giovedì 31 ottobre 2013

Suspicious Minds - Elvis Presley

Elvis Presley live:
Da brividi!
Assolutamente emozionante.


 
Suspicious Minds

We’re caught in a trap
I can’t walk out
Because I love you too much baby

Why can’t you see
What you’re doing to me
When you don’t believe a word I say?

We can’t go on together
With suspicious minds
And we can’t build our dreams
On suspicious minds

So, if an old friend I know
Drops by to say hello
Would I still see suspicion in your eyes?

Here we go again
Asking where I’ve been
You can’t see these tears are real
I’m crying

We can’t go on together
With suspicious minds
And we can’t build our dreams
On suspicious minds

Oh, let our love survive
Or dry the tears from your eyes
Let’s don’t let a good thing die

When honey, you know
I’ve never lied to you
Mmm yeah, yeah 

We’re caught in a trap
I can’t walk out
Because I love you too much baby

Why can’t you see
What you’re doing to me
When you don’t believe a word I say?


martedì 29 ottobre 2013

Walk On the Wild Side


Desidero anch'io omaggiare Lou Reed...

Come lui cantò per Andy Warhol, 
Goodbye Lou!

lunedì 28 ottobre 2013

Citazioni Cinematografiche n.16


Jimmy Dix: Tu hai un bel fisico, hai mai giocato a football?
Joe Hallenbeck: Che sei frocio?
Jimmy Dix: No, sto cercando di rompere il ghiaccio.
Joe Hallenbeck: Mi piace il ghiaccio, tu non me lo rompere!

(Jimmy Dix/Damon Wayans e Joe Hallenbeck/Bruce Willis in “L’ultimo boy scout, di Tony Scott - 1991)

domenica 27 ottobre 2013

Dampyr Speciale n.9 - Gli Studenti della Scuola Nera


Ottobre in Islanda con lo speciale Dampyr.



Non potevo assolutamente perdermi lo Speciale n.9 di Dampyr.
Perché? Ma perché il soggetto e la sceneggiatura sono di Mauro Boselli ed i disegni di Paolo Bacilieri.

Se ancora non conoscete Bacilieri, questa è una ghiotta occasione per incontrare il suo tratto ed i suoi disegni, in grado di offrire un’elevata dose di eccentricità grafica allo stile della tradizione seriale italiana.

Vi consiglio di visitare il suo blog personale, sweetsalgari.blogspot.it, e di recuperare, se non gli albi da lui disegnati per le serie Bonelli “Napoleone” (che ho adorato!) e “Jan Dix”, almeno alcuni suoi lavori (che trovate all’interno del suddetto suo blog) ed il romanzo a fumetti “Sul pianeta perduto”, pubblicato lo scorso anno e facilmente reperibile.


È proprio da quest’ultima fatica che il buon Bacilieri mancava dalle edicole. Un ritorno quanto mai gradito e all’altezza della sua fama e del personaggio.

Questo speciale riprende le atmosfere ed i personaggi della fantastica storia doppia, ambientata in Islanda, presentata negli albi n. 33 e 34 della serie regolare (“Sotto il vulcano” e “La caverna dei Troll), per riportarci nell’inverno di questa misteriosa ed affascinante isola, tanto lontana dall’Europa, quanto attraente, pur con il suo non facile clima.


Boselli mette a punto una sceneggiatura serrata e intrigante, dove azione, mistero, epica, leggende, horror e momenti di riflessione e anche romantici si susseguono per incantare e a volte inquietare il lettore. Bacilieri riesce a rendere tutto questo in modo molto personale e a mantenere il suo stile e le peculiarità del suo lavoro senza tradire lo spirito del nostro Harlan Draka e valorizzandone al meglio le qualità.


Il disegnatore veronese, un vero fenomeno nel ritrarre figure femminili (credetemi!) riesce a far apparire ancora più bella la già affascinante sacerdotessa di Asatru, Gudrun Fingadottir, che si accompagna ad Harlan e ad un incauto poliziotto islandese per frequentare le lezioni e le orrorifiche aule della Svarta Skola, la Scuola Nera, con i suoi demoni, stregoni, mostri e inquietanti docenti.
 
