Un po’ di
delusione con il numero 14 de “Le Storie”.
Prima o poi doveva capitare, ne sono consapevole, ma
dispiace che sia accaduto con un albo sceneggiato e disegnato da Carlo
Ambrosini.
Il disegnatore bresciano mi è molto caro, grazie
alle tavole che ha proposto su “Napoleone”, “Jan Dix” e ancora prima su “Dylan
Dog” e “Ken Parker”, però questa volta mi trovo ad esprimere
un’opinione non proprio positiva su “Cuore di Lupo”.
Non sono tanto i disegni a deludere, ci
mancherebbe, anzi questi sono, a mio avviso, la nota positiva, soprattutto
grazie alla cura dedicata a ritrarre i grandi spazi dell’Ovest americano e le caratterizzazioni
grafiche dei personaggi. La nota negativa risiede nella sceneggiatura
e nei dialoghi. Si parte forte, con azione e dinamismo, ma poi la
situazione si fa statica, pesante, poco coinvolgente ed il ritmo ne risente
fortemente.
Nessun personaggio “arriva” al lettore, che si
ritrova di fronte a vari caratteri, nessuno veramente trascinante. Il
“protagonista”, poi, in sintonia con la sua natura a cavallo fra due mondi e
due culture, rimane poco definito e scarsamente stimolante, quasi uno
spettatore abusivo di fronte ad eventi che sembra non lo riguardino. Alla fine
la storia accelera e si arriva ad un epilogo poco convincente e che
lascia poi spazio ad annotazioni e riflessioni un po’ stucchevoli.
Sembra quasi che Ambrosini, in quest’albo,
abbia voluto presentare una tesi, cosa pericolosa (gli albi a tema in
genere sono poco riusciti) lasciando da parte lo sviluppo e cura del “plot
narrativo”. La tematica dei e sui Nativi d’America è per me
interessante, sono certo di questo, ma da un albo di questa serie mi aspetto
coinvolgimento e di essere catturato da una bella storia. Io ho bisogno di
belle storie, questa non mi sembra lo sia e me ne dispaccio, anche perché
l’autore mi faceva ben sperare (il precedente curato da Ambrosini, “No
Smoking”, mi era piaciuto, nonostante qualche didascalia di troppo e qualche
scelta in tema di comunicazione non pienamente convincenti).
Questa mia valutazione è sinceramente influenzata
dal buon livello offerto e tenuto fino a questo punto da questa collana.
Probabilmente in altri momenti sarei stato più “sfumato” nell’esprimere le mie
impressioni.
“Cuore di Lupo” ha poi un ulteriore, per me grave,
difetto, ovvero il “cattivo” presentato non convince, sembra una banale
macchietta e ha poca personalità. Un cattivo come si deve avrebbe aiutato la
storia e avrebbe, almeno in parte, supplito alla pochezza dello sbiadito
protagonista, che almeno ha una fidanzata molto carina, quasi quanto quella di
“Jan Dix”, alla quale assomiglia molto (un caso?).
Nessun commento:
Posta un commento