Batou: Una cyborg che fa immersione nel tempo libero. Non è
un buon segno. Da quando in qua fai cose del genere? Non hai paura del mare? E
se i galleggianti smettessero di funzionare?
Kusanagi: Allora morirei, e basta. Oppure ti tufferesti a
salvarmi? Non ti ho costretto io a venire qui.
Batou: Senti, com'è immergersi?
Kusanagi: Non hai fatto anche tu le esercitazioni subacquee?
Batou: Non sto parlando di una vaschetta come quella, ma
del mare.
Kusanagi: Ciò che provo è paura. Ansia. Solitudine. Buio. Poi,
forse... speranza.
Batou: Speranza? In quelle acque buie?
Kusanagi: Quando sto per riemergere, avvicinandomi alla
superficie, a volte mi sembra di poter diventare qualcun altro.
Batou: Non è che vuoi mollare la sezione 9?
Kusanagi: Batou? Quanta parte del tuo corpo è originale?
Batou: Che domanda è? Sei ubriaca?
Kusanagi: Comodo, vero? Basta volerlo, e gli impianti chimici
all'interno dei nostri corpi metabolizzano tutto l'alcol contenuto nel sangue
in pochi secondi, e torniamo sobri. Così possiamo starcene qui a bere mentre
siamo in stato di allerta. L'essere umano non riesce a esimersi dallo
sviluppare qualsiasi tecnologia possibile; è come se facesse parte del suo
istinto. Metabolismo controllato. Percezioni sensoriali incrementate. Riflessi
e capacità muscolare maggiorati. Velocità e capacità di elaborazione dati
potenziate all'estremo. Tutto grazie ai nostri cervelli e corpi cibernetici.
Non avremmo diritto di lamentarci, se non fosse che non riusciamo più a
sopravvivere senza manutenzione di alto livello.
Batou: Ma questo non significa che abbiamo venduto anche l'anima alla Sezione 9.
Batou: Ma questo non significa che abbiamo venduto anche l'anima alla Sezione 9.
Kusanagi: Certo, abbiamo il diritto di lasciare la sezione o
andare in pensione, ma solo se restituiamo i nostri corpi cibernetici e le
nostre memorie al Governo. Come sono necessarie numerose parti per fare un
corpo umano, ci sono un numero incredibile di cose necessarie per definire
completamente un individuo. Un viso per distinguerti dagli altri. Una voce
della quale non sei consapevole. La mano che osservi quando ti svegli. I
ricordi dell'infanzia, il presagio del futuro. Ma non è tutto. C'è la distesa
di dati dell'enorme rete alla quale posso accedere con il mio cervello
cibernetico. Anch'essa forma una parte di me, e dà vita a questa coscienza
chiamata "io". E allo stesso tempo mi tiene limitata tra confini
prestabiliti.
Batou: È per questo che ti immergi in mare con un corpo che
va solo a fondo? Che cosa diavolo vedi, in quelle acque buie?
Kusanagi: È come se stessimo guardando uno specchio, ora. Ciò
che vediamo ci appare confuso.
(Batou e maggiore Motoko Kusanagi
in “Ghost in the Shell, di Mamoru Oshii - 1995)
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