene lontano dal sostenere istinti
reazionari, poiché i caratteri ed i personaggi sono molto approfonditi e
presentati nella loro interezza, ambiguità e lati oscuri compresi. Infatti Swolfs invece di “appiattire” i
personaggi in una semplicistica contrapposizione tra “buoni” e “cattivi”, ci mostra come su entrambi i fronti si
succedano complotti, avidità, vendette personali, tradimenti e congiure, cui si
aggiungono le divisioni, gli errori strategici e l’insipienza militare e di
comando di chi si era eletto a capo di un “popolo” in rivolta, consegnandolo,
di fatto, ad un tragico destino e segnando il fallimento dell’insurrezione, nonostante i primi effimeri successi.
Narrazione avvincente, azione, colpi
di scena, un po’ di ironia e di erotismo, secondo l’apprezzabile canone
delle avventure “di cappa e spada”, ed un approfondimento ed accuratezza notevoli, rendono questa
serie veramente interessante e godibile. I disegni dei primi due albi sono
dello stesso Yves Swolfs, mentre nel
numero 3 si passa a Pierre Legein ed è sempre un bel
vedere!
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