Vi è mai capitato di prendere
parte ad una discussione o semplice chiacchierata, magari durante un dopo cena,
che per qualche misterioso o assurdo motivo, senza che si riesca a porvi
rimedio, finisce per coinvolgere Hitler,
i nazisti (non quelli dell’Illinois)
o comunque il nazionalsocialismo?
A me, disgraziatamente sì, ed
ingenuamente nelle prime due, massimo tre occasioni, ho cercato di portare
avanti la conversazione, porgendo il mio personale contributo (magari non
sempre opportuno o azzeccato), sulla base delle mie conoscenze e ricordi di
letture o visione di film e documentari.
Purtroppo pressoché ogni volta la
discussione, ed il buon senso dei miei interlocutori ed a volte anche il mio,
partivano per la tangente, facendo sì che si pronunciassero frasi, ragionamenti
e paragoni da far gridare vendetta e maledire il fatto di non esser riuscito a
salutare tutti prima che Hitler venisse nominato.
La cosa è ancora più frequente e
sconvolgente, pare, all’interno di forum e gruppi di discussione su Internet.
Da ciò deriva il principio conosciuto come "Legge
di Godwin sulle Analogie Naziste", creata da Richard Sexton e
resa popolare da Mike Godwin di Electronic Frontier Foundation nella
forma: mano a mano che una discussione online si allunga, la probabilità di un
paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina ad uno.
“Hitler Paraclito”: nuovo messia ariano |
Si potrebbe dire che ciò vale
anche per altro, come “le stagioni”, “è meglio Pelé o Maradona”, “la
piadina che faceva mia nonna” e così via, poiché se conversiamo
all’infinito, prima o poi ne parleremo, ma ho idea che la differenza tra Hitler
e gli esempi fatti è che questi ultimi non mandano necessariamente in malora la
conversazione o qualsiasi tentativo di preservare l’integrità della
discussione. Infatti ho imparato che, durante una chiacchierata dal vivo o su
un forum, quando cominciano a paragonare qualcuno a Hitler, bisogna fuggire, o almeno inventarsi una
scusa per andarsene. Certo se tutto ciò accade a casa o, peggio, a causa di
qualcuno che vi deve ospitare per la notte, la situazione diventa terribilmente
delicata, comunque si può star sicuri che tutto quello che di intelligente e
originale si poteva dire è già stato detto. Ovviamente la “Carta Hitler” possiamo, consapevolmente, giocarcela a nostro
vantaggio, con l’accortezza di aver ben studiato o conosciuto i nostri
interlocutori (anche quelli virtuali) e di essere pronti ad affrontare ogni
conseguenza, fosse anche un invito a partecipare ad una manifestazione
antifascista o ad una veglia di preghiera.
Questo accade, e mi rende
estremamente cauto durante le chiacchierate con amici, parenti e colleghi,
perché non importa quanto il nostro sistema di valori possa essere compromesso,
sottoposto a violenze quotidiane, rimodulabile e persino relativista: siamo
comunque tenuti a considerare Hitler il
Male Assoluto (un’espressione che, grazie a lui, può permettersi di
utilizzare perfino Gianfranco Fini). È una specie di riferimento al contrario,
siamo tutti tenuti, presto o tardi, a sputarci sopra, a prenderne le distanze,
a sfotterlo persino. Non solo se ne può parlare, ma prima o poi saremo come
costretti a farlo, a sproposito, con qualsiasi sciocchezza ci venga in mente,
perché – questa a suo modo è una disgrazia – su Hitler si può dire e scrivere
veramente qualsiasi cosa.
Hitler ed il suo amato cane Blondi |
Ho sentito e letto di tutto:
Hitler superstizioso; appassionato di Wagner; Hitler amante dei cani, cultore
dell’esoterismo; Hitler cristiano medievale, indù, satanista; Hitler rifugiato
in Argentina o Antartide; Hitler rapito dagli alieni, pessimo ballerino e amante
scarso; Hitler qualunque cosa, purché negativa, o al limite singolare o
deviata. Si può dire veramente qualunque cosa, d’altronde non solo è morto, non
c’è nessun erede che possa protestare o farci causa.
Di cos’altro possiamo
usufruire con tale libertà e, in generale, senza correre il rischio di essere
bollati come dei “bastian contrario”? L’unica accortezza è non introdurre
alcun riferimento storico, nessun elemento basato su dati e fatti, un
qualsivoglia distinguo, anche minimo, che possa venir scambiato per una
attenuante o, ce ne scampi e liberi, una scusante, poiché verremmo subito
collocati fra i disadattati, i nostalgici, accusati di revisionismo o razzismo
se non di antisemitismo.
Hitler "ricevuto" da Capitan America |
Hitler incontra il capo delegazione alieno |
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