lunedì 14 ottobre 2013

Citazioni Cinematografiche n.14


Batou: Una cyborg che fa immersione nel tempo libero. Non è un buon segno. Da quando in qua fai cose del genere? Non hai paura del mare? E se i galleggianti smettessero di funzionare?
Kusanagi: Allora morirei, e basta. Oppure ti tufferesti a salvarmi? Non ti ho costretto io a venire qui.

Batou: Senti, com'è immergersi?
Kusanagi: Non hai fatto anche tu le esercitazioni subacquee?
Batou: Non sto parlando di una vaschetta come quella, ma del mare.
Kusanagi: Ciò che provo è paura. Ansia. Solitudine. Buio. Poi, forse... speranza.
Batou: Speranza? In quelle acque buie?
Kusanagi: Quando sto per riemergere, avvicinandomi alla superficie, a volte mi sembra di poter diventare qualcun altro.
Batou: Non è che vuoi mollare la sezione 9?
Kusanagi: Batou? Quanta parte del tuo corpo è originale?
Batou: Che domanda è? Sei ubriaca?
Kusanagi: Comodo, vero? Basta volerlo, e gli impianti chimici all'interno dei nostri corpi metabolizzano tutto l'alcol contenuto nel sangue in pochi secondi, e torniamo sobri. Così possiamo starcene qui a bere mentre siamo in stato di allerta. L'essere umano non riesce a esimersi dallo sviluppare qualsiasi tecnologia possibile; è come se facesse parte del suo istinto. Metabolismo controllato. Percezioni sensoriali incrementate. Riflessi e capacità muscolare maggiorati. Velocità e capacità di elaborazione dati potenziate all'estremo. Tutto grazie ai nostri cervelli e corpi cibernetici. Non avremmo diritto di lamentarci, se non fosse che non riusciamo più a sopravvivere senza manutenzione di alto livello.
Batou: Ma questo non significa che abbiamo venduto anche l'anima alla Sezione 9.
Kusanagi: Certo, abbiamo il diritto di lasciare la sezione o andare in pensione, ma solo se restituiamo i nostri corpi cibernetici e le nostre memorie al Governo. Come sono necessarie numerose parti per fare un corpo umano, ci sono un numero incredibile di cose necessarie per definire completamente un individuo. Un viso per distinguerti dagli altri. Una voce della quale non sei consapevole. La mano che osservi quando ti svegli. I ricordi dell'infanzia, il presagio del futuro. Ma non è tutto. C'è la distesa di dati dell'enorme rete alla quale posso accedere con il mio cervello cibernetico. Anch'essa forma una parte di me, e dà vita a questa coscienza chiamata "io". E allo stesso tempo mi tiene limitata tra confini prestabiliti.
Batou: È per questo che ti immergi in mare con un corpo che va solo a fondo? Che cosa diavolo vedi, in quelle acque buie?
Kusanagi: È come se stessimo guardando uno specchio, ora. Ciò che vediamo ci appare confuso.

(Batou e maggiore Motoko Kusanagi in “Ghost in the Shell, di Mamoru Oshii - 1995)


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