giovedì 21 marzo 2013

Per chi vuole un cambiamento




Alcuni neo eletti pentastellati si riempiono la bocca di parole ed espressioni come “cambiamento”, “inversione di rotta”, “modifica dell’esistente”, “liberiamoci della casta”, “gesto di rottura (di p…e!)” e via così, senza peraltro curarsi del chip che da qualche parte gli deve essere stato inserito.

Ora, invece di sbraitare e pronunciare frasi e slogan a caso, perché non riflettono su chi ricopre la seconda e la terza carica di questa bistrattata Repubblica?

Camera: dall’autore della xenofoba legge Bossi-Fini, all’ex portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati.

 











Senato: da un indagato per connessioni con una famiglia mafiosa al superprocuratore antimafia.

 










Non vi sembra già un bel cambiamento?

Perché allora i parlamentari a cinque stelle vogliono continuare a fare “i duri e puri” a scapito degli altri? Di chi non li ha votati, ma anche di chi ha voluto dar loro fiducia?

Non vi parlo di responsabilità, bensì di onestà intellettuale, o forse quell’onestà che ritengono debba andare di moda si risolve solo nel rendicontare quante caramelle acquistano?

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