Un “cattivo” di quelli che sanno il fatto loro ed un improbabile, quanto fascinoso alleato, completano la scuderia dei personaggi che ritroviamo in questo Speciale, meritevole di essere letto e gustato, anche in virtù di un elegante e coinvolgente passaggio tra linee temporali e luoghi fisici e metafisici.

"Un magico messaggio scritto con le rune attira in Islanda Harlan Draka e il suo antico doppio islandese, Egil-una-mano. Nel passato, Egil e la bionda strega Gudrun aiutarono il giovane mago Galdra Loftur a rubare il tenebroso grimorio Raudskinna, il “libro di pelle rossa”! Oggi, sulle tracce dei rapitori del vescovo di Reykjavik, che hanno lasciato dietro di loro puzza di zolfo, Harlan e Gudrun Finngadottir si inoltrano nell’interno dell’Islanda, dove sorgeva uno degli accessi alla misteriosa Università dell’Inferno. Ed è lì, negli abissi della Scuola Nera, che i due, in compagnia di uno sventurato poliziotto islandese, dovranno iscriversi loro malgrado ai corsi infernali dell’Altra Parte e seguire le cruente lezioni dei demoniaci professori..."
(da Sergiobonellieditore.it)
 

giovedì 24 ottobre 2013

Così, giusto per ricordarlo


Così, giusto per ricordarlo.

Stavo per spegnere la TV quando su un canale Mediaset è partito uno spot. Nulla di straordinario, solo vagamente irritante con quella voce da assicuratore ciellino, se non fosse che è uno spot che incensa come benefattore il numero uno di Mediaset.
Ecco il testo dello spot: 

Qui non incassiamo finanziamenti pubblici,
qui non siamo colossi americani,
qui contiamo solo sulle nostre forze,
e qui ogni mattina arrivano migliaia di persone,
che cercano di fare il massimo per regalarti una televisione moderna, vivace e completa.
Undici reti gratuite e centinaia di programmi in onda ogni giorno, anche su Internet.
Che non ti costano niente, niente.
Nemmeno un bollettino postale.
Così, giusto per ricordarlo.
 
Sarà che io ho sempre un certo gusto nel rompere i maroni, ma Mediaset, mi ricorda qualcosa…

Giovedì 1 agosto 2013, alle 19:40, la Corte suprema di cassazione ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nell’ambito del processo sulla compravendita dei diritti televisivi Mediaset.

Così, giusto per ricordarlo.


Inoltre, fra le altre magnifiche opere del grande benefattore, c’è altro.
Il 24 giugno 2013 Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado, dal Tribunale di Milano, a 7 anni di carcere (concussione per costrizione invece che per induzione come ipotizzato dall’accusa) nonché all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al pagamento delle spese processuali.

Così, giusto per ricordarlo.

martedì 22 ottobre 2013

Orfani - n.1



Quando si acquista il numero 1 di una nuova pubblicazione a fumetti è sempre emozionante.
Aspettative, fantasie, attesa, sorpresa o delusione che sia, lo considero un bel momento da gustare e godere al meglio che si può.

Nel caso di “Orfani”, ultima pubblicazione della Sergio Bonelli Editore, tutto questo è stato, per così dire, “rovinato” dal tam tam mediatico e dalle innumerevoli anticipazioni, anteprime, dichiarazioni ed interviste che si sono susseguite negli ultimi mesi. Per carità, marketing e strategia commerciale lo richiedono e insomma, se si vuol vendere, la pubblicità e la creazione dell’evento, nonché la astuta “spinta” al debutto, sono d’obbligo. Però un po’ di gusto mi è stato tolto, poiché, più o meno, si sapeva già, a grandi linee, cosa aspettarsi.

Recchioni, e non solo lui, ci hanno bombardato di informazioni e suggestioni, pertanto il rischio era, ed è, che le sorprese siano solo in negativo e che ci sia maggiore spazio per aspettative deluse o desideri disattesi.

Nonostante questo mi sono apprestato alla lettura con emozione e ben disposto a gustare il primo numero di una serie di fantascienza, sebbene, dopo la lettura me ne sono reso conto, la categoria rischia di risultare stretta ed in alcuni passaggi fuorviante.


