sabato 27 ottobre 2018

Giallo, Noir & Thriller/59


Titolo: Quella gelida notte a Stoccolma
Autore: Tove Alsterdal
Traduttore: Lisa Raspanti
Editore: Newton Compton - 2015


Il titolo non tragga in inganno. Non si tratta del “solito” giallo svedese, dell'ennesimo noir nordeuropeo, pubblicazioni che hanno stancato molti. Perché in “Quella gelida notte a Stoccolma” si parte dalla Svezia per arrivare, in un coinvolgente moto centrifugo, in Argentina e Colombia. Nel corso del romanzo si passa dall'odierno agli anni 70, in un serie di salti avanti ed indietro nel tempo fra nordeuropa e sudamerica.

La morte di una giovane donna, troppo frettolosamente archiviata come suicidio, considerata la vita sregolata e segnata da abusi etilici e stravaganze varie della stessa, diviene occasione per una avvincente indagine, condotta dalla sorella minore, architetto e madre di due bambini. Se le caratteristiche che hanno fatto la fortuna e contraddistinto una “via scandinava” al giallo-thriller ci sono tutte, dall'attenzione ed efficace descrizione dei caratteri sia dal punto di vista fisico che psicologico alla soddisfacente narrazione delle scene d’azione, dove tutto viene abilmente descritto e “portato” dal lettore, l'autrice aggiunge altro. Con una scrittura scorrevole, capace di creare suspense e attesa, Tove Alsterdal ci offre più di un thriller, ovvero anche un ottimo lavoro di studio e di ricerca storica, abilmente inserito in una trama noir avvincente e ben costruita. 

 
Dopo le prime pagine in cui il lettore deve necessariamente prendere confidenza con i personaggi e le dettagliate descrizioni dei paesaggi urbani e naturali, ricche di nomi non facilmente memorizzabili, ci si trova a leggere curati dialoghi ricchi di emozione e sentimento che però potrebbero non bastare senza l'azione e la tensione che arrivano dopo un po'. La scelta di approfondire il passato della madre delle due sorelle, misteriosamente scomparsa nel 1978, ci permette di giungere al dramma della dittatura argentina di Videla e sodali. Così si sviluppa un doppio binario di narrazione, un parallelo che ci mostra come sia quaranta anni fa che oggi c'è qualcuno vittima di violenza e crudeltà da parte di chi sostiene di avere una missione da compiere. Combattere l'anelito di libertà presente nell'Argentina post-peronista oppure arricchirsi senza scrupoli. Uno dei meriti del romanzo è comunque riproporre con dovizia di particolari la tensione che attanagliava l’Argentina, il terrore, la privazione delle libertà individuali, il clima di delazione e di violazione dei diritti umani, le sparizioni e le torture che hanno segnato un continente, senza dimenticare di far vivere al lettore la tensione della vicenda, l'adrenalina di un'indagine, le sensazioni di una ricerca che molte sorprese porta ai protagonisti e a chi segue le loro vicissitudini, con una buona dose di colpi di scena ben distribuiti e sapientemente preparati.



In una fredda notte di primavera, Charlie Eriksson si butta da un balcone all’undicesimo piano di un condominio a Stoccolma. Poche ore prima della sua morte, un barbone però l’ha vista fuori da una discoteca, insieme a un uomo dai modi minacciosi. Ma chi potrebbe mai credere alla testimonianza di un senzatetto? Il caso viene archiviato come suicidio, anche perché la vita della giovane donna era segnata dall’abuso di droghe. Ma la sorella Helene vuole davvero capire quello che è successo a Charlie e comincia a dubitare che si sia suicidata. Perché era andata a Buenos Aires quattro settimane prima della sua morte? (da newtoncompton.com)


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