venerdì 23 maggio 2014

Mortemer, la Dama Bianca - Editoriale Cosmo


Un’antica abbazia, peraltro realmente esistente in Normandia, infestata, dai fantasmi, apparizioni, rumori sinistri, una maledizione che si abbatte su chiunque voglia mettere le mani su un tesoro nascosto. Quali ingredienti migliori per una ghost story, con qualche elemento gotico e un leggero aggiornamento di temi e ambientazioni? Questo è possibile trovare leggendo le pagine e facendosi catturare da “Mortemer”, abilmente sceneggiato da Valérie Mangin e ottimamente disegnato e colorato da Mario Alberti (una vecchia conoscenza per chi ama, o ha amato, Nathan Never).

Non si tratta di un vero e proprio horror, bensì di una rivisitazione di situazioni classiche per trattare e rappresentare orrori più quotidiani e rappresentare le umane nefandezze e bassezze. Tanti spunti e diversi temi, dei quali solo alcuni vengono sviluppati, forse anche per risaltare le personali intenzioni della Mangin e le doti di Alberti.

La narrazione in prima persona (posizionata nel futuro, poiché la storia è ambientata nel 2050), debitrice anche nei confronti del cinema, è suggestiva e accattivante, riuscendo a completarsi attraverso gli evocativi disegni ben colorati. Le scene notturne sono splendidamente inquietanti e narrativamente invitanti, svelando i vari elementi che compongono la storia mano a mano che si procede nella lettura, la quale non può accettare pause o stacchi di sorta, poiché la suspense cresce fino ad un finale che, sebbene non sia poi così “a sorpresa”, poiché gli indizi sparsi per le pagine risultavano, in conclusione, abbastanza indicativi, ripaga il lettore ed esalta le capacità di scrittura e di rappresentazione degli autori.

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