Alcuni
neo eletti pentastellati si
riempiono la bocca di parole ed espressioni come “cambiamento”, “inversione
di rotta”, “modifica dell’esistente”, “liberiamoci della casta”, “gesto di
rottura (di p…e!)” e via così, senza peraltro curarsi del chip che da qualche
parte gli deve essere stato inserito.
Ora,
invece di sbraitare e pronunciare frasi
e slogan a caso, perché non
riflettono su chi ricopre la seconda e la terza carica di questa bistrattata
Repubblica?
Camera: dall’autore della xenofoba legge Bossi-Fini, all’ex
portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Senato: da un indagato per connessioni con una famiglia
mafiosa al superprocuratore antimafia.
Non vi sembra già un bel cambiamento?
Perché
allora i parlamentari a cinque stelle vogliono continuare a fare “i duri e puri” a scapito degli altri? Di chi non li ha votati, ma
anche di chi ha voluto dar loro fiducia?
Non
vi parlo di responsabilità, bensì di
onestà intellettuale, o forse
quell’onestà che ritengono debba andare di moda si risolve solo nel rendicontare
quante caramelle acquistano?
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