Ottimi i disegni di Emiliano Mammuccari, effettivamente efficaci e pensati apposta per il colore, a differenza dei numeri celebrativi (100, 200,…) della Bonelli. La colorazione è veramente suggestiva, capace di abbandonare, quando serve, la resa del reale e l’aderenza alla verità oggettuale, per mettersi al servizio dei personaggi e della sceneggiatura, accompagnando o esaltando stati d’animo dei protagonisti, emozioni, reazioni e sviluppo delle vicende presentate.




Il passaggio fra due piani temporali è gustoso, per quanto non sia effettivamente una novità, ma potrebbe essere ancora più suggestivo con qualche “furbizia” in più, sebbene di queste l’albo ne sia effettivamente infarcito. Lo considero un pregio quando sono ben sorrette, come in questo caso, da una attenta sceneggiatura.


I richiami ed i riferimenti letterari sono evidenti e ben riconoscibili. Fra i maggiori, ed a me più graditi, cito “Fanteria dello spazio” di Robert Anson Heinlein e “Guerra Eterna” di Joe William Haldeman (entrambi i romanzi facilmente recuperabili e consigliatissimi, meglio se nella meritoria edizione Urania), senza dimenticare “Il Signore delle Mosche” di William Golding.

Non mancano “citazioni” di serie televisive più attuali e rimandi alla cinematografia recente in tema di fantascienza e, per quanto questo elemento mi sia già meno gradito, ne riconosco l’opportunità. Infatti Orfani, già da questo primi numero, si presenta come un serio tentativo di “svecchiare” le pubblicazioni della Sergio Bonelli. Lo fa, per l’appunto, ispirandosi all’estetica ed al dinamismo dei serial televisivi che da qualche anno stanno facendo la fortuna di alcuni network privati, italiani ed esteri, copiandone il linguaggio e le atmosfere, basandoci sopra una sceneggiatura diretta e poco propensa al “classico” schema bonelliano.

La problematica, o comunque il possibile neo, risulta quando si fa fatica ad andare oltre la legittima ispirazione, il lodevole richiamo alla serie televisiva del momento, proponendo, oltre a disegni e colorazione straordinari e ad una rottura della “gabbia” grafica, una trama che, purtroppo, ormai rischia di non sorprendere più. Intendiamoci, non sto sostenendo che tutto quello che si legge in quest’albo sappia di “già visto”. Non è assolutamente così, anzi, ci sono lodevoli eccezioni, però permane un senso di leggera insoddisfazione.

Ispirazioni e qualche copiatura più evidente (pensiamo a quanto deve esserci nella testa di Recchioni e Mammuccari di Halo) potrebbero infastidire qualcuno e comunque con le citazioni ed i richiami è sempre la stessa storia. Anche quando non si esagera ad alcuni piacciono e rendono gradevole la lettura, ad altri fanno venire i nervi. Il confine e la relativa discussione fra citazione e plagio anima infinite discussioni e genera “insanabili fratture” anche all’interno di un affiatato gruppo di amici, pertanto non mi ci soffermerò, limitandomi a dire che le citazioni, quando ben dosate, ed i riferimenti, se resi evidenti e non mascherati, incontrano i miei favori e arricchiscono un’opera, non solo nel fumetto, ma anche in altri ambiti espressivi ed artistici.

La cosa che a me risulta più deludente è il fatto che, per l’ennesima volta, ci troviamo di fronte ad alieni che, senza alcun motivo apparente o plausibile, attaccano la Terra ed i terrestri, seminando paura, panico, morte e distruzione. Almeno così ci viene proposto.
Allora mi consolo, si fa per dire, con un linguaggio ed una impostazione dei dialoghi nuova, dove velocità e agilità la fanno da padrone. Per il momento non è poco, potrebbe anche bastarmi, anche perché ancora non ci sono vere grosse novità in casa Bonelli (la qualità comunque non manca in altre serie!).


Aspetto i prossimi numeri per farmi un’idea più completa ed organica. Il numero 1 è l’inizio e sconta sempre qualcosa!



lunedì 21 ottobre 2013

Citazioni Cinematografiche n.15


Brick: Ma lo capisci o no che non voglio la tua azienda e i tuoi soldi? Non ho voluto mai niente, io volevo solo un padre. Un padre, non un padrone. Volevo solo il tuo bene.
Harvey: E te ne voglio.
Brick: No. Tu non ne vuoi a nessuno, nemmeno a mamma.
Harvey: È falso. L'ho amata, le ho sempre dato tutte le cose che ha voluto!
Brick: Cose! Delle cose le hai dato: una casa, viaggi in Europa e … questo. Anche i gioielli  erano solo cose, papà, non amore.

