martedì 19 marzo 2013

Eroi, Superstar ed i Cartoni Animati


Principi e Valori nelle serie animate.

Riprendo un discorso già affrontato (clicca qui), per sottolineare quella che, a mio giudizio, è una disarmante differenza fra i cartoni animati che un tempo venivano proposti a me ed i miei coetanei e quelli rivolti agli under 14 che ora vengono prodotti e trasmessi.

In questi anni, grazie alla frequentazione di nipoti ed altri bambini e bambine, per i più svariati motivi, ovvero i lavori svolti e le “avventure” vissute, ho avuto la possibilità di visionare le proposte in tema di programmi televisivi per chi non ha ancora l’età per guidare uno scooter.


La fanno da padrone molti cartoni non giapponesi (e questa è una differenza non da poco con gli anni 80!), tipo il semiritardato, svagato ed un po’ irritante “Spongebob”, oppure le serie (per ora quattro) di “A tutto reality!”, con protagonisti al limite fra lo stupido, il volgare, l’ignobile od il trascurabile (diretta consonanza con chi partecipa ai reality “in carne ed ossa”). Ci sono inoltre alcuni supereroi un po’ vecchio stampo, riveduti e corretti come nel caso di “Ben Ten”, e serie che potremmo definire “ibride”, con protagonisti personaggi di fantasia impegnati in faccende più o meno ordinarie, tipo “Due Fantagenitori”, animali domestici antropomorfi o altre bestie non facilmente identificabili, ad esempio “Iggy Piggy Ranger”, “Polli Kung Fu” o “Lo straordinario mondo di Gumball”. Ok ci sono anche cartoni più carini e godibili, ma, disgraziatamente, vengono definiti e bollati, anche impropriamente, come “da piccoli”, perciò i ragazzini oltre i 6 anni li evitano come farebbero con le iniezioni od il minestrone.

A tutto ciò si aggiunge una “emozionante” lista di telefilm e programmi con protagoniste/i teenager-superstar!

E questa cosa mi piega sulle ginocchia! Ci ho pensato su. Teenager-superstar!
Negli anni 80, fase storico-sociale assunta a simbolo della mia fanciullezza anagrafica (poiché Pascoli un po’ deve averci preso con la storia del fanciullino che permane dentro di noi) le “Hannah Montana”, gli “High School Musical”, i Mondi di Patty  e gli “Amici di…”  non esistevano ancora. Gli unici esempi di superstar per ragazzi erano, a mia memoria, “Jem & le Holograms”, “l'Incantevole Creamy” e simili, tipo “Magica Magica Emi” e “Sandy dai mille colori”, ed il celebre telefilm “Saranno Famosi”.

Oltre questo c'era una popolazione intera di piloti (terrestri o di altri pianeti), guerrieri, lottatori, alieni (dal cuore nobile), individui variamente mascherati, capitani coraggiosi, esploratori, sportivi e sportive (che giocavano per la squadra), personaggi storici impavidi e valorosi, perfino ladri (però buoni e con un proprio codice morale) e veri e propri supereroi.
Ovvero gli eroi per chi era bambino in quegli anni, e si sciroppava ore di cartoni ogni giorno (dopo i dannati compiti!), non erano cantanti o ballerini di grido o adolescenti che si spacciavano come tali. Erano "eroi" nel vero senso della parola: coraggiosi, altruisti, virtuosi, con un’etica e valori saldi, simpatici e dotati di grande spirito di sacrificio. Venivano ammirati in quanto tali, non dovevano per forza essere popolari. Se dovevano cantare o recitare (Maya), combattere contro il male (Uomo Tigre), difendere la razza umana (Goldrake), ritrovare il proprio amore (Ken), vincere partite (Mila e Shiro) o pescare in giro per l’orbe terracqueo (Sampei) erano consapevoli delle loro qualità ma umili, generosi, disposti a privazioni, ad affrontare difficoltà ed imprevisti. Anche personaggi “normali” assumevano un’aura di onore e rispettabilità, guadagnandosi la nostra ammirazione per il percorso di crescita e di vita che stavano, con grande dignità, compiendo, come ad esempio in "Galaxy Express 999" (cartone animato che vantava inoltre una delle sigle più belle).

La "superstar", invece, è un concetto ben differente. La superstar ha i riflettori puntati addosso, è al centro del palco e mostra il suo eventuale talento per un fine che non è la salvezza del mondo o degli amici, la difesa di un principio etico o legato a sentimenti sani. La superstar è autocentrata, egotica, disposta a sminuire colleghi e rivali, vuol esser famosa ed idolatrata, lo desidera nel profondo. Vuole essere ammirata, adulata, presa a modello, protagonista assoluta della vita e si compiace del proprio successo, all’evenienza anche dispensando “perle” di relativa ed opinabile saggezza.

Mica tutti e mica sempre, ci mancherebbe. Però la sottile, ma profonda, distanza e diversità tra i due archetipi mi sembra degna di rilievo.

2 commenti:

  1. E' uno dei poteri che ha acquisito chi guardava ore ed ore di cartoni animati di un certo livello! :-) Harlock regna!!

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