venerdì 25 settembre 2015

Giallo, Noir & Thriller/26


Titolo: Quando il Rosso è Nero
Autore: Qiu Xiaolong
Traduttore: Fabio Zucchella
Editore: Marsilio - 2008

Riguardo al precedente “Visto per Shangai” ho scritto che il principale motivo di interesse era dato dalla figura dell’ispettore Chen Cao, colto, appassionato di poesia ed esperto di cucina, che opera in un paese come la Cina dove antico e moderno, nuovo e vecchio fin troppo spesso si mescolano, causando un fastidioso senso di smarrimento e quasi di nausea. In questo “Quando il Rosso è Nero” l’indagine che origina dal ritrovamento del cadavere di una giovane donna è condotta soprattutto grazie al contributo del vice Yu. A mio parere la narrazione e l’intera storia ne giovano, dal momento che quantomeno una visuale diversa sulla Cina contemporanea aiuta il lettore ad entrare in una porzione di storia cinese del 900 non semplice da affrontare. Amore, violenza e morte dalla Rivoluzione Culturale al nuovo corso degli anni finali del secolo scorso, fra ambienti rurali descritti sotto il profilo umano e sociale, nightclub, ristoranti equivoci e altri luoghi di ritrovo frequentati dai nuovi ricchi e da dirigenti di partito.

Quello che rischiava di essere un affresco sociale e sociologico diventa, grazie alle indagini del buon Yu, un romanzo giallo tutto sommato interessante e coinvolgente, in cui i riferimenti storici e culturali e la ricostruzione di un periodo ambientano e giustificano la trama e sono funzionali alla lettura. L’espediente narrativo messo in atto da Qiu Xiaolong è efficace: il cadavere ritrovato è quello di una scrittrice dal passato “controverso”, il cui romanzo viene più volte richiamato quasi a farne un’opera contenuta all’interno di un’altra, regalando varietà e motivo ulteriore di interesse.

Un po’ meno poesia appiccicata a beneficio più dell’autore che del lettore, maggiore azione e relativi cadaveri che soddisfano il desiderio di avere tra le mani un’indagine degna di questo nome e che stimoli in chi legge la voglia di scoprire cosa accadrà nelle successive pagine. Rimane uno stile di scrittura a volte fin troppo lento, ma almeno risultano limitate le pagine di pura meditazione che alla lunga annoiano.





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