venerdì 10 maggio 2013

Un nuovo leader per la Sinistra!

Socialdemocrazia e Capitale.

Mi è stato gentilmente segnalato il discorso del Presidente della BCE Mario Draghi alla LUISS, pronunciato in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali.

Ne riporto un breve estratto.

Il discorso integrale è disponibile a questo link.

 
“…
Molti anni fa Rudi Dornbusch diceva, esagerando, che gli Europei erano così ricchi che potevano permettersi di pagare chiunque perché non lavorasse. Non è più così, ma non vogliamo perdere la solidarietà che ispirò quel modello in tempi tanto diversi. Per questo oggi dobbiamo adeguare quel modello ai mutamenti richiesti dalle dinamiche demografiche e dal nuovo contesto competitivo globale. Occorre farlo per diminuire la disoccupazione giovanile, per aumentare i consumi, per preservare l’essenza stessa del welfare.
Un’altra dimensione della sostenibilità della crescita, nel contesto europeo, su cui voglio attirare la vostra attenzione oggi è quella della distribuzione del reddito.
Da quasi vent’anni, è in atto una tendenza alla concentrazione dei redditi delle famiglie in Europa che penalizza i più deboli, come testimoniano le statistiche pubblicate dall’Eurostat.
Una più equa partecipazione ai frutti della produzione della ricchezza nazionale contribuisce a diffondere la cultura del risparmio e, dunque, della compartecipazione. Sentirsi parte integrante della nazione e cointeressati alle sue sorti economiche aumenta la coesione sociale e incentiva comportamenti economici individuali che conducono, nell’aggregato, al successo economico della collettività.
Vi sono vari strumenti che i governi possono utilizzare per perseguire questo obbiettivo ma prima di tutto la coesione sociale va ricercata rimuovendo le barriere che limitano le opportunità degli individui di perseguire i loro progetti, che ne fanno dipendere i percorsi di vita dalle origini familiari. Nell’eliminazione delle posizioni di rendita, le riforme strutturali assumono un significato più ampio di quello di mero strumento per la crescita. Stimolando l’inclusione di tutti gli individui nel processo produttivo, fanno sì che il perseguimento di una più equa ripartizione dei redditi non sia solo compito dell’azione redistributiva pubblica. In questo senso, le riforme mirano a coniugare le potenzialità individuali con la crescita dell’economia.
Tuttavia, in una prospettiva che non può essere lontana, le virtù nazionali – pur indispensabili per rafforzare la solidarietà fra gli Stati membri lungo il cammino – sono condizione necessaria ma non sufficiente a rendere l’Europa un traguardo sentito come proprio da tutti i suoi cittadini.
…”

Una sola semplice considerazione. Perché queste cose le dice il Presidente della BCE, uno degli uomini del Capitale, un banchiere, colui che dovrebbe essere uno dei simboli dei potentati economici, uno che un tempo sarebbe stato definito “nemico del popolo”?

Sembra un leader socialdemocratico, un onesto riformista di sinistra!

Ben venga, sono ovviamente lieto che tali concetti vengano espressi, proposti e lucidamente difesi.

Ma la sinistra italiana dov’è? Perché non ha il coraggio di farsi portatrice di tali valori, difendere le famiglie, i giovani, i lavoratori, le donne e gli uomini che dovrebbe rappresentare?

Lo sconforto aumenta. Mi toccherà fare il tifo per Draghi!

 





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