Il mese scorso scorso si è conclusa la prima annata
di “Orfani” e in questo ottobre si ricomincia con “Orfani – Ringo”.
Dopo i primi numeri non ho scritto più nulla sulla
serie, ripromettendomi di seguirla e gustarla fino alla fine, stimolato da superbi
disegni e dall'ottima colorazione di ogni albo. Ho fatto bene ad
aspettare la fine della serie, poiché alcune personali impressioni non erano
proprio azzeccate ed in fondo alcuni dei timori che avevo espresso si sono
rivelati, almeno in parte, infondati.
Mese dopo mese, mi si è chiarito il fatto che Roberto
Recchioni ed Emiliano Mammuccari, coautori di “Orfani”, di
fatto non stavano rivoluzionando la Sergio Bonelli Editore, una sua
serie, ma bensì con grande professionalità, lucidità e coinvolgendo disegnatori,
sceneggiatori e addetti alla colorazione di primo piano, stavano in qualche
modo aggiornando il “fumetto bonelliano”.
Ovvero con scelte meditate ma comunque coraggiose
l'intero staff, creatori, sceneggiatori e disegnatori, hanno operato sui dialoghi,
sulle “inquadrature”, sulla resa delle situazioni, sulla psicologia e
presentazione dei protagonisti e dei comprimari (giusto quelli che
servivano). A ciò si è aggiunta una cura per la sceneggiatura e resa della
storia che è riuscita a rispettare la tradizione ed inserire elementi
nuovi e anche “insoliti” per una serie Bonelli.
Insomma a “distruggere” in fondo son buoni tutti, o
lo sarebbero, più difficile e rischioso, a livello di sforzo lavorativo e
creativo, risulta inserire elementi e scelte nuove rispettando,
valorizzando e, appunto, riuscendo ad aggiornare e rendere originale, quello
che c'era già e che magari se va avanti da qualche decennio, tutto sommato
proprio da buttare non è. Per questo apprezzo ancora di più l'intera serie, che
tra l'altro ha proposto copertine, tutte a firma di Massimo
Carnevale, talmente belle da lasciare ammirati.
Un fumetto che non era solo fantascienza, ma
anzi si è rivelato una sorpresa e che è andato oltre i generi e le etichette,
riuscendo anche a proporre, attraverso compattezza e fine sincronizzazione di
testo e disegni, un prodotto nuovo, con accenni “metafumettistici”, dove
i rimandi alla musica, all'arte, alla storia, la sociologia e psicologia non
sono risultati “posticci” o goffamente inseriti, ma bensì ottimamente calati
all'interno di una coinvolgente continuity, che non ha risparmiato colpi di
scena e qualche “contentino” al lettore.
A qualcuno può non essere piaciuta la matrice
supereroistica che Recchioni ha dato al tutto, dove a volte l'azione ha
preso il sopravvento sulla psicologia dei personaggi e la coerenza delle loro
azioni, ma credo che anche questo possa rientrare in quell'azione di
aggiornamento (attualizzazione?) del fare fumetto e della creazione
di una serie, pensata per “stagioni”, che è cosa diversa sia da una
serie “regolare” classica che da una miniserie (senza dimenticare che in
casa Bonelli alcune miniserie si sono risolte, purtroppo, in serie classiche “a
tempo determinato”).
Una serie da leggere e da assaporare, magari
acquistando i volumi giganti editi dalla BAO, che effettivamente sono un gran
bel vedere!
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