mercoledì 10 luglio 2019

Giallo, Noir & Thriller/69


Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autore: Ilaria Tuti
Editore: Longanesi - 2018

A volte mi capita di leggere libri contemporanei in cui i dialoghi risultano finti, al limite dell'artefatto e dell'innaturale, facendomi chiedere se esista veramente qualcuno che parli in quel modo, con una stupefacente ricerca di vocaboli ed una particolare cura nella scelta dei tempi e modi verbali. Sono d'accordo che la letteratura debba cercare, almeno un po', di salvaguardare l'educazione di una lingua e magari aiutare qualche lettore ad esprimersi in modo corretto, ma è mai possibile che tutti i personaggi di un romanzo riescano a dialogare tra loro come fossero usciti dall'Accademia della Crusca?

Nel caso di “Fiori sopra l'inferno” questo non accade, dal momento che i dialoghi sono molto vivi e reali, opportunamente dosati fra le pulsioni umane concrete, le enfasi e cadute proprie di persone comuni e la doverosa necessità di giungere alle “orecchie” di ogni lettore. Il discorso è diverso per quanto riguarda le descrizioni ambientali ed i passaggi di raccordo, dove invece ho notato un certo eccesso di enfasi, probabilmente voluta dall'autrice Ilaria Tuti proprio per evidenziare una comunque non disprezzabile distanza fra il parlato ed il raccontato/rappresentato.

Al centro di tutto c'è un bel personaggio femminile, Teresa Battaglia, una profiler che tra le montagne del Friuli (molto riconoscibili i luoghi descritti per chi li ha frequentati) si trova a fronteggiare sia una serie di eventi drammatici legati ad un passato angosciante che le sue problematiche fisiche ed emotive, che rischiano di farla precipitare in una rischiosa condizione psicologica . Questo aspetto, seppur qui ben esposto e oggettivamente coinvolgente, personalmente comincia a venirmi un po' a noia. L'ennesimo commissario dal passato cupo e misterioso, che si porta addosso cicatrici e spigolosità di ogni tipo, burbero e brusco con chi lavora e così via. Tutto vero, ma il fatto che Teresa Battaglia sia una profiler ed una donna oltre i 50 dona una certa originalità al tutto, il resto lo fanno i dialoghi e l'amore per i luoghi e le psicologie dei personaggi. Un thriller che procede molto serrato per due terzi abbondanti delle pagine, poi rallenta e qualche passaggio è al limite del “telefonato”, del prevedibile, anche se capacità di scrittura e solidità dell'idea non vengono mai messe in discussione.

Il lettore, superate le legittime riserve legate alla tipologia di protagonista, una donna molto “vera” seppur su un solco già ampiamente sfruttato, si gode la vicenda e in qualche modo si appassiona sia alla sorte delle vittime che dei colpevoli che, quali testimoni così come agenti dei fatti, donano un certo brio al tutto. Si perdonano quindi alcune lentezze, si gusta il mix fra tensione, violenza, tematiche sociologiche ed azione, con il desiderio, alla fine, di saperne di più sui protagonisti e sull'ambiente.






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