(Brick Pollitt/Paul Newman e Harvey “Big Daddy” Pollit/Burl Ives in “La gatta sul tetto che scotta”, di Richard Brooks - 1958)


domenica 20 ottobre 2013

Ogni Lunedì




Vi ricordo l’appuntamento settimanale con “Citazioni Cinematografiche”.

Ogni lunedì su adribrando.blogspot.it!

Dialoghi, monologhi, battute da film che ho visto, mi sono piaciuti, rivedo e propongo.
Per iniziare la settimana con il Cinema!


Commedie, gangster movie, musical, tragedie, film comici e drammatici…


In  “Citazioni Cinematografiche”.

Ogni lunedì.


Non perdetevi il Cinema su adribrando.blogspot.it!


Stay Tuned!!

sabato 19 ottobre 2013

giovedì 17 ottobre 2013

The Boy With The Arab Strap





A mile and a half on a bus takes a long time
The odour of old prison food takes a long time to pass you by
When you've been inside
Day upon day of this wandering gets you down
Nobody gives you a chance or a dollar in this old town

Hovering silence from you is a giveaway
Squalor and smoke's not your style
"I don't like this place"
We better go
Then I compare notes with your older sister
I am a lazy gett, she is as pure as the cold driven snow
She accepts my confession

What did you learn from your time in the solitary
Cell of your mind?
There was noises, distractions from anything good
And the old prison food
Colour my life with the chaos of trouble
Cause anything's better than posh isolation
I missed the bus
You were laid on your back
With the boy from the arab strap
With the boy from the arab strap

It's something to speak of the way you are feeling
To crowds there assembled
Do you ever feel you have gone too far?
Everyone suffers in silence a burden
The man who drives minicabs down in Old Compton
The Asian man
With his love hate affair
With his racist clientele

A central location for you is a must as you stagger about making free with your lewd and lascivious boasts
We know you are soft cause we've all seen you dancing
We know you are hard cause we all saw you drinking from noon
Until noon again
You're the boy with the filthy laugh
You're the boy with the arab strap

Strapped to the table with suits from the shelter shop
Comic celebrity takes a back seat as the cigarette catches
And sets off the smoke alarm
What do you make of the cool set in London?
You're constantly updating your hit parade of your ten biggest wanks
She's a waitress and she's got style
Sunday bathtime could take a while 
 

Aidan Moffat


martedì 15 ottobre 2013

Etta James - All I Could Do Is Cry

Etta James - All I Could Do Is Cry 

I heard church bells ring
I heard a choir singing
I saw my love walk down the aisle
on her finger he placed a ring

Oooh oh

I saw them holding hands
She was standing there with my man
I heard them promise
Til death do us part
Each word
Was a pain
In my heart

All i could do was cry
All i could do was cry
I was losing the man that i love
and all i could do was cry

And now the wedding is over
Rice, rice has been thrown over their heads
For them life has just begun
but mine is ending

Ooh

All i could do was cry
All i could do was cry
I was losing the man that i love
and all i could do was cry 
 
 
Di seguito eseguita da Beyoncé nel film "Cadillac Records", di Darnell Martin - 2008
 

lunedì 14 ottobre 2013

Citazioni Cinematografiche n.14


Batou: Una cyborg che fa immersione nel tempo libero. Non è un buon segno. Da quando in qua fai cose del genere? Non hai paura del mare? E se i galleggianti smettessero di funzionare?
Kusanagi: Allora morirei, e basta. Oppure ti tufferesti a salvarmi? Non ti ho costretto io a venire qui.

