Subito dopo i grandi risultati ottenuti nel
culturismo, prima di dedicarsi alla soddisfacente carriera politica, Arnold
Schwarzenegger si è imposto nel Cinema.
Il primo ruolo di rilievo, particolarmente adatto
per il suo fisico e il suo accento fu quello di protagonista in “Conan il
Barbaro” (1982). Spinto dalla sceneggiatura di John Milius e Oliver Stone e
dalla regia di Milius, Conan rese Schwarzenegger noto a livello internazionale,
a cui fece seguito “Conan il distruttore” nel 1984.
Nello stesso anno Schwarzenegger ricoprì per la prima volta il
ruolo con cui probabilmente la maggior parte del pubblico lo identifica. Quello
del T-800 in “Terminator”, un cyborg assassino che viaggia nel tempo.
Quella di Terminator è fino a questo momento una pentalogia cinematografica, escludendo
la serie TV con protagonista Sarah Connor.
Per diletto e gusto personale propongo brevemente le
mie considerazioni sui cinque film, nella speranza che a qualche lettore, sia
esso occasionale o abituale, possano interessare, essere utili o anche solo
incuriosire.
TERMINATOR (1984), regia di James Cameron
James Cameron, con maestria e furbizia, ma anche
evidente passione, mescola scienza e fantascienza, per un thriller ad
alta tensione drammatica, dove sia le scene d’azione che quelle di pausa, per
“riprendere fiato”, conquistano lo spettatore. Ritmo cadenzato e ben
equilibrato nell’uso di effetti speciali e soluzioni tipiche dell’horror movie,
scene di violenza ben costruite e niente affatto gratuite. Il dramma
etico-morale passa un po’ in secondo piano rispetto alla ricerca dello
spettacolo, che risulta comunque apprezzabile, anche perché, forse, l’analisi
del rapporto uomo-macchina e la riflessione del progressivo disfacimento della
razza umana in nome della tecnologia e del progresso se spinto un po’ di più
avrebbe allontanato il pubblico. I personaggi sono costruiti molto bene e gli
interpreti azzeccati.
Voto: 8
TERMINATOR 2: IL GIORNO DEL GIUDIZIO (1991), regia di James Cameron
Nettamente inferiore del precedente, di cui perde i
pregi ed enfatizza i pochi punti deboli. Puro intrattenimento, senza
varianti di rilievo al tema dell’inseguimento. Il buon Arnold ritorna in scena,
ma fa la parte del buono, capace di far piangere di commozione il giovane
protagonista. Una pura operazione commerciale può anche offrire di meglio,
anche se il ritmo è elevato e ci sono scene non male purtroppo il risultato non
mi convince. Da vomito il greve moralismo che si percepisce.
Voto: 5,5
TERMINATOR 3: LE MACCHINE RIBELLI (2003), regia di Jonathan Mostow
Terzo episodio e nuovo regista. Leggermente
superiore al precedente perché, con onestà, si presenta come un’occasione per
presentare una serie di effetti speciali, senza l’attenzione alla narrazione ed
allo sviluppo dei personaggi. Operazione visiva riuscita, dove la regia sembra
volutamente disinteressarsi a pressoché tutto che non sia inquadratura ed
effetto penetrante delle immagini. Il film ha dalla sua un certo senso pratico
della narrazione, senza velleitarie intenzioni di sviluppo della trama, ed un
tutto sommato apprezzabile istrionismo recitativo-registico. Lascia seriamente
perplessi la composizione del cast, dove nessun interprete sembra aver colto il
personaggio assegnatogli, ma Schwarzenegger viene ricoperto d’oro,
saluta e ringrazia, mentre il cattivo, che qui è una “lei”, solletica le
fantasie maschili.
Voto: 6
TERMINATOR SALVATION (2009), regia di McG (Joseph McGinty
Nichol)
Lontanissimo, nelle intenzioni e nel risultato, dal
primo film del 1984. Se in quel caso, ma anche nel secondo film, Cameron era
riuscito a realizzare della buona science-fiction, con una non banale
riflessione sul ruolo della tecnologia, qui siamo di fronte a quanto di più
scarso a livello di costruzione narrativa e forma immagine ci si possa
aspettare da un film di guerra. Un imbarazzante Christian Bale è
l’esempio di una serie di personaggi mal presentati, mal utilizzati e messi
solo nelle condizioni di dare il peggio di sé, in una serie di scene che
gridano vendetta per come sono mal costruite. Puro bombardamento di effetti speciali,
al cui servizio tutto ruota. Ogni cosa viene banalizzata e si perde il senso di
una storia e di quanto in precedenza era stato raccontato e delle stesse
modalità con cui era stato presentato.
Voto: 4,5
TERMINATOR
GENISYS (2015), regia di Alan Taylor
Il quinto episodio è un prequel, cosa che di per sé
non sarebbe necessariamente un male, ma purtroppo sembra mostrarsi come la
misura del fatto che ad Hollywood non hanno più idee, voglia di originalità o
reale capacità creativa. Come per la serie di film sui supereroi, la sfilza di
remake, sequel e prequel, in questo caso si perde ogni minimo elemento positivo
di quanto risalente ai due film di Cameron e la si butta totalmente in sparatorie,
esplosioni, effetti speciali, che ovviamente da soli non sono sufficienti a
fare un buon film. Manca la scrittura, la capacità di proporre qualcosa di
sensato, il senso della misura e del buon gusto nella costruzione della trama,
delle singole scene e dei dialoghi, in questo nuovo modo di “fare cinema”.
Superficialità e disordine nella composizione della vicenda, personaggi
sconclusionati, in bilico fra action-movie, vaghi richiami alla fantascienza,
scialbi sentimentalismi fuori luogo e frenesie varie. Il nostro Arnold se la
cava con il mestiere, a 68 anni supera i più giovani, mentre la protagonista Emilia
Clarke (la si vede ne “Il Trono di Spade”) è un altro esempio della
moda degli ultimi anni di utilizzare ragazze attraenti nel ruolo di agguerrite
combattenti.
Voto: 4,5
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