Vado
dritto all'obiettivo. I 10 film della Dreamworks che mi piacciono
di più.
Non
proprio in ordine di preferenza partendo dall'ultimo, non una vera
classifica, ma la posizione tra di loro è vagamente indicativa. In
merito alle saghe ho preferito accorparle in una unica voce.
Z
la formica
Primissimo
film d’animazione DreamWorks, con un risultato più che
apprezzabile. Mi ha conquistato alla prima visione: mini-dimensioni
per una “grande” storia, o quantomeno dal cuore grande e con un
bel messaggio. In sintesi: Z diventa l’eroe del formicaio quando
riesce a sventare un attentato orchestrato dal generale delle
formiche guerriere e salva la sua principessa. Il protagonista con la
voce di Oreste Vianello, storico doppiatore di Woody Allen (lui
nella versione originale)
è un valore aggiunto. “Bala
e io incidentalmente stiamo pensando di mettere su famiglia. Insomma,
solo qualche figlio, forse un milione o due, tanto per cominciare. E
io, io sono in cura da un nuovo analista, favoloso, assolutamente
favoloso; mi sta mettendo in contatto con la mia larva interiore, il
che mi aiuta moltissimo. Insomma, finalmente sento di aver trovato il
mio posto. E sapete una cosa? È proprio dove ho cominciato, ma la
differenza è che questa volta l’ho scelto io.”
I
pinguini di Madagascar
“Te
la sei presa con gli uccelli sbagliati!”. Uno
spin-off, va bene, ma valido anche più dell’originale. Dalla
trilogia di Madagascar abbiamo imparato a conoscerli, con le loro
missioni che potrebbero rendere il mondo un posto migliore, o
quantomeno più organizzato, sicuramente più divertente. Skipper,
Kowalski, Rico e Soldato protagonisti per salvare il mondo dai
progetti di un classico “villain”, senza risparmiarsi e senza
fermarsi di fronte ad ostacoli e pericoli. In un misto di efficienza,
sbadataggine e humor.
Dragon
Trainer
“Tu
non sei niente senza il tuo drago”. Si
parte con un action movie con tantissimo cuore (e
tantissimi draghi) e con altri
due film per la storia di Hiccup e del suo Sdentato. I draghi sono
creature da temere e la convivenza con gli umani è impossibile, o
forse no? La trilogia inizia bene, ma poi si sgonfia un po' nella
trama e nelle trovate non all'altezza. Ad eccezione dei disegni, i
tre film scendono di qualità nell'insieme, nonostante candidature
varie ad una serie di premi, probabilmente adagiandosi sul già
conosciuto e sul sicuro. Rimane il messaggio sull’integrazione e la
diversità, sulla convivenza ed il rispetto. Non è poco di questi
tempi, soprattutto come stimolo ed invito per gli spettatori più
piccoli, e magari anche se non soprattutto per i loro genitori.
Il
Principe d'Egitto
“Con
questo bastone tu compirai i miei prodigi”. Oscar nel 1999 per
la Miglior Canzone Originale e grandi incassi. Remake animato de “I
Dieci Comandamenti” (quello con Charlton Heston e Yul Brynner)
offre toni
epico-avventurosi, per una storia che pesca dai miti e dalla Bibbia.
Si va sul sicuro attraverso lo scontro fra due fratelli, uno di
sangue reale (Ramses) e l’altro adottato (Mosè),
ognuno con il proprio destino. La storia è nota, ma canzoni e
disegni fanno la loro parte nella classicità ben interpretata, senza
necessariamente volere osare e andare oltre.
Le
5 Leggende
Ingiustamente
sottovalutato dal pubblico e poco proposto, è un
valido prodotto, che oltre ad offrire piacevole intrattenimento
riesce ad essere di qualità, anche grazie alla capacità di dosare
azione e comicità, mistero e buoni sentimenti, validi caratteri e,
non ultime, interessanti soluzioni grafiche. Notevole la scelta degli
eroi protagonisti, con un mix riuscito di realismo e senso del
fantastico e dell'immaginario, a cui si affianca una elevata qualità
tecnica. Quest'ultima, da sola, non basterebbe ma in questo caso ad
essa corrisponde la evidente voglia di raccontare una storia, di non
nascondersi dietro a una serie di gag trite e ritrite, di citazioni a
pioggia, ammiccamenti vari e stratagemmi simili. L'importanza della
scrittura e la centralità della narrazione risultano i dati più
confortanti di questo film, che forse avrebbe potuto osare di più
nella sua parte oscura al limite dell'horror, ma è pur sempre un
prodotto destinato ad un pubblico di ragazzini.
