Sorrise come soltanto i veri timidi sanno
sorridere.
Non era la risata facile dell’ottimista
né il rapido sorriso tagliente dei testardi ostinati e dei malvagi.
Non aveva niente a che fare col sorriso equilibrato,
usato di proposito, del cortigiano o del politicante.
Era il sorriso strano, inconsueto, che sorge dall’abisso profondo, buio,
più profondo di un pozzo, profondo come una miniera profonda,
Non era la risata facile dell’ottimista
né il rapido sorriso tagliente dei testardi ostinati e dei malvagi.
Non aveva niente a che fare col sorriso equilibrato,
usato di proposito, del cortigiano o del politicante.
Era il sorriso strano, inconsueto, che sorge dall’abisso profondo, buio,
più profondo di un pozzo, profondo come una miniera profonda,
che è dentro di loro.
(“Di là dal fiume e tra gli
alberi”, Ernest Hemingway, 1950)
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