Batou: Senti, com'è immergersi?
Kusanagi: Non hai fatto anche tu le esercitazioni subacquee?
Batou: Non sto parlando di una vaschetta come quella, ma del mare.
Kusanagi: Ciò che provo è paura. Ansia. Solitudine. Buio. Poi, forse... speranza.
Batou: Speranza? In quelle acque buie?
Kusanagi: Quando sto per riemergere, avvicinandomi alla superficie, a volte mi sembra di poter diventare qualcun altro.
Batou: Non è che vuoi mollare la sezione 9?
Kusanagi: Batou? Quanta parte del tuo corpo è originale?
Batou: Che domanda è? Sei ubriaca?
Kusanagi: Comodo, vero? Basta volerlo, e gli impianti chimici all'interno dei nostri corpi metabolizzano tutto l'alcol contenuto nel sangue in pochi secondi, e torniamo sobri. Così possiamo starcene qui a bere mentre siamo in stato di allerta. L'essere umano non riesce a esimersi dallo sviluppare qualsiasi tecnologia possibile; è come se facesse parte del suo istinto. Metabolismo controllato. Percezioni sensoriali incrementate. Riflessi e capacità muscolare maggiorati. Velocità e capacità di elaborazione dati potenziate all'estremo. Tutto grazie ai nostri cervelli e corpi cibernetici. Non avremmo diritto di lamentarci, se non fosse che non riusciamo più a sopravvivere senza manutenzione di alto livello.
Batou: Ma questo non significa che abbiamo venduto anche l'anima alla Sezione 9.
Kusanagi: Certo, abbiamo il diritto di lasciare la sezione o andare in pensione, ma solo se restituiamo i nostri corpi cibernetici e le nostre memorie al Governo. Come sono necessarie numerose parti per fare un corpo umano, ci sono un numero incredibile di cose necessarie per definire completamente un individuo. Un viso per distinguerti dagli altri. Una voce della quale non sei consapevole. La mano che osservi quando ti svegli. I ricordi dell'infanzia, il presagio del futuro. Ma non è tutto. C'è la distesa di dati dell'enorme rete alla quale posso accedere con il mio cervello cibernetico. Anch'essa forma una parte di me, e dà vita a questa coscienza chiamata "io". E allo stesso tempo mi tiene limitata tra confini prestabiliti.
Batou: È per questo che ti immergi in mare con un corpo che va solo a fondo? Che cosa diavolo vedi, in quelle acque buie?
Kusanagi: È come se stessimo guardando uno specchio, ora. Ciò che vediamo ci appare confuso.

(Batou e maggiore Motoko Kusanagi in “Ghost in the Shell, di Mamoru Oshii - 1995)


domenica 13 ottobre 2013

Wanted n. 1 – Cosmo Color


Editoriale Cosmo si impegna in una nuova esaltante collana: Cosmo Color!

Le migliori produzioni fumettistiche di area francofona in formato album e a colori! L’inizio è affidato al western, con Wanted, di Simon Rocca e Thierry Girod!


Sono ormai, notoriamente, un estimatore, anzi, meglio un “seguace” della Editoriale Cosmo. Non mi perdo una loro uscita, acquisto regolarmente tutte le collane che stanno pubblicando, per cui non potevo assolutamente perdermi questa nuova iniziativa. Cosmo Color va oltre la già meritoria opera di pubblicare fumetti di area Bande dessinée, in bianco e nero e in formato bonellide con risultati apprezzabili ed ad un prezzo veramente invitante. Con questa iniziativa la casa editrice emiliana proporrà appunto fumetti a colori e in formato album, sempre ad un prezzo contenuto.

Si inizia con una serie di notevole livello qualitativo: Wanted, scritta da Simon Rocca, disegnata da Thierry Giraud e colorata da Jocelyn Charrance. Si tratta di un western cupo e cruento con una sceneggiatura che non evita di mostrare le pulsioni più estreme e aggressive dell’animo umano.

Azione e Pathos si fondono, in questo primo numero, per offrire i caratteri e le caratteristiche più tipiche del western, mescolando scenari e paesaggi alla John Ford e personaggi e situazioni alla Sergio Leone, donando tavole ricche e suggestive, che accompagnano alla grande testi e dialoghi accattivanti, brevi ed efficaci,  che non si perdono in dettagli, con un certo gusto per l’essenziale. Momenti di introspezione e riflessione vengono ben inseriti a far da contraltare alle scene più crude e dando brevi pause all’azione pura in stile “vecchia frontiera”.

