venerdì 9 maggio 2014

Dobbiamo morire tutti? Proprio tutti?


Frammento della Danza macabra, ad opera di Bernt Notke, presso la Chiesa di San Nicolò di Tallinn
La morte viene definita in vari modi, come la fine della vita, il compimento di un percorso, la conclusione di un’esperienza, totale o semplicemente terrena. La prospettiva può cambiare in base a credenze religiose o stili culturali, accostandola a termini come dolore, sofferenza, vita o altro ancora.

Si parla anche di mistero della morte, ci si interroga su quanto possa esserci dopo di essa, se ci sia qualcosa dopo la morte.

Come è possibile spiegare la morte ad un bambino? Quali parole usare, se si dovesse decidere di parlargliene? O anche solo come rispondere alle domande che lui potrebbe rivolgerci?

Il regista austriaco Michael Haneke, nel suo film “Il Nastro Bianco” (Palma d’Oro come miglior film al Festival di Cannes 2009), ci mostra un bambino chiedere della morte, le risposte della ragazza che si occupa di lui e la reazione del bambino stesso.


Mi sembra una scena bellissima, commovente e straziante allo stesso tempo, un esempio di come un bambino si accosta alla morte e la presa di coscienza infantile di fronte ad essa.


Michael Haneke



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