I
Croods
I
nostri antenati, con qualche concessione e una dose accettabile di
ammiccamenti ben realizzati. Il gusto di un’avventura familiare,
senza farsi mancare situazioni al limite, creature fantastiche e
decine di pericoli. Si ride e ci si diverte, a dimostrazione che
anche se la trama può essere fin troppo semplice e lineare, il
risultato è più che buono quando ci si mette felice ironia,
accelerazioni improvvise ben studiate, intuizioni narrative e un
ritmo trascinante.
Kung
Fu Panda
“La
leggenda narra di un guerriero leggendario la cui abilità nel kung
fu era materia di leggenda.” Una fortunata ed apprezzabile
trilogia (finora) che si concentra, meglio e più di altre, su
cosa voglia dire scoprire la propria identità, perseguire un sogno
rispettando se stessi e gli altri, su quanto l’abito non faccia il
monaco ed anche una riflessione sul tema della paternità. Po è un
giovane panda che fa il cameriere nel ristorante del padre adottivo,
che è un oca, ma intanto sogna di poter essere un eroe del kung fu.
Da lì si va avanti per tre film, senza momenti di noia o irritanti
ripetizioni
Galline
in fuga
Realizzato
in collaborazione con la Aardman
Animation,
dato questo che lo distingue, nettamente in meglio, da altre
produzioni. Lo stop-motion in grande stile, con un lungometraggio
raffinato e divertente. Qualità e buon ritmo fanno sì che il film
sia molto più che godibile, infatti riesce ad unire la semplicità
della storia ad una ricchezza di contenuti e a spunti di riflessione
importanti. Etica ed intrattenimento, un messaggio di e per la
libertà, oltre gli egoismi e gli opportunismi individuali o di
microgruppi. Fuga, prigionia, recinti e condizione individuale al
servizio ed a completamento di quella collettiva. Una occasione per
gli occhi e la mente, il cuore ed il cervello. “Non
c'è niente di più risoluto di una gallina con un piano.
”
Wallace
& Gromit:
La maledizione del coniglio mannaro
I
due personaggi forgiati in plastilina e animati in stop motion dalla
Aardman nel loro esordio sul grande schermo, con relativo Oscar
vinto. Un film che ha inevitabilmente conquistato adulti e bambini
grazie ad umorismo surreale, intelligenti citazioni cinematografiche
(praticamente tutto
l'horror classico viene richiamato ed omaggiato)
e forza dello script. Oltre il valore tecnico, ovvero la mirabile
fluidità dei movimenti, l’uso della macchina da presa, la capacità
espressiva dei protagonisti, questo rimane uno dei capisaldi
dell’animazione contemporanea anche per la possibilità di più
livelli di lettura, a seconda dell'età e della prospettiva dello
spettatore.
Shrek
L'immaginario
favolistico e Disneyano nello specifico riscritto quando non
direttamente ribaltato. Un tono di dissacrante, che da solo non
basterebbe, aggiunge valore e qualità alla narrazione ed
all'immagine alternativa dotata di un certo spessore. Una quadrilogia
che purtroppo dal terzo episodio comincia a mostrare qualche limite e
nel quarto giunge probabilmente ad esaurire le frecce al proprio
arco. Rimane una bella galleria di personaggi, di situazioni limite e
di trovate originali per una pagina favolistica che si fa forza delle
proprie qualità e dei limiti della concorrenza.
A
questo punto qualcuno potrebbe dirmi: e Madagascar? Di seguito
qualche parola al riguardo:
Madagascar
“Mi
piace se ti muovi! Mi piace quel che muovi! E allora: MUOVI!”.
Se il primo film riusciva quantomeno a ribaltare come pochi altri il
ruolo fra animali e umani, a creare interrogativi sul loro posto nel
mondo ed a scompigliare i topoi dei coraggiosi animali della savana,
divertendo al punto giusto, nel prosieguo la trilogia arranca e non
riesce a conquistare. La narrazione è poco sviluppata, si adagia su
situazioni e gag arcinote e utilizza anche quel poco di buono che c'è
in modo non efficace. Sembra quasi tutto al servizio della computer
grafica e del 3D, ma se ci si trova in una giornata senza pretese si
può gustare anche il susseguirsi vagamente sterile di colori, la
lezioncina sull'amicizia e la sovrabbondanza di buoni sentimenti.
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