Forma e sostanza, stile e “mestiere” trovano un loro efficace equilibrio, appagando il lettore sia sotto il profilo artistico ed estetico che per la lettura soddisfacente ed intrigante, ne sono la prova i disegni, ottimi, di Giraud, i colori della Charrance e la scrittura di Rocca, in grado di descrivere ed intrattenere tenendo d’occhio la qualità, per una resa complessiva, che richiama letteratura e cinema, con sapiente misura.
logo della Editoriale Cosmo
 

venerdì 11 ottobre 2013

Giallo, Noir & Thriller/14




Titolo: Supermarket
Autore: Renato Di Lorenzo
Editore: Foschi – 2007

Questo romanzo, a metà strada tra giallo e noir, con qualche elemento thriller, ha il merito di proporre una protagonista, Olivia Taglio, che merita attenzione, per quanto riesce ad essere tanto interessante ed intrigante.

L’indagine in cui è coinvolta non è propriamente classica, poiché Di Lorenzo, basandosi sulla sua lunga ed approfondita esperienza in tema di finanza e statistica, infarcisce il romanzo di elementi economici e invita il lettore a prendere dimestichezza con fogli Excel e formule matematico-statistiche.

Invero questi elementi, in un primo momento, rischiano di appesantire la lettura e far venire desideri di fuga a chi legge, ma superato l’imbarazzo (o il fastidio) iniziale, ci si addentra in una vicenda non banale, in cui ogni personaggio è ben caratterizzato e svolge il suo ruolo con ottimo risultato. I riferimenti biografici della protagonista sono stimolanti, sebbene alcune ripetizioni e situazioni proposte tendono ad essere vagamente stucchevoli. Una spruzzata di financial thriller all’italiana, genere di cui l’autore è uno dei maggiori esponenti, stimola la curiosità e si affianca ai colpi di scena, ben dosati, che si trovano lungo il romanzo. Attualità e finzione, ricostruzione e dettagli di cronaca si mescolano bene in una scrittura precisa e scattante, che sa farsi riflessiva quanto basta per non togliere spazio all’azione.

Unico neo: la protagonista è originaria e periodicamente torna nell’oltrepò pavese, in particolare in una cittadina di cui è originario un bieco individuo per cui ho lavorato e che detesto cordialmente. Ma non è colpa di Olivia e nemmeno del suo autore.

Voto: 7+

“Milano. A poco meno di 30 anni Milano Olivia Taglio deve inventarsi un'occupazione: apre un'agenzia investigativa sui navigli e la chiama Supermarket. E così nella sua vita irrompono un manager di successo e la sua "innocente" figlia Emma, coinvolti in un feroce assassinio, e torna dal passato Olmo, un matematico leninista, che la tormenterà con una vicenda di violenza vissuta nell'adolescenza. Riuscirà Olivia, nella sua inesperienza, a risolvere il caso? Olmo, nel frattempo, troverà una formula per vincere a qualunque gioco, e la svelerà al lettore nel corso del romanzo.”
(Sinossi da IBS.it)

martedì 8 ottobre 2013

Gravity


A proposito di Gravity


Tra Fantascienza, Fisica, Fantasy e altro ancora (senza necessariamente che inizi per F).

In molti sono andati o andranno al cinema, prossimamente, a vedere il nuovo film con protagonisti George Clooney e Sandra Bullock.

Questo film, a quanto ho capito, sta animando dibattito e confronto fra “semplici” spettatori e quanti, entrando nelle sale, possono vantare una laurea, o quantomeno studi superiori, in fisica, astrofisica, scienze simili e parallele.

Il punto centrale sembra essere o, meglio, giostrare tra il “fare le pulci” a tutti gli errori (mi dicono marchiani) presenti nel film, in merito alle leggi fisiche e a quanto accade o accadrebbe nello spazio (orbita, velocità, assenza o presenza del suono, gravità per l’appunto e altro ancora) e il “godersi un film”, come in genere si tende a fare quando si spende una cifra non indifferente per sedersi su una poltrona e farsi investire da immagini e musiche.

Tra gli spettatori capita, è inevitabile, che ci possano essere esperti delle materie e tematiche sopra menzionate, nerd puntigliosi, svagati teen ager, ma anche invasati studenti universitari oppure coppie, amici, single o famiglie che vanno al cinema esercitando la comune e a volte salvifica “sospensione dell’incredulità” (sebbene a volte capiti che confini pericolosamente con la presa per il culo, vedi l’ultimo Batman di Nolan).


