Un albo da
cinefili e per cinefili questo “Pianeta di Sangue”, numero
221 della serie, dove il nostro Dampyr preferito deve vedersela con
più di un vecchio nemico, per l'occasione di stanza a Parigi, fra la
Belle époque ed i giorni nostri.
Il tutto
parte dalla ricostruzione, fantasiosa e suggestiva, della scomparsa
di Louis Le Prince, pioniere dell'arte cinematografica. La serie è
solita poggiarsi su fatti reali per poi dare spazio alle
sceneggiature ed alla fantasia dei suoi curatori e creatori. Non fa
eccezione il bel lavoro compiuto da Giorgio
Giusfredi, che pur creando un soggetto ed una
sceneggiatura che da soli fanno la loro figura, riesce ad inserirsi
nella continuity dampyriana, con vari richiami, collegamenti a
personaggi già conosciuti, tra gli altri, negli albi 219 (Tutto per Amore),
218 (Danse Macabre),
193 (I Misteri di Cagliari).
Tra l'altro mi ha fatto molto piacere rivedere la succuba Meridiana,
sempre bellissima, e Ljuba
che cresce e credo che presto potrebbe meritarsi nuovamente spazio
nel corso delle pubblicazioni.
Ovviamente
c'è molto altro in “Pianeta di Sangue”, con la componente
cinefila a farla da padrone e da linea
centrale, grazie al ricordo del già citato Le Prince e di Georges
Méliès, regista, attore e illusionista francese, inventore del
cinema fantastico e horror.
Evidente e
gradito l'omaggio al cinema di genere, con vari riferimenti ai
“cattivi” ed ai mostri più noti (divertente
trovarli e riconoscerli tutti, tra cui Alien ed una creatura di
Myazaki), ma anche a Truffaut, che funge da
legame tra l'ambientazione parigina e l'horror, tra gli stili
registici e la biografia di Harlan e Ljuba.
Un elemento
da me molto apprezzato della sceneggiatura di Giusfredi è la non
comune abilità e cura nel tratteggiare anche dal punto di vista
psicologico i suoi personaggi, più o meno protagonisti, che riescono
a fungere non da mero contorno per i caratteri principali. Per cui
fra Maestri della Notte, Dampyr e creature infernali, il lettore si
gusta tutto il “cast”, compresi i critici cinematografici ed i
blogger, figure molto concrete e vicine alla realtà, pur con la loro
lievissima componente caricaturale.
Il lavoro di
Alessio Fortunato è
sempre più apprezzabile, per la cura e la maestria nel disegnare e
inchiostrare storie oscure, con abbondanza di creature mostruose,
nebbie goticheggianti, sguardi truci e crudeli, posture di sfida e di
battaglia nella cornice di decadenti ville aristocratiche. Il suo
stile rende al meglio l'atmosfera e le ombre da lui create sembrano
tanto tangibili da riuscire a circondare ed inghiottire non solo i
personaggi sulla carta ma il lettore stesso (insomma
mi è piaciuto il suo lavoro!).
Come
purtroppo accade in altri albi della serie, l'unico difetto che posso
trovare è che la storia risulta, ad una lettura maggiormente
meditata e “obiettiva”, un tantino lievemente sbilanciata, dove
l'ottima costruzione della trama, del contesto e delle ambientazioni
porta ad un finale che risolve il tutto con modalità forse troppo
rapide (rimane sempre il limite del numero di pagine degli albi
Bonelli).
Sul
treno Digione/Parigi, il 16 settembre 1890 scomparve il primo
inventore della cinepresa a lente unica, Louis Le Prince. In che modo
questo misterioso avvenimento ha a che fare con l'inventore del
Cinema Fantastico e Horror, Georges Méliès?
Nella Parigi della Belle Époque nasce una pellicola maledetta di cui sopravvive ancor oggi una terribile copia che viene conservata da una società segreta di cinefili... Chi trama nell'ombra per uccidere Dampyr con "Pianeta di sangue", il film che rende folli? (da sergiobonelli.it)
Nella Parigi della Belle Époque nasce una pellicola maledetta di cui sopravvive ancor oggi una terribile copia che viene conservata da una società segreta di cinefili... Chi trama nell'ombra per uccidere Dampyr con "Pianeta di sangue", il film che rende folli? (da sergiobonelli.it)
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