lunedì 10 dicembre 2012

Adolf Hitler, argomento per amabile chiacchierata


Vi è mai capitato di prendere parte ad una discussione o semplice chiacchierata, magari durante un dopo cena, che per qualche misterioso o assurdo motivo, senza che si riesca a porvi rimedio, finisce per coinvolgere Hitler, i nazisti (non quelli dell’Illinois) o comunque il nazionalsocialismo?

A me, disgraziatamente sì, ed ingenuamente nelle prime due, massimo tre occasioni, ho cercato di portare avanti la conversazione, porgendo il mio personale contributo (magari non sempre opportuno o azzeccato), sulla base delle mie conoscenze e ricordi di letture o visione di film e documentari.

Purtroppo pressoché ogni volta la discussione, ed il buon senso dei miei interlocutori ed a volte anche il mio, partivano per la tangente, facendo sì che si pronunciassero frasi, ragionamenti e paragoni da far gridare vendetta e maledire il fatto di non esser riuscito a salutare tutti prima che Hitler venisse nominato.

La cosa è ancora più frequente e sconvolgente, pare, all’interno di forum e gruppi di discussione su Internet. Da ciò deriva il principio conosciuto come "Legge di Godwin sulle Analogie Naziste", creata da Richard Sexton e resa popolare da Mike Godwin di Electronic Frontier Foundation nella forma: mano a mano che una discussione online si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina ad uno.
“Hitler Paraclito”: nuovo messia ariano

Si potrebbe dire che ciò vale anche per altro, come “le stagioni”, “è meglio Pelé o Maradona”, “la piadina che faceva mia nonna” e così via, poiché se conversiamo all’infinito, prima o poi ne parleremo, ma ho idea che la differenza tra Hitler e gli esempi fatti è che questi ultimi non mandano necessariamente in malora la conversazione o qualsiasi tentativo di preservare l’integrità della discussione. Infatti ho imparato che, durante una chiacchierata dal vivo o su un forum, quando cominciano a paragonare qualcuno a Hitler, bisogna fuggire, o almeno inventarsi una scusa per andarsene. Certo se tutto ciò accade a casa o, peggio, a causa di qualcuno che vi deve ospitare per la notte, la situazione diventa terribilmente delicata, comunque si può star sicuri che tutto quello che di intelligente e originale si poteva dire è già stato detto. Ovviamente la “Carta Hitler” possiamo, consapevolmente, giocarcela a nostro vantaggio, con l’accortezza di aver ben studiato o conosciuto i nostri interlocutori (anche quelli virtuali) e di essere pronti ad affrontare ogni conseguenza, fosse anche un invito a partecipare ad una manifestazione antifascista o ad una veglia di preghiera.

Questo accade, e mi rende estremamente cauto durante le chiacchierate con amici, parenti e colleghi, perché non importa quanto il nostro sistema di valori possa essere compromesso, sottoposto a violenze quotidiane, rimodulabile e persino relativista: siamo comunque tenuti a considerare Hitler il Male Assoluto (un’espressione che, grazie a lui, può permettersi di utilizzare perfino Gianfranco Fini). È una specie di riferimento al contrario, siamo tutti tenuti, presto o tardi, a sputarci sopra, a prenderne le distanze, a sfotterlo persino. Non solo se ne può parlare, ma prima o poi saremo come costretti a farlo, a sproposito, con qualsiasi sciocchezza ci venga in mente, perché – questa a suo modo è una disgrazia – su Hitler si può dire e scrivere veramente qualsiasi cosa.

Hitler ed il suo amato cane Blondi
Ho sentito e letto di tutto: Hitler superstizioso; appassionato di Wagner; Hitler amante dei cani, cultore dell’esoterismo; Hitler cristiano medievale, indù, satanista; Hitler rifugiato in Argentina o Antartide; Hitler rapito dagli alieni, pessimo ballerino e amante scarso; Hitler qualunque cosa, purché negativa, o al limite singolare o deviata. Si può dire veramente qualunque cosa, d’altronde non solo è morto, non c’è nessun erede che possa protestare o farci causa.

Di cos’altro possiamo usufruire con tale libertà e, in generale, senza correre il rischio di essere bollati come dei “bastian contrario”? L’unica accortezza è non introdurre alcun riferimento storico, nessun elemento basato su dati e fatti, un qualsivoglia distinguo, anche minimo, che possa venir scambiato per una attenuante o, ce ne scampi e liberi, una scusante, poiché verremmo subito collocati fra i disadattati, i nostalgici, accusati di revisionismo o razzismo se non di antisemitismo.

Hitler "ricevuto" da Capitan America
Hitler incontra il capo delegazione alieno

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