Titolo:
L'Angelo
Nero
Autore:
Kjell
Ola Dahl
Traduttore:
Giovanna Paterniti
Editore:
Marsilio – 2017
Se nel
precedente romanzo di Kjell Ola Dahl di cui ho parlato (Il Corpo di Ghiaccio)
l'attenzione del lettore era concentrata pressoché esclusivamente su
una figura femminile, qui ne “L'Angelo Nero” il
protagonista torna ad essere l'ispettore Gunnarstranda.
Lo troviamo
all'inizio del libro alle prese con la morte, l'omicidio di un
poliziotto. Un delitto avvenuto a tarda notte, nei pressi di un bar
frequentato da molti colleghi a pochi passi dalla centrale di
polizia. Un omicidio dalle caratteristiche poco chiare, con molti
elementi che creano difficoltà e disagio ai colleghi chiamati ad
indagare. Non ultimo elemento di disagio è il fatto che a capo
delle indagini ci sia il “nostro” Gunnarstranda. È mal
sopportato dagli altri poliziotti coinvolti a causa di quanto
avvenuto circa un mese prima, ovvero proprio lui aveva fatto scattare
una indagine interna, a livello disciplinare, proprio in merito ai
comportamenti del collega ucciso.
Ivan Killi,
questo il nome del collega ucciso, non era simpatico a Gunnarstranda,
che rimane eccentrico quanto basta e non facile da sopportare durante
un'indagine, ma sempre “sul pezzo” e capace di intuizioni e
ragionamenti difficili per altri. Tagliato fuori da quel caso, si
ritrova a lavorare nuovamente con l'ex collega Frank Frølich nella
sezione persone scomparse. I due devono indagare sulla sparizione
dell’avvocato Werner Welhaven, avvenuta a seguito di una serie di
eventi e dietro più di un segreto. A mano a
mano che il lavoro procede, Gunnarstranda si rende conto che le due
indagini sono inevitabilmente intrecciate. A
questo punto il lettore viene posto di fronte ad un possibile,
probabile collegamento fra la scomparsa di un avvocato e l'uccisione
di un poliziotto in seguito ad una rissa.
Mentre
praticamente tutto il corpo di polizia rema contro, consapevolmente e
colpevolmente oppure per semplice reazione e mal interpretato spirito
di corpo, Gunnastranda insiste nel far procedere le due indagini che
da parallele divengono intrecciate e clamorosamente sovrapponibili.
Se si trova il responsabile della morte di Killi, si scoprirà cosa è
accaduto all'avvocato e perché, oppure scavando nel passato di
quest'ultimo si otterranno elementi per risolvere l'altro enigma.
L'intreccio
è ottimo, la scrittura chiara e scorrevole, le situazioni più che
plausibili e non mancano colpi di scena e momenti di azione. In una
Oslo estiva, fra poliziotti corrotti, segreti familiari,
insabbiamenti e ostruzionismi, psicologhe dal comportamento non
proprio limpido, ragazze problematiche e conti bancari che nascondono
azioni al limite del legale il libro procede e coinvolge, convince e
fa conoscere ancora meglio il suo protagonista e gli altri personaggi
di questa serie, che Marsilio continua a pubblicare.
Nella
notte di un caldo sabato di agosto, Ivar Killi, poliziotto in
congedo, viene ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo a pochi
passi dal dipartimento di polizia di Oslo. Le indagini vengono
affidate all’ispettore Gunnarstranda, ma tra i colleghi c’è chi
non è d’accordo, e non fa nulla per nascondere disprezzo e rabbia
nei suoi confronti. Prove determinanti spariscono dal suo stesso
ufficio e dall’appartamento sigillato della vittima, in particolare
una scheda di memoria contenente alcune foto che ritraggono una
ragazza molto giovane con indumenti fetish, imbavagliata e legata a
una sedia. Qualcuno sta facendo di tutto per ostacolare il suo
lavoro, e alla fine il caso gli viene tolto. Gunnarstranda torna così
a far coppia con Frank Frølich, e insieme a lui dovrà occuparsi
della scomparsa di un noto avvocato, seguendo un’indagine che, per
vie fortuite, lo riporterà sulle tracce dell’omicidio di Killi.
(da giallosvezia.it)
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