Come promesso martedì scorso ora è il turno di “Tutta
colpa di Freud”!
Avere la possibilità di vedere una commedia italiana,
sufficientemente brillante, priva di volgarità, battute idiote e gag al limite
dello schifo, quando non proprio dedite al pecoreccio, è una buona notizia. “Tutta
colpa di Freud”, di Paolo Genovese, è stata una gradevole scoperta e
mi ha regalato una visione soddisfacente ed un certo buonumore.
Gran parte del merito va a Marco Giallini, vero
protagonista, autentico trascinatore e figura centrale della storia e delle
storie raccontate. Lui, padre di tre figlie alla ricerca e scoperta del vero,
grande amore e desiderose di conoscere gli uomini.
Simpatico, capace di intrattenere, tanto bravo da
risultare in grado di migliorare anche la recitazione degli altri protagonisti,
che vengono valorizzati e quando lo seguono si esprimono molto bene. Il soggetto
e la sceneggiatura sono, all’inizio e nella prima parte del film, una
boccata d’aria fresca, una gradevole novità che stuzzica e incuriosisce.
Successivamente si cede ai vari, noti, stereotipi e cliché, abbracciando
qualche convenzione di troppo, ma si rimane comunque su un livello discreto. I
duetti fra Giallini e Alessandro Gassmann (qui nel suo ruolo
tipico, quasi topico, di belloccio seducente e seduttore) sono godibili,
così come i dialoghi fra padre e figlie. La splendida Vittoria Puccini
sa anche recitare e le due sorelle, la lesbica Anna Foglietta (ancora
più carina con i capelli corti) e la teen ager Laura Adriani, non
sono da meno (anzi!).
Siamo forse lontani dalla verve di certe commedie,
italiane, francesi, ma anche targate USA, poiché la drammaturgia si concede un ritmo
un po’ troppo televisivo, almeno un paio di situazioni sono alquanto
inverosimili e smontano la corsa verso una brillantezza ed un solo sfiorato
totale rapimento del pubblico, ma comunque vale la visione. Magari qualche
personaggio poteva essere meglio caratterizzato, alcune facili sentimentalismi
si potevano evitare, ma il tutto funziona e, come già detto, senza
mostrare gratuite nudità ed evitando il ricorso a volgarità e situazioni da
barzelletta “alla Pierino”.
E poi avere un protagonista come Marco Giallini,
veramente sorprendente per carisma, scelta dei tempi e delle espressioni riappacifica
con il cinema italiano.
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