La
collana di Sergio Bonelli Editore, “Le
Storie”, sta offrendo delle buonissime proposte.
Alcune
uscite sono veramente ottime, con vicende
efficacemente sceneggiate, trame
spesso ben costruite, sempre
apprezzabili, disegni, di vari
autori, validi e degni di essere gustati.
Gli
ultimi due albi sono accomunati
dall’utilizzo dell’elemento “soprannaturale”,
per presentare due distinte vicende e temi che in realtà sono ordinari, quasi
quotidiani nella loro valenza e che vengono calati in situazioni per così dire
“estreme”.
La
Guerra in Vietnam in “La Pattuglia” ed un caso di omicidio, odioso in particolare perché
la vittima è un bambino, in “Amore
Nero”.
La Pattuglia
Soggetto e sceneggiatura: Fabrizio Accatino
Disegni: Giampiero Casertano
Copertina: Aldo Di Gennaro
Vietnam, 1967. Il capitano Artz ha
rimediato una brutta rogna dal suo superiore diretto: infilarsi nella giungla
indocinese – nel bel mezzo di quella guerra assurda – per andare a recuperare
una pattuglia scomparsa nel nulla un anno prima. Un pugno di soldati per
cercarne un altro; spediti verso l’ignoto, in balìa della morte in agguato e
delle proprie paure… (trama da sergiobonellieditore.it)
Testi e disegni di buon livello,
per una storia dalle molte sfaccettature e dai molteplici risvolti, che cattura
i lettori, prima accompagnandoli in un incipit che in poche pagine “svela”
riferimenti letterari e cinematografici ben riconoscibili e poi si rende capace
di tenerli col fiato sospeso, sorprenderli e anche un po’ disorientarli. Dall’orrore della guerra all’horror vero e
proprio, il salto è già stato tentato in passato, ma sarebbe comunque un
rischio, e qui ne è valsa la pena perchè il risultato è valido
Sceneggiatore e disegnatore
sono in ottima forma (Casertano ha
comunque fatto anche meglio, nella stessa collana, in “Il boia di Parigi”) e
ci regalano un’opera capace di passare
dal documentario all’horror, dallo psicologico al giallo,
sempre con “misura” e capacità di intrattenere, informare, illustrare e toccare
molte corde della sensibilità ed animo umano. Citazioni, anche “illustri” (Mohammed Alì tra gli altri), che
arricchiscono una trama e tavole coinvolgenti e di grande valore, trattando il tema della guerra, e di quella guerra in particolare senza
schematismi o sufficienza. Quel poco che è concesso al “già visto” è funzionale
ad accogliere il lettore e metterlo di fronte, in bilico tra realismo e
grottesco, al tema della lotta con i propri demoni, del nemico che è
in ognuno di noi, del confronto fra ciò che è esterno a noi e quello che invece
è dentro ogni uomo. Non a caso, qui, il nemico
è pressoché assente, si vede solo in poche scene e mai a lungo, se ne parla, lo
si “sente”, lo si evoca ma quello vero ha la stessa divisa dei soldati.
Amore nero
Soggetto e sceneggiatura: Gigi Simeoni
Disegni: Gigi Simeoni
Copertina: Aldo Di Gennaro
Il commissario de Vitalis, deve indagare
sul brutale assassinio di Francesco, giovane fratello della moglie Ada. Il
caso, però, è destinato a complicarsi quando a infrangere le regole
dell'investigazione scientifica si profila uno scenario da incubo, e dal mondo
delle tenebre un'anima nera si affaccia ringhiando... (trama da sergiobonellieditore.it)
Questa
è l’occasione per esprimere chiaramente la mia personale gratitudine a Gigi Simeoni, che in passato ci ha
donato, sempre tramite edizioni bonelliane, due assoluti capolavori,
ovvero “Stria”, ma soprattutto “Gli
Occhi e il Buio”, di cui “Amore
Nero” si può considerare l’ideale seguito. “Amore Nero” è comunque apprezzabile per suo conto ed assolutamente
indipendente ed autonomo nella lettura (non ci sono rimandi imprescindibili
alla precedente opera e dunque il lettore se le può godere entrambe senza
vincoli di temporalità).
I disegni sono eccezionali: riescono a
spaziare dal “reale” all’onirico ed all’inconoscibile, dai ricordi alla cruda
realtà, con facilità e notevole maestria.
Tutto ciò supporta una trama che,
pur non offrendo colpi di scena a ripetizione, non concedendosi allo spettacolo
puro e non cercando la creazione di pathos a tutti i costi, si dispiega
coerente e metodica in una strada tortuosa, quella di un’indagine poliziesca,
che si trova a dover far convivere la razionalità
della scienza investigativa (siamo nella Milano del 1912) e l’irrazionalità, il mistero, l’elemento soprannaturale.
Crudezza e realismo
si affiancano ad elementi di fantasia
per un ottimo incontro di stili e temi. A farla da padrone è l’opposizione tra razionale e irrazionale,
dove gioca la sua parte il dissidio del protagonista, ultimo baluardo della ragione e della logica in un mondo che, di fatto, deve fare i conti con l’esistenza
di fantasmi ed episodi inspiegabili. E proprio l’intimo dissidio, gli stati
d’animo, i tormenti fisici e psicologici che si trovano a vivere i personaggi
sono un punto di forza di “Amore nero”,
dato che l’autore è riuscito a tradurli ottimamente in testi ed immagini.
Entrambe
le opere sono forse penalizzate dal limitato numero di pagine a disposizione.
Una foliazione più ampia avrebbe
magari permesso un maggior approfondimento di alcuni “caratteri”, qualche
ritocco nei dialoghi (alcuni lo richiederebbero) ed un maggior sviluppo delle
trame, specialmente i finali, le conclusioni. Ma come si dice è “voler trovare
il pelo nell’uovo”, dato che siamo di fronte a due lavori di buonissima fattura, che si inseriscono a pieno merito
in una collana, “Le Storie”,
nettamente al di sopra della media delle proposte editoriali da edicola, a costo contenuto (valore aggiunto, dati
i tempi) e con firme che sono veramente
una garanzia, quando sono libere da serialità o dettami legati a personaggi un
po’ stretti nelle loro dinamiche e caratteristiche (non solo in casa Bonelli).
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