J.
Haydn, Le ultime sette parole di Cristo sulla croce
Gli ultimi
momenti della vita terrena di Gesù vengono oggi ricordati nella
liturgia cristiana, in vari modi e attraverso diverse manifestazioni,
di stampo prettamente religioso ma non solo. Diversificate sono le
rappresentazioni artistiche e culturali, teatrali ed espressive
legate alla sofferenza ed agonia di questa figura.
Specificatamente,
le ultime ore di vita di colui che è stato individuato come “figlio
di dio”, in musica sono al centro di innumerevoli composizioni,
alcune delle quali traggono
con esattezza il testo dal racconto dei Vangeli
e diventano uno specifico genere musicale, la Passione
appunto, le più
famose delle quali sono quelle bachiane.
"Salita al Calvario, Giotto - Cappella degli Scrovegni, 1303-05" |
La maggior
parte di queste opere usa il mezzo
vocale e lo
spazio sonoro
della parola come
espressione necessaria alla descrizione di azioni e sentimenti. Vere
e proprie narrazioni insomma, con versi e parole presi direttamente
dai testi sacri. Differente è il caso dell'opera che propongo in
questa sede e all'ascolto della quale invito.
Si tratta di
una caso in cui, invece, lo spazio e l'elemento verbale non sono
presenti, volutamente negati ed in cui alla “sola” musica
strumentale si affida
il compito della narrazione. Si torna indietro al Venerdì Santo del
1786, quando per la prima volta si eseguì la "Musica
instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce
ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto".
Autore è
Joseph Haydn, che
aveva ricevuto una particolare commissione da parte del canonico
della Cattedrale di Cadice, ovvero comporre una musica che si
adeguasse e si armonizzasse con il rituale proposto in quella sede.
Tale rituale prevedeva ritmi e momenti di vuoto da riempire, appunto,
con la musica.
Nello
specifico, ad Haydn venne chiesto di scrivere un totale di 9
brani strumentali,
7 dei quali si ispirassero ad altrettante frasi
pronunciate dal Cristo morente
secondo la tradizione dei Vangeli. Ad incorniciare le sette frasi,
una introduzione
e una conclusione,
il terremoto che secondo i Vangeli segue il momento in cui il Cristo
spirò.
Il risultato,
composto per un’orchestra
piuttosto numerosa,
dovette essere apparso allo stesso Haydn una prova convincente,
poiché ne realizzò ben altre tre versioni: due per sopperire ad
esigenze strumentali ed economiche ridotte (una
per quartetto
d’archi
e una per tastiera
sola)
ed una, la più tarda, che fornisse a quella musica l’unica cosa
mancante, ossia l’elemento verbale con il suo strumento, la voce.
Joseph
Haydn
Die sieben Worte unseres Erlösers am Kreuze (Le ultime sette parole del nostro Redentore sulla croce) – versione per orchestra
- Introduzione (Maestoso e adagio)
- Sonata I: Pater, dimitte illis quia nesciunt quid faciunt (Largo)
- Sonata II - Hodie mecum eris in Paradiso (Grave e cantabile)
- Sonata III - Mulier, ecce filius tuus (Grave)
- Sonata IV - Deus meus, Deus meus, utquid dereliquisti me? (Largo)
- Sonata V - Sitio (Adagio)
- Sonata VI - Consummatum est (Lento)
- Sonata VII - In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum (Largo)
- Il terremoto (Presto e con tutta forza)
Die sieben Worte unseres Erlösers am Kreuze (Le ultime sette parole del nostro Redentore sulla croce) – versione per orchestra
- Introduzione (Maestoso e adagio)
- Sonata I: Pater, dimitte illis quia nesciunt quid faciunt (Largo)
- Sonata II - Hodie mecum eris in Paradiso (Grave e cantabile)
- Sonata III - Mulier, ecce filius tuus (Grave)
- Sonata IV - Deus meus, Deus meus, utquid dereliquisti me? (Largo)
- Sonata V - Sitio (Adagio)
- Sonata VI - Consummatum est (Lento)
- Sonata VII - In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum (Largo)
- Il terremoto (Presto e con tutta forza)
Le sette
frasi
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
(Luca 23, 34)
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
(Luca 23, 34)
In verità
ti dico: oggi sarai con me in Paradiso
(Luca 23, 43)
(Luca 23, 43)
Donna,
ecco il tuo figlio
(Giovanni 19, 26-27)
(Giovanni 19, 26-27)
Mio
Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
(Salmo 22,1 / Matteo 27, 46)
(Salmo 22,1 / Matteo 27, 46)
Gesù
gridò: Ho sete
(Giovanni 19,28)
(Giovanni 19,28)
Tutto è
compiuto
(Giovanni 19,30)
(Giovanni 19,30)
Padre,
nelle tue mani consegno il mio Spirito
(Luca 23, 46)
(Luca 23, 46)
Bello, appena finisce il Nabucco sentirò questo.
RispondiEliminaLa Cattedrale di Cadice, ci sono stata...
Coao!