Insomma, non prendo diretta posizione, poiché non ho ancora visto “Gravity” e temo che non riuscirò a farlo, causa una intensa ed impegnativa vita familiare, ma mi soffermo su una riflessione ricorrendo alle immortali parole di Michele Apicella/Nanni Moretti in “Sogni d’Oro” (1981):

“Tutti si sentono in diritto, in dovere di parlare di cinema. Tutti parlate di cinema, tutti parlate di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io? Parlo mai di biologia, io? Parlo mai di neuropsichiatria? Parlo mai di botanica? Parlo mai di algebra? Io non parlo di cose che non conosco! Parlo mai di epigrafia greca? Parlo mai di elettronica? Parlo mai delle dighe, dei ponti, delle autostrade? Io non parlo di cardiologia! Io non parlo di radiologia! Non parlo delle cose che non conosco!”


lunedì 7 ottobre 2013

Citazioni Cinematografiche n.13


Lucia: Guarda che Marco ha molti interessi, fa un sacco di cose.. forse non lo dà a vedere, ma è un tipo molto umano!
Bart: Quello è un caso umano, non è un tipo umano!
Lucia: L'anno scorso è andato due volte in Bosnia con un camion di aiuti umanitari.
Bart: Che... che cosa c'entra? io sono andato in Polonia con una Panda senza rompere i coglioni a nessuno! Certe volte proprio non ti capisco...

(Lucia/Mandala Tayde e Bart/Libero De Rienzo in “Santa Maradona”, di Marco Ponti - 2001)


domenica 6 ottobre 2013

La Leggenda n.1 di Yves Swolfs




Editoriale Cosmo inaugura una collana dedicata al fumetto fantasy!


Si inizia con uno degli indiscutibile capolavori del maestro belga Yves Swolfs: La Leggenda!

La casa editrice di Zola Predosa (BO) non poteva farmi regalo migliore: dopo aver goduto di alcuni fantastici lavori di Yves Swolfs, “Il Cacciatore” e “Dampierre” in particolare, ora porta in edicola, ad un prezzo come al solito veramente popolare, una serie da leggere e assaporare assolutamente.

“La Leggenda” dimostra le doti e la versatilità del maestro belga, una “punta di diamante” nel mondo del fumetto, franco-belga nello specifico, qui ideatore, creatore, sceneggiatore e disegnatore.

Swolfs infatti sa creare, sceneggiare e disegnare storie horror, poliziesche (James Healer) ed anche western, come Durango e Black Hills (serie entrambe veramente di ottimo livello), riuscendo a delineare trame leggibili, avvincenti e appassionanti e a scrivere testi e dialoghi ben costruiti. Con questo primo numero de La Leggenda, che inaugura la collana Cosmo Serie Verde dedicata al fantasy, si conferma la mia assoluta preferenza per i suoi lavori.

Siamo di fronte non ad un semplice fumetto, non ad una serie banalmente inseribile nel genere Sword and Sorcery, bensì abbiamo tra le mani vera “letteratura per immagini”!


Ovvero “La Leggenda” è un vasto, avvincente ed intenso affresco narrativo, che oltre ai temi e caratteristiche della letteratura fantasy, presenta la complessità della grande letteratura, senza peraltro appesantire la lettura, che risulta fin dalle prime tavole intrigante e capace di appassionare.

Il passaggio e l’alternarsi tra presente e passato del giovane Tristan di Halsbourg, cavaliere errante e perseguitato da uomini spietati, l’uso magistrale della voce fuori campo richiamano ottime competenze narrative e di rappresentazione, ben evidenziate da tavole in più casi vicine alla perfezione.


I disegni sono magnifici. Il bianco e nero valorizza il tratto di Swolf, specialmente se si prendono in considerazione le sequenze ambientate negli esterni, cupe e pericolose foreste, e quelle negli interni, inquietanti e claustrofobiche sale all’interno di castelli e manieri. I primi piani sono di matrice cinematografica e il tratto è attento ai dettagli che evocano e definiscono le peculiarità di ogni personaggio.


La costruzione delle tavole è originale e funzionale alla narrazione, particolarmente nelle sequenze dei combattimenti e degli inseguimenti.

 Probabilmente la serie migliore fin qui proposta dalla Editoriale Cosmo.

Yves Swolfs