Titolo: Respiro Corto
Autore: Massimo Carlotto
Editore: Einaudi – 2012
Dopo la fortunata e appassionante serie dell’Alligatore,
interamente pubblicata da E/O, e aver raccontato con dovizia di
particolari i misfatti e crimini del Nord Est, Massimo Carlotto
si sposta a Marsiglia.
Come già in alcuni romanzi precedenti, Carlotto
ci presenta la sua idea di noir, ormai strettamente legato alla cronaca,
attento ad indagare e mostrare i nuovi confini e caratteristiche del crimine
odierno. Pertanto “Respiro Corto”, con la sua scrittura agevole, i
dialoghi veloci e taglienti, i suoi tanti personaggi che calcano la scena, con
riferimenti, veri e concreti, alla nostra contemporaneità, non è solo un
romanzo di intrattenimento, di evasione, ma di vera e propria indagine. Meno
che in alcuni di quelli, ambientati in Italia, che lo hanno preceduto, ma pur
sempre ci viene proposto un secondo livello di lettura.
L’incontro, la rivalità e lo scontro fra gangster
“vecchio stile” del Milieu, e i nuovi criminali, imprenditori, politici,
maghi della finanza, è il pretesto per denunciare la connivenza fra poteri
forti e “personaggi rispettabili” nel delinquere a grandi livelli. Riciclaggio,
smaltimento rifiuti, edilizia urbana, nuove tecnologie, contrabbando, chimica e
finanza sono i nuovi terreni dove il crimine prospera e si ingrassa, mentre i
governi si dedicano alla lotta alla microcriminalità, più per esigenze
elettorali e comodità che per reale convinzione.
Con queste peculiarità Carlotto ci racconta
una intrigante storia, che, pur avendo il suo clou a Marsiglia, sulle
rive di quel Mediterraneo neo frontiera, spazia dai boschi radioattivi di
Cernobyl ai caveau delle banche svizzere, con evidenti interessi dei governi e
dei servizi segreti. Una odiosa gang di privilegiati, la Dromos Gang,
incarna al meglio quella nuova criminalità di cui si è parlato. Zosim, Sunil,
Giuseppe, Inez si sono conosciuti studiando Economia a Leeds. Brillanti,
impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro
giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle giungono a Marsiglia convinti che
il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre più veloce di
tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un
tenace boss corso di lunga carriera e una poliziotta in disgrazia che ha
un'idea tutta sua della giustizia.
Completano il quadro altri personaggi che, seppur
meno delineati, contribuiscono alla trama e al dipanarsi di un romanzo che
si fa fatica a lasciare, catturati da uno stile efficace e da un intreccio
presentato con padronanza. Poi il fatto che ad avere la meglio, almeno per
ora, sia il vecchio boss corso, che ricaccia indietro, a mani pressoché
vuote, i quattro “figli di papà”, un po’ di soddisfazione me la regala.
Massimo Carlotto |
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