Titolo:
Il
Corpo di Ghiaccio
Autore:
Kjell
Ola Dahl
Traduttore:
Giovanna Paterniti
Editore:
Marsilio – 2014
Il
romanzo, che scrivo subito mi ha conquistato, vede protagonista non
tanto il già conosciuto Gunnarstranda, tantomeno Frølich che al
momento risulta sospeso e fuori dai giochi in seguito a quanto
accaduto in “False Apparenze”, bensì
Lena Stigersand.
Proprio
il suo personaggio, il nuovo ispettore che affianca Gunnarstranda
nelle indagine raccontate, è a mio parere uno dei punti forti de “Il
Corpo di Ghiaccio”.
Dopo
una classica, ma sempre avvincente ed in questo caso indovinata
apertura, ovvero l’inseguimento di una donna che cerca di sfuggire
a chi la vuole uccidere confondendosi, prima tra la folla, e poi
nelle gallerie della metropolitana di Oslo, il lettore non può fare
a meno di fidarsi di Dahl,
che lo conduce, pagina dopo pagina, in una doppia indagine, due
omicidi i cui punti di contatto si fanno via via più evidenti.
Si
diceva di Lena, appunto. Ebbene il suo è un personaggio femminile
che non presenta elementi eroici o di straordinarietà.
Anzi, è molto ordinaria e non esente da incertezze e timori, dubbi e
moti dell'animo che le rendono più complicato vivere. Amante dello
sci di fondo e del vino bianco, risulta schiacciata dal senso del
dovere, una “classica” brava ragazza che vuole svolgere bene il
proprio lavoro, che però si lascia coinvolgere da dinamiche
avventurose che, probabilmente, un minimo di buon senso basterebbe ad
allontanare.
L'autore
ce la rende simpatica e alla fine si partecipa alle sue indagini,
alle sue giornate, ricche di guai e pericoli non solo nelle strade di
Oslo, ma persino all'interno delle mura domestiche. In questo modo,
dopo le prime pagine a cui si accennava, il romanzo procede ad un
buon
ritmo,
a volte accelerando altre rallentando un minimo, e continua a
svilupparsi in modo sicuro e convincente. Gli eventi, le indagini, le
opportune descrizioni (mai
pedanti o noiose),
tutti i personaggi hanno un proprio spazio, un loro ruolo, una loro
ragione d'essere. La
lettura è avvincente, anche grazie a questa cura, che fa sì che
Dahl trovi la giusta misura, fra azione, pathos, adrenalina, gusto
del dettaglio e caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni.
Nel
corso della lettura ci si districa fra segreti, complotti, interessi
legati al mondo della Finanza, in particolare al petrolio norvegese,
questioni politiche, intrighi, ambizione e manipolazione della verità
che si mescolano insieme in questo romanzo che, come detto, sceglie
di ruotare intorno ad una non banale figura femminile. Una donna
ordinaria per certi versi, con i propri principi e le proprie
angosce, che si ritroverà ad essere in pericolo in un “gioco più
grande di lei”. Screditata in campo professionale, messa alla prova
nella vita privata, ma che, scoprendo di essere meno sola di quanto
pensi, riuscirà ad alzare la testa, scendere a patti con i propri i
errori e debolezze e mettere in campo intelligenza ed integrità, per
riuscire così a portare a termine l'incarico affidatole.
Personalmente
una conferma delle capacità e del valore di Kjell
Ola Dahl, uno degli autori di gialli nordici che preferisco, anzi
forse non solo di quelli ambientati vicino al Circolo Polare Artico.
Mancano
poche settimane a Natale, quando una donna cerca di fuggire a un
misterioso inseguitore, infilandosi nelle gallerie della
metropolitana di una Oslo buia e fredda. Quello stesso giorno, dalle
gelide acque del porto viene ripescato il corpo senza vita di
Sveinung Adeler, giovane funzionario ministeriale impiegato al
dipartimento delle Finanze. Aveva trascorso la sera precedente a
brindare in un locale, forse aveva bevuto troppo? Potrebbe essere
scivolato dal pontile? (da
giallosvezia.it)
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