Ultimo
appuntamento per le mie scelte in tema di film che trattano di guerra. Di
seguito una breve rassegna in tema di conflitti in giro per il mondo.
GUERRE VARIE DAL MONDO
Sangue
e morte in giro per il mondo in tempi recenti e lontani, in film capaci di
parlare di drammatici capitoli della nostra storia e di rendere conto di quanto
l'uomo perseveri e persevererà in errori sempre tragicamente uguali.
No man’s land (2001) di Danis Tanovic - Guerra serbo-bosniaca.
Teatro
della crudeltà, ironia amara e sferzante, dialoghi coinvolgenti e spiazzanti.
Da un tema già ampiamente sfruttato, ovvero il ruolo dei media nei conflitti
armati, un film eccezionale per densità
e spessore. Ce n’è per tutti: serbi
e bosniaci che si attribuiscono colpe l’un l’altro, immobilismo dei caschi blu
(i Puffi), politici interessati all’immagine più che alla sostanza (una
neutralità da rispettare), Unione Europea inesistente ma evocata nel peggiore
dei modi (sulla mina è scritto “Made in EU”).
Hotel Rwanda (2004) di
Terry George - Guerra Civile nel Rwanda.
Una
follia che tutti noi guardavamo al
Tg mentre si cenava, dopo aver assistito da lontano a violenze etniche molto
più vicine. Questo film evita di essere didascalico e manicheo, cosa già
lodevole, per divenire esempio di vero
cinema, con una storia personale e vera che riesce a rievocare, con
precisione, l'intreccio di complicità e indifferenza che portò al genocidio nel paese africano. Non
mancano accuse all’ONU ed all’Occidente, ma non è un semplice film di denuncia,
permettendosi anche di condannare le selvaggerie tribali e stringere il cerchio
sull'acme della mattanza, sul ruolo
svolto dall'informazione, sulla mutevolezza degli equilibri e dei caratteri
etnici. Ambientare gran parte della vicenda in uno spazio circoscritto, un
Hotel dunque, è allo stesso tempo scelta evocativa e di stile, da applauso.
Glory-Uomini di gloria
(1989) di Edward Zwick - Guerra di Secessione Americana.
Le
scene delle battaglie sono di grande
effetto ed illustrative, ma non solo questo mi fa scegliere il film.
Personaggi coinvolgenti e descrizione accurata di un periodo storico, degli
uomini e dei loro vizi e virtù. È presente qualche ingenuità narrativa, forse
inevitabile per un’opera che voleva essere di “consumo”, ma ci vedo anche una
buona rappresentazione di ciò che si intende con “carne da cannone” e gli interpreti sono da apprezzare.
Valzer con Bashir (2008) di Ari Folman - Guerra in Libano.
Un
documentario sotto forma di film
d’animazione. I limiti sono nella sua componente documentaristica, che
limita in parte le possibilità date dal film d’animazione, mentre la forza,
dirompente, risiede nella lucidità della
messa in scena degli eventi. Ripercorrendo con estrema crudezza e
drammaticità i conflitti che coinvolsero il Libano nei primi anni ottanta e il massacro di Sabra e Shatila del 1982, il regista israeliano fa sia
autobiografia che un’operazione paragonabile a quella di Coppola con Apocalypse now.
Ho reso l’idea?
Underground (1995) di Emir Kusturica - Conflitto in Ex-Jugoslavia.
Componenti
immaginifiche ed oniriche, tratti surreali e perciò più
diretti del reale, per un film sulla Jugoslavia,
dalla Seconda guerra mondiale alla guerra civile. A patto di non prendersela
troppo per le manie e le ambiguità del regista, un’opera da vedere e gustare. Necessario
è sospendere, almeno per un po’, il giudizio e nascono riflessioni e domande, con qualche risposta, sulle azioni e
motivazioni degli uomini (e delle donne) a combattersi e a farsi del male a
vicenda. Nonostante la prima parte sia quella più riuscita e la seconda zoppichi
un po’, rimane la violenza di una tragedia
storica, presentata senza preoccuparsi dei tempi, degli equilibri
drammaturgici, delle omissioni e delle ripetizioni.
Un fotogramma da "Glory" |
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