venerdì 2 maggio 2014

Garrett, Bob Dylan, Peckinpah ed i Guns 'n' Roses


Recentemente ho letto e apprezzato “Garrett - Ucciderò ancora Billy the Kid”, fumetto sceneggiato da Roberto Recchioni e disegnato da Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina e Werther Dell’Edera.

Verrebbe da sconsigliarne la lettura ai “puristi” del western classico, data la disinvoltura con cui sceneggiatura e disegni affrontano uno degli episodi più conosciuti e dibattuti dell’epopea della “frontiera”. Vengono messi da parte scrupoli e riverenze di sorta per presentare ciò che sarebbe potuto accadere dopo la morte di Billy the Kid/William Bonney per mano dell’amico Pat Garret, divenuto sceriffo. Con un dato essenziale quanto insolito, se non sconvolgente, ovvero il Kid è diventato un “pelleossa”, uno zombie!

Per chi, invece, si sente libero dal “rispetto” per la storia originale, la lettura risulterà divertente, appagante e quindi consigliabile!


Ebbene, ed ora giungo al tema centrale di questo post, stimolato da questa lettura ho riascoltato negli ultimi giorni la colonna sonora di “Pat Garret & Billy the Kid”, film western del 1973, per la regia di quell’irregolare che era Sam Peckinpah.

Il regista statunitense, in quegli anni, stava a suo modo rileggendo ed in parte rivoluzionando il genere western. Opera che lo aveva già portato a dirigere film come “Il Mucchio Selvaggio”, “Sierra Charriba” e “Sfida nell’Alta Sierra”. La colonna sonora venne affidata a Bob Dylan, che tra l’altro reciterà nel film stesso, impersonando il misterioso Alias.
Bob Dylan/Alias
James Coburn e Sam Peckinpah sul set
Il brano più famoso è senza dubbio “Knockin’ on Heaven’s Door”, inserito ad accompagnare una delle scene più intense e significative, ovvero quando lo sceriffo Pat Garrett uccide Billy. Il testo fa esplicito riferimento a quanto sta accadendo ed allo stato d’animo di Pat, che pone fine alla vita dell’uomo che è stato suo grande amico. Commozione e senso della fine, di una vita, di un’amicizia, di un’epoca vengono sottolineate da musica, parole e immagini.

Il pezzo, in fondo, è abbastanza semplice ed immediato, ragione per cui risulta essere uno dei motivi più riproposti, utilizzati, riscritti e “omaggiati”.

“Knockin’ on Heaven’s Door”, oltre a divenire uno dei “cavalli di battaglia” di Dylan, conoscerà una immensa fortuna, anche, forse soprattutto, grazie alla quantità di cover che artisti dei più svariati generi musicali proporranno, pressoché senza sosta dalla metà degli anni 70 in poi. Solo per citare qualche nome, stiamo parlando di Eric Clapton, The Grateful Dead, Bruce Springsteen, Aretha Franklin, Roger Mc Guinn dei The Byrds, Bob Marley, Roger Waters, U2 e così via, che hanno reinterpretato il brano, aggiungendo o “spostando” qualcosa, secondo il personale gusto o le tendenze del momento.

Non c’è comunque scampo, poiché la cover più riuscita e conosciuta, tanto da offuscare l’originale, risulta essere quella dei Guns ‘n’ Roses, che la proponevano dal vivo fin dagli esordi. Divenne un brano imprescindibile del loro repertorio, tanto che furono costretti ad inserirlo, stabilmente, nella scaletta dei loro concerti e ad inciderne una versione nell’album Use your Illusion II.


Quello che era un brano folk, senza dubbio, diviene occasione per i virtuosismi di Slash, il riccioluto chitarrista della band californiana, che non si lascia sfuggire l’occasione di esibirsi in assoli lunghi ed intensi, con immancabile sigaretta, che funzionano alla grande, riuscendo anche a far passare in secondo piano Axl Rose in mutande.







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