giovedì 30 maggio 2013

Arte, dei nostri giorni



I titoli dei quotidiani mi fanno impazzire!

“L’arte di vincere”, “l’arte del complotto”, “un’esecuzione a regola d’arte”, “vendere è un’arte”, “l’arte di arredare”, “un ritiro dalla scena con arte”, “resistere è un’arte”, “l’arte di cavarsela”, “l’arte di vivere”, persino “l’arte della sconfitta”, e così via…

Inoltre vi è mai capitato di sentire qualche esaltato/a proferire che per buona parte delle cose che vengono fatte o facciamo mettiamo in campo, utilizziamo personali competenze, qualità e doti e bla bla, bisogna studiare ed esercitarsi e cose così, per cui arrivano a dirci che “fare la tal cosa è un’arte”, oppure affermano: “l’arte di …” mettete pure quello che vi pare, anche l’arte di arrangiarsi).

Ora, considerato ciò, io sostengo:

-        preparare la colazione è un’arte;
-        scegliere come vestirsi ed abbinare gli indumenti è un’arte;
-        accompagnare i figli a scuola senza fare tardi al lavoro e rispettando il codice della strada è un’arte;
-        rispondere a mail idiote è un’arte;
-        mantenere la calma di fronte ad un capoufficio ottuso ed arrogante è un’arte;
-        ricordarsi le password è un’arte;
-        ordinare al bar è un’arte;
-        rompersi i maroni è un’arte;
-        scrivere è un’arte;
-        leggere è un’arte;
-        compilare è un’arte;
-        scrivere post è un’arte;
-        la fuga è un’arte;
-        camminare veloce è un’arte;
-        la cena è un’arte;
-        raccontare una storia ai bimbi è un’arte;
-        l’ascolto attento e paziente è un’arte;
-        l’ammissione di colpa è un’arte;
-        il sonno è arte.

E tutto questo in una sola giornata!
Non sarò un po’ troppo artista?

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