giovedì 20 febbraio 2014

Tutta colpa di Freud



Come promesso martedì scorso ora è il turno di “Tutta colpa di Freud”!

Avere la possibilità di vedere una commedia italiana, sufficientemente brillante, priva di volgarità, battute idiote e gag al limite dello schifo, quando non proprio dedite al pecoreccio, è una buona notizia. “Tutta colpa di Freud”, di Paolo Genovese, è stata una gradevole scoperta e mi ha regalato una visione soddisfacente ed un certo buonumore.

Gran parte del merito va a Marco Giallini, vero protagonista, autentico trascinatore e figura centrale della storia e delle storie raccontate. Lui, padre di tre figlie alla ricerca e scoperta del vero, grande amore e desiderose di conoscere gli uomini.

Simpatico, capace di intrattenere, tanto bravo da risultare in grado di migliorare anche la recitazione degli altri protagonisti, che vengono valorizzati e quando lo seguono si esprimono molto bene. Il soggetto e la sceneggiatura sono, all’inizio e nella prima parte del film, una boccata d’aria fresca, una gradevole novità che stuzzica e incuriosisce. Successivamente si cede ai vari, noti, stereotipi e cliché, abbracciando qualche convenzione di troppo, ma si rimane comunque su un livello discreto. I duetti fra Giallini e Alessandro Gassmann (qui nel suo ruolo tipico, quasi topico, di belloccio seducente e seduttore) sono godibili, così come i dialoghi fra padre e figlie. La splendida Vittoria Puccini sa anche recitare e le due sorelle, la lesbica Anna Foglietta (ancora più carina con i capelli corti) e la teen ager Laura Adriani, non sono da meno (anzi!).

Siamo forse lontani dalla verve di certe commedie, italiane, francesi, ma anche targate USA, poiché la drammaturgia si concede un ritmo un po’ troppo televisivo, almeno un paio di situazioni sono alquanto inverosimili e smontano la corsa verso una brillantezza ed un solo sfiorato totale rapimento del pubblico, ma comunque vale la visione. Magari qualche personaggio poteva essere meglio caratterizzato, alcune facili sentimentalismi si potevano evitare, ma il tutto funziona e, come già detto, senza mostrare gratuite nudità ed evitando il ricorso a volgarità e situazioni da barzelletta “alla Pierino”.

E poi avere un protagonista come Marco Giallini, veramente sorprendente per carisma, scelta dei tempi e delle espressioni riappacifica con il cinema italiano.





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