Il lungo Inverno, numero 11 della collana “Le
Storie”.
Mi sto appassionando sempre più a questa collana, che
ritengo di gran lunga la migliore attualmente pubblicata dalla Sergio
Bonelli Editore.
Potrei sbrigarmela con poche parole, ovvero “fatevi un
favore, leggete Il Lungo Inverno”, poiché quest’albo, come quello
precedente ed altri giunti in edicola nei mesi scorsi, propone qualcosa che
fino a poco tempo fa sembrava impossibile leggere ed ammirare in una serie a
fumetti “genuinamente popolare”.
Ovvero qualità e approfondimento in una
grande, bella, intensa storia. Narrazione lenta ma serrata, indagine nell’animo
umano, spessore e profondità nel presentare, anche per brevi tratti e
poche immagini, caratteri umani e situazioni. Dialoghi e “voce off” opportunamente
composti e dosati, disegni, opera di Francesco Ripoli, talmente lontani
dallo standard Bonelli che, sorprendentemente, si inseriscono benissimo in
questa serie, comunicano e suscitano emozioni ed illustrano un albo ottimamente
sceneggiato da Giovanni Di Gregorio (lo stesso del Maxi Dampyr n.5“Il Collezionista”).
Come nel precedente albo, “Nobody”, al centro della
storia c’è un non eroe, Lars Svensson, un uomo senza particolari doti o
qualità, che è protagonista di un viaggio. Un viaggio non verso od in un
luogo fisico, ma nella sua mente ed in quella di altri personaggi che
incontra e di cui inconsapevolmente condivide il destino. L’elemento che in
quest’albo, nel precedente e forse in almeno un altro della serie, al centro
delle vicende narrate ci sia un essere umano “ai margini”, senza meriti
o virtù, senza specifiche capacità o impegnato in particolari eroismi, connota
decisamente una scelta editoriale che, a mio parere, merita
apprezzamenti, anche solo per il “coraggio” di essere portata avanti da una
casa editrice molto classica e spesso giustamente accusata di immobilismo, se
non di staticità editoriale ed artistica.
Riferimenti cinematografici ce ne sono e riconoscibili (Shining
e Shutter Island almeno), così che il lettore risulti comunque accolto
nella lettura e accetti di essere “spiazzato” da alcune tavole e passaggi
narrativi, che invitano ad una, successiva e più meditata, rilettura.
Una nota per la copertina, opera di Aldo
Di Gennaro: una delle migliori della serie e probabilmente fra le più belle
uscite nell’ultimo anno.
Da sergiobonellieditore.it: Una banale dermatite,
niente di grave… Per curarsi, Lars Svensson si reca in una remota clinica
termale, nel gelo eterno della Lapponia. C’è qualcosa di sinistro, però, in
quelle stanze buie… Sparizioni, piccoli misteri e cupe ossessioni
tormentano gli ospiti dello stabilimento. Cosa si nasconde dietro la trama
impalpabile di questo gioco d’ombre?
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